STRAPOTERE INTER
MILAN TRAVOLTO 3-0 DERBY E FUGA SCUDETTO: NERAZZURRI A +4
Doppio Lautaro, poi segna Lukaku. Ibra è fermato da Handanovic e Romelu lo punge «Il migliore sono io» Conte a ritmo Mou
Eclissi di Milan, apoteosi di LuLa. I gol di Lautaro (2) e Lukaku mandano in orbita l’Inter (+4) e inquietano i rossoneri, caduti ancora dopo La Spezia. La Roma, fermata dal Benevento, domenica prossima all’Olimpico giocherà per salire a -2. Cinque giornate fa il Diavolo aveva 9 punti di vantaggio sui giallorossi. E la Juve, con una partita in meno, può farsi sotto. L’Inter, in casa col Genoa, rischia di allungare ancora. In campionato Lukaku (17) e Lautaro (13) hanno già messo a segno un bel trentello, ma andateci piano a etichettare come esclusivamente lunatico questo derby.
L’ha vinto l’Inter tutta insieme. Il secondo gol spiega bene il concetto. L’azione sgorga dai guanti di Handanovic come il Po dal Monviso (chi odia la costruzione bassa si rassegni), sale di tocco in tocco, Hakimi strappa potente, Eriksen serve in verticale Perisic che manda in gol il Toro. Non più terzini in fascia che crossano dalla trequarti, ma talenti offensivi (Hakimi, Perisic); non più solo interni incursori, ma anche uno di costruzione (Eriksen). E così Lukaku continua a fare male negli spazi aperti, ma ora c’è un’alternativa: l’azione manovrata di grande qualità che riesce a rifornire con più facilità le punte. La chiameremo «svolta Lazio». Conte poteva arrivarci prima? Forse sì. Ma nessuno conosce i tempi del raccolto meglio del padrone dell’orto. E poi Conte, da sempre misticamente legato alla sofferenza dei suoi galoppatori
di fascia e ai mediani da battaglia, ha faticato ad addolcire il dogma del 3-5-2 e a rivestirlo di Ha dovuto lavorare per renderlo sostenibile, ma ora ha in mano un’altra squadra. Da scudetto. L’Inter ha segnato 57 gol in 23 partite. Meglio ha fatto solo nel ‘49-50 e nel ‘50-51. Ha il capocannoniere del torneo e la miglior coppia-gol, ma anche un portiere che, pur in una stagione sofferta, è tornato a fare miracoli. Ieri Handanovic ne ha fatti 3 in due minuti (2 su Ibra, uno su Tonali) a inizio ripresa, sull’1-0, nel momento chiave. La difesa ha messo in fila 3 clean sheet in trasferta come non accadeva dall’ottobre 2012.
Inter con più qualità
Forte davanti, forte dietro, l’Inter si è completata con l’iniezione di qualità in mezzo, portata dall’ingresso di Eriksen, dalla crescita di Hakimi, dall’interpretazione del ruolo di Perisic e dalla maggior lucidità di Brozovic, non più costruttore unico. La qualità porta sicurezza e personalità. Per questo l’Inter ha preso subito per il collo il derby. Al 5’ era gia in vantaggio, grazie a uno strappo di Lukaku che si è mangiato Romagnoli e ha messo l’1-0 sulla fronte dell’amico Lautaro, ieri a tratti immarcabile. L’Inter ha rischiato di dilagare, si è rilassata a inizio ripresa e, dopo i tre spaventi ravvicinati, ha chiuso il match col raddoppio descritto (12’) e una cavalcata di Lukaku (21’). Ricordiamo che l’Inter ha riposato in una settimane di coppe: altro indizio scudetto pro-Conte che deve dimostrare solo continuità e non sperperare più con le piccole. Il Milan non ha superato il trauma di La Spezia. E’ parso impaurito ed è stato subito travolto, complice una leggerezza di Romagnoli. Un’altra. Tra errori, rigori procurati e spiccioli, ne ha combinate troppe. Un capitano dovrebbe sostenere la squadra, invece spesso sembra che sia Kjaer a sostenere lui. Il ragazzo ha interrotto da anni il suo processo di crescita. Ibra invece ha fatto Ibra, mal assistito, spesso solo contro tutti. Handanovic gli ha negato due gol quasi fatti che avrebbero riaperto il match, nel miglior momento del Milan. Per mesi il Diavolo ha volato spensierato oltre i suoi limiti. Ora, come Adamo ed Eva dopo la mela, si è reso conto di colpo della propria nudità. Ha perso allegria mentale e atletica. Irriconoscibili Saelemaekers e Rebic. Qualcosina da Theo, ma mai l’uragano di un tempo.
Milan senza filtro
In mezzo c’è la situazione più critica. Bennacer, Kessie e Calhanoglu erano il triangolo magico che ha sparato in testa il Diavolo: infortunato il primo, stanco il secondo (sempre presente), in ritardo di condizione il terzo. Tonali è cresciuto nel secondo tempo, ma nel primo è stato travolto come gli altri dalle ripartenze muscolari dell’Inter che non rallentava neppure, quasi avesse il telepass. Era successo anche con lo Spezia. La sensazione è che, data l’emergenza attuale (assenze, condizione, umore...), Pioli dovrebbe intervenire tatticamente. Il tecnico sembra dire: «Così siamo stati felici, così torneremo a esserlo». In realtà, spesso le coppie tornano a essere felici proprio perché cambiano. Conte è volato via ritoccando i suoi dogmi, forse è l’ora di mettere mano al 4-23-1, per recuperare più solidità in mezzo. Un mediano in più? Magari 4-3-1-2, con Mandzukic o Leao in aiuto all’isolato Ibra. O 4-4-2 con esterni protettivi. Rinunciare a questi Saelemaekers e Rebic non sarebbe un delitto. Pioli, quando arrivò, creò un Milan senza Ibra e poi uno con: è abile a cambiare e costruire in fretta. I valori dimostrati a lungo restano. Ritrovati uomini guida e buona condizione, il Milan può ripartire, ma per ora forse deve cambiare forma per dare più filtro alla difesa. La Roma non riparte peggio dell’Inter. Quella di domenica sarà una partita chiave per il vero obiettivo stagionale: la qualificazione in Champions. Se il Milan, che ne ha perse sole 2 in tutto il 2020, perdesse la terza di fila, con che voce canterebbe poi Ibra a Sanremo e con che cuore lo ascolterebbero i tifosi?
Nerazzurri al top Difesa bunker, sulle ali si vola e in mezzo ora c’è equilibrio
Fiasco rossonero Ibra troppo isolato, la difesa soffre: secondo k.o. consecutivo