Coppa America dal 6 marzo in diretta Tv alle 4
Non c’è dubbio che sia un vantaggio giocare in casa, in un campo di regata che si conosce molto bene, con condizioni studiate e provate per mesi e mesi. Ma l’altra faccia della medaglia è che quel timone — in regate come queste — peserà ancora di più. E il tifo si potrebbe trasformare in pressione. Cosa che difficilmente accadrà per i due timonieri della Luna. «Nel match race possiamo fare molto bene — ha spiegato Bruni — . Sul corpo a corpo non ci spaventa nulla». Vinta la Prada Cup, adesso, molte delle responsabilità si sono spostate fra le dita di Burling, perché non c’è dubbio
●La finale della Coppa America inizia sabato 6 marzo, con diretta Rai 2 e Sky. Alle 16 locali (le 4 di notte in Italia) il segnale di partenza della prima regata. Come per la Prada Cup sono in programma 13 prove (al massimo): vince la Coppa chi se ne aggiudica per primo 7. I neozelandesi hanno conquistato il trofeo nel 2017 a che sono in tanti a dare per favorita la barca padrona di casa. E anche questo sarà un aspetto sul quale i due timonieri della Luna giocheranno le loro carte. Per Spithill è la settima Coppa di fila, per Bruni la quinta in ruoli sempre diversi della zona “pensante” della barca, per Burling “soltanto” la seconda. E negli ultimi 40 anni la Coppa ha registrato sei vittorie del defender e altrettante dello sfidante. A dimostrazione che la ruota (anche quella del timone) gira... 3’02”
Bermuda quando in finale superarono il catamarano americano di Oracle, allora timonato dallo skipper australiano Jimmy Spithill, oggi tornato a Luna Rossa.
E proprio per quello che riguarda Luna Rossa, questa sera neozelandese, quando in italia sono circa le 7, dopo la tradizionale Haka
EMIRATES TEAM NEW ZEALAND La barca kiwi ha un nome Maori, Te Rehutai. La prima traduzione è spuma del mare. Ma quella autentica è “Dove l’essenza dell’oceano rinvigorisce ed energizza la nostra forza e determinazione” (la danza Maori che è stata fatta conoscere al mondo con la nazionale di rugby), verrà consegnata ufficialmente a tutto l’equipaggio la Prada Cup. Il trofeo che era stato realizzato per premiare il migliore dei tre team sfidanti a questa edizione della Coppa America. Dopo che Auckland è tornata a livello 1 (per quello che riguarda l’allarme Covid) anche le ultime restrizioni sono cadute. E sul grande palco del Villaggio dell’America’s Cup ci sarà la cerimonia delle medaglie, con tanto di doccia di champagne, come accaduto in forma più privata domenica sera al termine della ottava regata contro Ineos Team Uk. Un ifficile sapere se il 6 marzo, mentre con la sua barca raggiungerà il campo di regata nel golfo di Hauraki, Peter Burling penserà a quella sua prima regata, 24 anni fa. Su una barca pagata poco più di 200 dollari neozelandesi (120 euro) per lui e suo fratello Scott da mamma e papà. Vicino casa, a Tauranga, propagine meridionale dell’Isola del Nord, dove questa storia di strambate e timoni è iniziata. Peter è più di un predestinato con quei suoi capelli rossi e la faccia da perenne bravo ragazzo. A 26 anni ha già vinto l’Olimpiade 2016 (dopo l’argento di 4 anni prima) e una Coppa America. Se a 11 anni si era trovato a battere i ragazzi di 15 e a 15 anni si era laureato per la prima volta campione del mondo (classe 420), qualcosa voleva dire.
DBlack Magic
A maggior ragione se ti hanno messo in mano il timone più pesante che ci sia per un neozelandese: quello di Black Magic, la barca (un tempo) tutta nera che sta alla leggenda velica, quanto gli All Blacks stanno a quella del rugby. Perché alla forza degli avversari devi aggiungere la pressione che ti arriva da coloro che hanno tenuto in mano quel “volante”. Basterebbe ricordare Russell Coutts, l’uomo che ha una collezione di Coppe e come Peter (sono in 3 in tutto il mondo) ha vinto sia Coppa che Giochi. Anche Coutts si era unito al coro degli estimatori di Peter Burling che alla esperienza in Coppa America nel 2017 a Bermuda ha aggiunto anche quella di un giro del modo in equipaggio. E comunque vada, a luglio, sarà in acqua a Tokyo per cercare di difendere l’oro di Rio e nei ritagli di tempo rappresenterà la Nuova Zelanda nel circuito di occasione di incontro e di festa anche con tutta la tribù di Luna Rossa che in quello stesso spazio segue in diretta le regate, sul grande schermo. Intanto, smaltita la festa, oggi nella base italiana era già tempo di mettersi al lavoro: dall’Italia sono arrivate altre vele nuove e un’altra coppia di foil.
Nel march race possiamo fare molto bene. E nel corpo a corpo loro non ci spaventano
Alle World Series abbiamo capito dove migliorare. In questi mesi siamo cresciuti molto