La Gazzetta dello Sport

L’abbraccio dell’Inter e di tanti campioni in lacrime per Mauro

In centinaia per l’addio all’ex difensore, sulla bara sciarpa della Nord. Presenti Bologna, Milan e Nazionale

- di Nicola Cecere

E’ stato un amico di famiglia, giocatore elegante e persona di grande simpatia. Che choc

Mauro Bellugi protagonis­t a di un calcio che non esiste più, quello delle bandiere

«Le tue gambe non ci sono più ma ora hai le ali per salire in Paradiso. Hai lottato come un leone sino all’ultimo, ci tenevi a trascorrer­e con noi più tempo possibile. Eri tu che tiravi su di morale gli amici che ti chiamavano, hai sorpreso anche noi. Come quando a Natale ti sei fatto trovare nel letto di ospedale con in testa le corna dell’alce: guardate cosa devo inventarmi per potervi riunire accanto a me... Non doveva finire così, papà, avresti meritato di vincere anche questa partita. Ma ti hanno giocato contro troppi avversari e ti hanno fischiato contro troppi rigori. Il calciatore elegante, leale, generoso lo hanno conosciuto in tanti. Come padre sei stato divertente imprevedib­ile, originale. Ricordo quando da ragazza mi capitava di rientrare tardi durante la settimana, magari alle due di notte, e tu venivi vicino a dirmi “Giadina, domattina non andare a scuola”... Ma come, papi, tutti i genitori dicono ai figli di non fare tardi durante la settimana e non bigiare la scuola... E lui pronto: “ma tu sei intelligen­te come tuo padre, recuperi in fretta”».

L’ammirazion­e di tutti

Le parole di Giada Bellugi, trasmetton­o i brividi alle centinaia di persone presenti nella basilica di Sant’Ambrogio per dire addio a Mauro, campione nel calcio e nella vita che «nei mesi di grande sofferenza ha destato l’ammirazion­e di tutta l’Italia per il coraggio dimostrato», ricorda padre Roberto Ferrari, consiglier­e spirituale dell’Inter di Ernesto Pellegrini. Sì, l’Inter soprattutt­o. E’ rappresent­ata ai massimi livelli dal presidente dei trionfi, Massimo Moratti (accompagna­to dalla consorte Milly e dalla sorella Bedy), molto commosso, e dai dirigenti di oggi: Beppe Marotta, Alessandro Antonello e Lele Oriali, che di Bellugi è stato compagno.

Tanti campioni

Ecco il responsabi­le del settore medico nerazzurro, Piero Volpi. E poi Beccalossi e Muraro, Bergomi e Ferri, Canuti e Galante. I milanisti Andrea Icardi e Stefano Eranio compagni di tante serate trascorse nei salotti televisivi (c’è il canale Italia Gold al gran completo). Mauro era in campo a Wembley nella nazionale che espugnò per la prima volta il tempio degli inglesi (1973). Roberto Bettega e Claudio Gentile, compagni in azzurro nel fantastico mondiale argentino del 1978, non hanno voluto mancare. E visto che Pablito, purtroppo, non c’è più, ecco spuntare da Prato la moglie, Federica: i due toscani arguti, amicissimi, si saranno ritrovati lassù. Con Giacinto e Mariolino, certo: «Alle esequie di Corso, venne da me Bellugi per rimprovera­rmi della mia fede calcistica che non era la sua...» il ricordo di monsignor Carlo Faccendini sull’altare. Nei banchi si nota il volto provato di Oscar Damiani che nel periodo delle giovanili divideva la stanza del pensionato proprio con Bellugi: tra i due nacque un legame solidissim­o, Damiani non giocò mai in prima squadra però si ritrovaron­o compagni nel Napoli della stagione 1979-80. Il Bologna (ci giocò dal 1974 al 1979) ha inviato una delegazion­e col suo gonfalone ufficiale. Adagiata sulla bara c’è una sciarpa della Nord, che sul sagrato ha esposto il suo affettuoso omaggio: «Buon viaggio Bellugi, eroe nerazzurro».

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 ?? LAPRESSE ?? Omaggio Giada Bellugi accarezza per l’ultima volta il papà, ricordato come un grande interista dai tifosi della Nord
LAPRESSE Omaggio Giada Bellugi accarezza per l’ultima volta il papà, ricordato come un grande interista dai tifosi della Nord
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M. Moratti

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