«Antonio un papà La Lu-La è super e le reti arrivano...»
L’ex bomber sul reparto nerazzurro «Tutti sanno bene come muoversi»
eco della gioia ha scavalcato l’oceano ed è arrivata dall’altra parte del mondo, fino in Sudamerica. Hernan Crespo le ha sentite bene quelle urla, Lukaku e Lautaro che festeggiavano i gol e la straripante vittoria nel derby, e, incollato alla televisione, ha visto nei loro occhi la fama di gloria che vale quanto una promessa. Ormai lui, fresco vincitore della Coppa Sudamericana con gli argentini del Defensa y Justicia, e appena diventato allenatore dei brasiliani del San Paolo, il calcio lo osserva «da tecnico» e non più «da tifoso»,
L’o «da spettatore imparziale». E con lo sguardo del tecnico, appunto, analizza, movimento per movimento, la coppia che fa sognare l’Inter e la squadra nel suo complesso. «Una squadra che sta segnando con una facilità impressionante – esordisce Crespo – e questo significa che il gioco è fluido, che la manovra ha un preciso filo conduttore e che tutti, in campo, sanno quello che devono fare».
3Partiamo
da Lukaku-Lautaro. Nessuno come loro?
«In Italia non c’è nessuna coppia tanto prolifica. E anche in Europa, se penso a tandem offensivi, fatico a trovare paragoni. Lukaku e Lautaro si completano e tutta l’Inter ne supporta l’azione».
3E’
cambiato il loro modo di giocare?
«Prima giocavano molto stretti, sfruttavano l’uno-due vicino all’area di rigore, ora si trovano con facilità anche in campo aperto e ciò testimonia che il tempo e la conoscenza dei reciproci pregi e difetti non fanno che aumentare il valore di questa coppia».
3Cosa
la colpisce dei due? «La potenza di Lukaku, senza dubbio. Quando parte è un treno, si trascina dietro compagni e avversari. E con i piedi, come dimostra la rasoiata del terzo gol al Milan, non è affatto male. Provate voi, in corsa, con il difensore addosso, a piazzare il pallone nell’angolino».
3Lautaro,
da sempre, è un suo
pupillo.
«Lo conosco da tanto tempo, quest’estate gli avevo consigliato di non accettare le offerte del Barcellona e di non muoversi dall’Inter e alla fine ho avuto ragione. In area è micidiale: i suoi movimenti sono sempre finalizzati al tiro, quindi al gol. E di