La Gazzetta dello Sport

L Ma Totti può servire da dirigente a questa Roma?

L’ex capitano gialloross­o è stimato da tutto il vertice E ha aperto a un ritorno

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a mano gliel’ha tesa lui due sere fa, parlando su Bobo Tv con tutti i suoi amici (Vieri, Cassano, Vendola e Adani). Ed andando diretto al cuore della questione, come fa spesso Francesco Totti, senza mezze parole: «Se i Friedkin mi dovessero chiamare mi siederei con loro a parlarne. Nella Roma oggi sono tutti stranieri: la proprietà, l’allenatore, il general manager. Serve uno che conosca l’ambiente, questo manca alla Roma». Per molti un’autocandid­atura, per altri un’analisi di un club che conosce come le sue tasche. Ma quello che ci si chiede è: Francesco Totti può davvero essere utile a questa Roma?

Il ruolo conteso

Ieri Totti era a Torino, a casa-Juventus, ospite di Pirlo. Ed oggi sarà a Milano per alcuni incontri di lavoro. Di certo c’è che nelle società di vertice quasi tutti hanno un ex bandiera all’interno della struttura. Alla Juventus c’è Nedved, al Milan Maldini, all’Inter Zanetti ed alla Lazio Peruzzi. Nella Roma fino al 17 giugno del 2019 c’era proprio Totti, che poi si è dimesso per i rapporti interni con alcuni dirigenti (non si è mai amato con Mauro Baldissoni) e per quelli esterni con alcuni consulenti di Pallotta (nello specifico Franco Baldini). «Avrei voluto fare il direttore tecnico, avrei potuto dare di più di altri dirigenti – ha detto ancora l’ex capitano gialloross­o – Ma non venivo mai coinvolto nelle scelte». In realtà proprio Mauro Baldissoni, subito dopo la famosa conferenza in cui Totti si dimise, chiarì così il suo punto di vista: «A metà del suo secondo anno da dirigente la società gli ha proposto di assumere quello che anche lui riteneva essere il ruolo più consono, quello di direttore tecnico. Francesco non ci ha dato una risposta e questo ci è dispiaciut­o. La sua scelta di Ranieri la società l’ha accolta, esattament­e come quella di andare a convincere Conte. Il lavoro però resta di squadra e nessuno può scegliere da solo...». Sta di fatto che le strade si separarono, anche in virtù di rapporti sfilacciat­i da tempo. Il resto è storia recente, con Francesco che ha lanciato la sua CT10 Management, a caccia di nuovi talenti da valorizzar­e nel mondo del calcio. Società però su cui recentemen­te ha accesso gli special la Procura della Figc, cosa che un po’ lo preoccupa: «Se mi dovessero mettere i bastoni tra le ruote vedrò poi cosa fare...», ha detto lui.

Il possibile futuro

E allora, chissà che nel futuro non ci sia davvero un ritorno nella Roma. Del resto, con Guido Fienga i rapporti sono da sempre ottimi e anche con Tiago Pinto, il nuovo g.m., si è creato subito un buon feeling. Si sono visti per la prima volta poco prima della fine del mercato, lontano da Trigoria per non accendere troppi riflettori. Totti ha parlato con il dirigente portoghese di alcuni giovani della sua scuderia, di Bruno Peres (di cui Francesco ha il mandato), suggerendo anche un paio di ragazzi dei campionati esteri su cui la sua società farebbe da mediatrice (uno potrebbe essere il giovane Kalimuendo del Lens, di proprietà del Psg). Pinto poi gli ha chiesto di Roma e della Roma. E da ciò che abbiamo ricostruit­o, anche i Friedkin da quando sono a Roma hanno imparato ad apprezzare Francesco Totti. E chissà che presto non gli propongano davvero un incontro, per capire se ci sono i margini per poterlo riportare dentro. Con quale ruolo? Magari proprio quello di direttore tecnico, collaboran­do anche fianco a fianco con Tiago Pinto, proprio come all’inizio faceva con Monchi. Poi toccherà a Totti capire cosa vorrà fare davvero. Ed ai Friedkin decidere se puntare sul cavallo di ritorno o meno... 3’52’’

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La proprietà Ryan e Dan Friedkin, alla Roma dall’agosto 2020
GETTY IMAGES/LAPRESSE ANSA L’incontro La proprietà Ryan e Dan Friedkin, alla Roma dall’agosto 2020

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