ROSSO DI RABBIA
Decidono l’inesistente espulsione di Freuler al 18’ e l’1-0 di Mendy Gasp furioso: «Partita rovinata. Ma a Madrid in 11 si può vincere»
L’arbitro Stieler condiziona la partita trasformando un giallo in espulsione al 18’. Gasp risponde colpo su colpo fino al gol decisivo di Mendy all'86’
Eal tramonto ecco la beffa che si aggiunge al danno. Rossi di rabbia. Un’Atalanta tosta e determinata, in dieci uomini per 70 minuti tiene testa al Real Madrid e cade solo a pochi minuti dalla fine per un tiro casuale e resistibile di Mendy (di destro poi) che Gollini forse vede partire in ritardo. Un’ingiustizia del destino che si aggiunge a quella ben più grave dell’arbitro Stieler che, dopo poco più di un quarto d’ora, espelle Freuler per un fallo su Mendy giudicato in chiara occasione da gol. Un rosso diretto imbarazzante, per usare un eufemismo. Che ha rovinato la partita. A quel punto all’Atalanta non è rimasto altro da fare che opporre resistenza e l’ha fatto con grande cuore e ottima intelligenza tattica. Non è bastato. Così questo primo round degli ottavi di Champions registra tre sconfitte delle italiane, ma quella che ne è uscita meglio è la Dea. Perché il Madrid, seppur privo di tantissimi giocatori, è sempre il Real e l’Atalanta non ha certo sfigurato. Lo 0-1 subito in casa non è un bel risultato nei doppi confronti, si sa, ma con la Gasp band non è mai finita: a Valdebebas (con questo Real che perde anche Casemiro, ammonito e in diffida) si può giocare ancora qualche residua chance.
Le chiavi
Certo, ci vorrà ancora più coraggio e il ritmo della vera Atalanta. Perché, va detto, all’inizio, quando le forze in campo erano le stesse, non si è vista la solita Dea. Sembrava un po’ frenata, diremmo intimorita, ha cominciato sotto ritmo accettando, sbagliando, il palleggio del Real. Zidane ha scelto Isco invece di Mariano Diaz, utilizzandolo come falso nove che andava spessissimo dietro a raccogliere palla. E ha dato maggior libertà a Mendy di attaccare, mossa riuscita in pieno. Non era un Madrid trascendentale, questo lo si sapeva, ma veniva agevolato da un pressing nerazzurro più blando del solito. A questa velocità, Kroos, Modric e compagnia vanno a nozze. Ma l’Atalanta ha sofferto solo un po’ il fraseggio spagnolo, ha trovato un paio di ripartenze e non ha accusato alcun pericolo serio. Gollini non aveva ancora fatto una parata. Mentre al minuto 6 un bel cross di Muriel finiva dalle parti di Gosens che non trovava il tempo giusto per colpire di testa da ottima posizione. Un’occasione solitaria, anche perché il Real copriva bene gli spazi e dietro persino Nacho sembrava un gran giocatore. Giusto non snaturarsi, ma forse qualche lancio in più per i colombiani sarebbe stato vantaggioso per saltare il cen
trocampo monster. Ma non è possibile sapere se l’Atalanta stava aspettando di stancare il Real per poi accelerare, o se era in serata di soggezione, perché, appunto, dopo il minuto 18, con il rosso a Freuler, la sfida è inevitabilmente cambiata. Poco dopo, Zapata ha accusato un dolore alla coscia ed è dovuto uscire, risolvendo il dubbio a Gasp su chi togliere per inserire a copertura Pasalic. Il Real ovviamente ha preso il pallino in mano e qualche occasione l’ha avuta, ma non clamorosa. L’unica davvero pericolosa quella di Vinicius imbeccato da Isco, il cui tiro è stato deviato da Pessina. Per fortuna dell’Atalanta il Real palleggiava bene ma rifiniva male, per la nota penuria di serial bomber, Benzema in primis. Il fischio di fine primo round del pessimo Stieler, che tra l’altro graziava Nacho da un’entrataccia su Mahele (e più avanti anche Modric), è arrivato come un soffio di speranza. Nel secondo round il Real ha cercato di accelerare, ma l’Atalanta ha preso bene le misure e si è difesa con ordine soprattutto cercando di stare alta. Il superlavoro in copertura di Pessina, Gosens, Maehle e la grande attenzione del trio difensivo completava il quadro. Al Real son state concesse solo occasioni “sporche”, dei tiri forzati, spesso respinti o fuori misura.
Dopo che Vinicius ha fallito l’occasione più nitida, Zidane si è stancato e l’ha cambiato con Mariano Diaz (che non ha combinato molto di più). Più avanti, visto che la sua squadra non quagliava, ha avuto il coraggio di togliere Isco e Asensio per inserire due canterani, Arribas e Duro.
Il gioco dei cambi
Gasperini invece all’inizio del secondo round ha sostituto Muriel, apparso stanco, con Ilicic. Sembra il senno di poi, ma non ci sembrava una grande idea. sarebbe stato meglio un giocatore più fisico e con più cambio passo, tipo Lammers o Malinovskyi, per tenere un po’ su la palla. Lo sloveno infatti non ci riusciva e quando si è spazientito per un rinvio lungo verso nessuno di Djimsiti (che non poteva far altro) Gasperini si è infuriato con lui e l’ha tolto per mettere Malinovskyi e in contemporanea ha cambiato Maehle (il controllore di Mendy) per Palomino. Occhio, mentre licic andava dritto negli spogliatoi, Mendy metteva la palla della beffa nell’angolino di Gollini. Nemmeno un minuto dopo i cambi. Quando le cose vanno male possono andar peggio, diceva il tale. Ma non è finita. Con l’Atlanta non lo è mai.
Il caso
Ilicic entra al 56’ ma è sostituito dopo 30’. Josip non gradisce
Italia no
Tre sconfitte italiane: Dea k.o. dopo Porto-Juve e Lazio-Bayern