LAZIO CRAC
Questo Bayern è troppo Quattro gol dai tedeschi (e il primo è un regalo...)
n assoluto, non ci sono dubbi sulla differenza di valori tra la Lazio e il Bayern. Ma anche alle squadre più forti del pianeta, come quella tedesca, erano spuntate nelle ultime uscite alcune rughe che potevano illudere la Lazio. Dovevano caricarla, invece l’hanno impaurita ancor di più. La banda di Inzaghi si dimostra troppo inferiore, non può mai cambiare il rapporto di forza tutto spostato verso i rossi: certe super potenze sono abituate a crescere di tono quando sale la pressione, quando non si ha davanti mezzo campionato per recuperare alcune spensieratezze. L’esito è disastroso per la Lazio e non lascia sogni per il ritorno. L’ultima volta che il Bayern era venuto all’Olimpico aveva stracciato la Roma con un 7-1. Stavolta si ferma prima, dopo il 4-0 si rilassa, senza che il match cambi.
I motivi
Perché c’è troppa differenza, anche di atteggiamento. Sempre. Troppi timori della Lazio, troppa sicurezza del Bayern. Il duello nel duello è quello fra Ciro Immobile e Robert Lewandowski, la Scarpa d’oro della scorsa stagione e colui che è al momento il miglior centravanti del mondo. Il rispetto dell’azzurro, nelle parole di ammirazione, viene spostato sul campo. Lewa non si intenerisce quando Musacchio gli regala l’assist del primo gol dopo solo nove minuti. Arriva a 32 centri stagionali in 31 partite. Ciro invece è tenero quando gli capita la sua occasione, anche se siamo già sul 2-0, dopo un rigore negato a Milinkovic, e il primo tempo sta per finire: tira su una gamba di Alaba, non in rete. Piccole grandi differenze anche in questo caso. In tre reti dei rossi ci sono altrettanti errori colossali dei laziali: prima Musacchio, poi la coppia Leiva-Patric, quindi l’autorete di Acerbi. Allora il Bayern quasi s’indispettisce, nel raddoppio mette in mostra tutta la sua qualità, i tempi perfetti, saper attirare più avversari verso la palla per scaricare sul compagno libero. Sul palcoscenico europeo i bavaresi si sentono a proprio agio come sul divano di casa, la Lazio invece si fa piccola.
Lazio senza scampo
Fra gli accorgimenti della Lazio, spesso c’è l’ordine di alzare Luis Alberto o Milinkovic sulla trequarti per togliersi dalle protezioni del centrocampo rivale, costringere qualche difensore a uscire o a venir preso sul tempo per l’inserimento. Ma la mossa riesce raramente perché i laziali soffrono molto la prima pressione avversaria. Impiegano quasi venti minuti a uscire qualche volta con linearità, puntando sugli esterni. Sono soltanto rari scampoli di mancata sottomissione. Con il Bayern che lascia campo tra porta e linea difensiva, le corse sui lati o le sponde delle punte dovrebbero favorire le incursioni, ma i tedeschi non si fanno sorprendere e restano compatti quando arretrano insie
me. Hanno qualche debolezza sul lato destro, però limitano i danni a qualche fastidio. Inzaghi vede i suoi bassi, non possono giocare sulla riconquista perché non riescono a strappare i palloni. Così non si mettono in moto le verticalizzazioni o i lanci. Dopo mezz’ora cambia Musacchio con Lulic, mandando Marusic in difesa, ma Sané continua ad essere imprendibile, anche quando vola per il contropiede del poker, arrivato a inizio ripresa con l’autorete di Acerbi. La rete di Correa, subito dopo, serve solo per non restare proprio a zero.
Bayern sovrano
L’emergenza del Bayern, senza quattro possibili titolari, è stata ben cantata in questi giorni anche da Flick, ma proprio non si vede. Il ruolo chiave da coprire è quello di Müller, di solito presente ovunque: spalla della punta, soccorso dei mediani, lo chiamano radio per quanto grida e chiama il pressing. Nei territori del tedesco, il tecnico prova con Musiala, 17 anni e 363 giorni, che sembra messo lì soltanto per soffocare Leiva ma ha i colpi, si sa in Germania, e con la rete del 2-0 diventa il più giovane marcatore in Champions di una squadra tedesca e come giocatore inglese. Il Bayern è aggressivo subito, toglie certezze ai rivali, non li lascia pensare. E’ veloce di testa e di gambe. Le volate di Coman e Sané, autore del 3-0, la tranquillità di Kimmich, molto più che un mediano, anche qualche volo di Neuer, portano il Bayern in carrozza alla vittoria numero 17 nelle ultime 18 eurogare, l’altra è un pari. Per la Lazio è la prima sconfitta in questa Champions, meritata e troppo brutta. Una lezione che può lasciare tracce sgradite.