UN SUPER GIRO
Da Torino a Milano: 3450 km tra gli onori a Dante, lo Zoncolan, Cortina e tante trappole come lo sterrato di Montalcino
È il 700° anno dalla morte di Dante: la 13a tappa RavennaVerona è dedicata a lui
La sicurezza in gara e durante gli allenamenti sarà la priorità della mia gestione
Milano città della bici: la politica deve saper orientare le abitudini della gente
Sfida tra Nibali e Bernal, gran finale a Milano Cairo: «Spero che il Giro sarà trasmesso dalla Rai ancora a lungo». Diretta integrale per 17 tappe
Le stelle non stanno a guardare, anzi, e sono sempre più rosa. Dante non andava in bicicletta, però quando passeggiava nella pineta di Classe, alle porte di Ravenna, e pensava al Paradiso, aveva davanti quello stesso mare dove, d’inverno, Marco Pantani sarebbe andato a pesca di sgombri. E Verona? Qui Dante visse sotto la protezione di Cangrande della Scala, e all’Arena non si sono forse conclusi alcuni dei Giri più emozionanti, Battaglin, Moser, Basso o Carapaz, con le gradinate diventate un girone infernale del tifo?
Il ciclismo vive di sfide, sudore, fatica e prove all’estremo dei limiti umani, e sarebbe piaciuto a Dante. Perché la sua essenza è il duello, come quando si prendevano le parti di questa o quella fazione nella Firenze del Trecento. È affascinante vedere come il Giro abbracci la storia e la faccia sua. Perché se si festeggiano i 700 anni dalla morte di Dante o i 90 della maglia rosa, i 160 dall’Unità d’Italia o il centenario della nascita del mitico c.t. Alfredo Martini, lungo il filo rosa della corsa Gazzetta questi eventi diventano scrigni di cultura popolare.
Strade bianche
Da Torino a Milano, da piazza Castello a piazza del Duomo, dall’8 al 30 maggio. Gli studi Rai di “Quelli che il calcio” in Corso Sempione ospitano, in tempo di pandemia, una presentazione agile, con tanti interventi a distanza, e Letizia Paternoster, l’ospite che non ti aspetti, quasi padrona di casa, affascinante e affascinata dall’oro del Trofeo Senza Fine. In video ci sono il sindaco di Milano, Sala, il presidente della Lombardia, Fontana, e il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che dice: «Non mancherò. Il Giro fa vedere l’Italia dovunque». È al debutto il presidente della Federciclismo,
Cordiano Dagnoni; si rivede il c.t. Davide Cassani, appena uscito dal Covid. Tracciato spettacolare: 35 km di sterrato a Montalcino, in quattro settori tutti in salita; il passaggio da Ponte a Ema per Bartali e a Sesto Fiorentino per Martini nel giorno di Bagno di Romagna; la tappa da Ravenna a Verona per Dante; Gorizia-Nova Gorica capitali della cultura 2025; Cortina olimpica 2026. Il bilanciamento tra cronometro e salite, 38 km contro il tempo e otto arrivi in quota: i primi quattro più agevoli, poi dallo Zoncolan (versante di Sutrio) inizia un Giro...ne,
con 5 frazioni micidiali su 8. Le Dolomiti con Marmolada, Pordoi e Giau (quello vero: 9,9 km al 9,3%); le inedite Sega di Ala sul lago di Garda (11,2 km al 9,8%, punte 17%) e Alpe di Mera in Valsesia (9,7 km al 9%, punte 14%); lo Spluga amico di Adorni 1965 e l’Alpe di Motta sopra Madesimo (7,3 km al 7,6%) ultimi giudici prima della crono finale.
Campioni in fila
Uno spettacolo ancora una volta sulla Rai, che si è aggiudicata i diritti anche per il 2021. Urbano Cairo, presidente di Rcs Mediagroup, spiega: «Spero che prosegua ancora a lungo il rapporto con tra Rcs, il Giro e la Rai. Un rapporto che va avanti da decenni, con una piccola interruzione negli Anni 90, in modo molto positivo e proficuo. Direi che ci fa piacere che il Giro continui con Rai, che porterà questo evento nazionale molto popolare in tutte le case degli italiani. La Rai è la “Grande Mamma” degli italiani, tutti sono abituati a vedere il Giro sulla Rai». Parole che si sposano con quelle di Marcello Foa, presidente Rai: «Il Giro fa ascolti molto importanti e il sistema Italia trae beneficio da questi eventi. Giro come occasione di rilancio e del primo anno di rinascita dopo il Covid». Ci saranno 17 tappe su 21 in diretta integrale. Il direttore della Gazzetta, Stefano Barigelli, sottolinea come «questi saranno i giorni rosa dell’Italia. Ci sono stati 254 corridori che hanno vestito la maglia rosa e, di questi, 73 una sola volta: a loro la Gazzetta ha regalato un giorno di gloria». Paolo Bellino, direttore generale di Rcs Sport: «C’è una grande passione per il Giro, questa è l’Italia con le sue bellezze». Mauro Vegni, direttore del Giro: «Abbiamo cercato di contenere l’altitudine delle montagne, non saliamo a 2700 metri». I campioni? Tanti, e forti: Nibali, Bernal, Ciccone, Bardet, Pinot, Evenepoel, Caruso, Pozzovivo, Hindley, Landa, Simon Yates, Sagan, Nizzolo, Viviani. Più Ganna: il suo Piemonte l’aspetta già. Rosa.