«A Brescia per costruire Come ho fatto in Olanda»
Buscaglia doppio coach: all’Europeo con i Paesi Bassi e in alto con la Leonessa. «Lavoro con chi ha visione»
a prima impresa è già nel cassetto. Maurizio Buscaglia ha riportato l’Olanda alla fase finale dell’Europeo 7 anni dopo l’ultima apparizione che aveva rotto un digiuno che durava dal 1989. Insomma, vedere i Paesi Bassi nell’elite Continentale è un evento che, stavolta, porta la firma del coach italiano. Pronto a rituffarsi nell’altra grande scommessa stagionale: ridare a Brescia l’ambizioso orizzonte immaginato da un mercato estivo importante. Ha sostituito Esposito a inizio dicembre: 6 vittorie e 4 sconfitte, il bilancio. Presa al penultimo posto, ora ha messo la Leonessa in ritmo playoff. «Intanto ringrazio chi mi ha rimesso in panchina. Ho detto sì a persone che hanno entusiasmo, visione, programmazione. Sono nuovo in questo club, rispetto il passato, ora mi hanno chiesto una squadra con una mentalità, una faccia e un modo di pensare ben definito. Difesa, durezza, consistenza e collaborazione sono le nostre parole d’ordine. Difendere insieme e passarsi la palla i nostri mantra». Sembra di sentir parlare Ettore Messina, a cui Buscaglia deve parte della sua formazione, negli anni d’oro di Basket City: «Il ritorno di Ettore è un passaggio fondamentale per tutto il movimento. È come il maestro che entra in classe. Complimenti a lui per come sta vincendo in Italia e per la grande Eurolega di Milano. Ettore è un’importante fonte di ispirazione». Ma Buscaglia ha occhi soprattutto per i suoi giocatori: «E per lo staff che mi ha accolto e introdotto nell’ambiente. Certo, Vitali, Moss, Sacchetti e Burns ci hanno messo molto del loro, una grande disponibilità e ora abbiamo piantato un nuovo albero». I frutti si vedranno col tempo. Buscaglia ha sempre lavorato così, con semine stagionali, che gli hanno portato in dote due finali scudetto e due titoli di allenatore dell’anno: in Italia (2015) e in Eurocup (2016). Tutti sulla panchina di Trento. Da qui la sfida: Brescia
Ci servono un po’ di vittorie per non guardarci più indietro
Il ritorno di Messina in Serie A è come il maestro che entra in classe
Lpuò diventare la nuova Trento? «Senza fare paragoni, dico che a Brescia si può costruire. Punto. Il mio scopo è questo. Però si cresce per gradi e non per salti. Innanzitutto pensiamo a mettere in sicurezza la Serie A. Servono un po’ di vittorie per non guardarci più indietro».
Impresa europea
Intanto inquadra, orgoglioso, la sua Olanda. «Un viaggio cominciato nel luglio 2019 - racconta -. Abbiamo cercato di allargare la base, partendo dalla Orange Lions Academy, poi abbiamo radunato i prospetti under 24 in giro per il mondo: Europa e College Usa soprattutto, cercando i nostri “Mannion” e “Banchero”. Un grande lavoro di reclutamento che, col mio staff, prosegue tuttora. Così è nata la nostra casa che significa progetto tecnico, identità e brand. Al summer camp siamo partiti con 36 giocatori». Da lì le tre bolle che hanno portato l’Olanda all’Europeo. «Nella prima abbiamo battuto la Turchia: non accadeva dal 1968. Quella vittoria ci ha dato consapevolezza. Tenere viva una connessione tra le finestre è stato determinante. Ora abbiamo in tasca una nazionale futuribile che ha centrato un bellissimo traguardo alla vigilia della nascita della BeNeLiga, il campionato unico di Belgio e Olanda». Buscaglia, Sacchetti e Scariolo con la Spagna: tre coach italiani all’Europeo. «Sono in grande compagnia» sorride Maurizio il cui accordo con gli Orange scade in aprile, ma sarà rinnovato. Il sogno è quello di sfidare l’Italia? «Sarebbe bello e gratificante. In Olanda dicono che adesso comincia il party. In realtà siamo solo all’inizio del percorso. Ricordiamoci che siamo i Paesi Bassi, non la Spagna...». 2’48” (vinte - perse) Milano 15-2 Brindisi 12-5 Sassari 12-5 Virtus Bo 12-6 Venezia 12-6 Pesaro 9-9 Trieste 9-9 Brescia 8-10 Treviso 8-10 Fortitudo 7-10 Reggio E. 7-11 Trento 6-12 Cremona 6-12 Cantù 5-13 Varese 5-13 È una Reggiana rinnovata quella che si presenterà domenica sera a Brescia. Dentro subito Henry Sims, il centro di 211 centimetri, classe 1990 che ritrova coach Antimo Martino dopo l’esperienza dell’anno scorso alla Fortitudo Bologna, chiusa a 15.1 punti e 8.9 rimbalzi di media. Ieri Sims si è presentato ai media: «Con il coach c’è un rapporto di stima che è nato ai tempi della Serie A2 quando io ero alla Virtus Roma e lui a Bologna – rivela il lungo nativo di Baltimora – ho sempre apprezzato lo stile delle sue squadre, qui porto leadership ed esperienza». E la Unahotels ne ha davvero bisogno dopo le turbolenze di spogliatoio che hanno portato a una piccola rivoluzione dai risvolti anche tecnici, con l’addio della guardia-ala Josh Bostic, già ufficializzato da Brindisi vista l’assenza di D’Angelo Harrison, e anche a Dominique Sutton, con l’ex Trento che è sul mercato dopo sole quattro partite con la maglia di Reggio Emilia. L’ultimo visto a disposizione è stato speso per Brynton Lemar, guardia statunitense di 193 centimetri, classe 1995 in uscita dal Gaziantep, in Turchia, dopo 17 gare con 11 punti, 2 assist in 24 minuti. Corsa contro il tempo per tesserarlo entro i termini federali (venerdì ore 11) e farlo esordire già domenica sera contro l’ex Maurizio Buscaglia, allontanato a maggio e liberato da Reggio lo scorso primo dicembre per potersi accasare a Brescia.
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