La Gazzetta dello Sport

SQUADRA MATURA DEA, DEVI CREDERCI

- di Sebastiano Vernazza

Un’altra italiana sconfitta nell’andata degli ottavi di Champions, ma l’Atalanta non ha fatto la figuraccia della Lazio, umiliata dal Bayern e in pratica già eliminata, né la brutta figura della Juve, caduta a Oporto e in grado di rimediare nel ritorno.

L’Atalanta esce a fronte altissima dalla sua prima volta contro il Real Madrid. Ha giocato in dieci contro undici per oltre un’ora e un quarto di gara, a causa di un’espulsione discutibil­e, e ha costretto i “blancos” a penare fino a cinque minuti dalla fine, per strappare il golletto in trasferta che vale un patrimonio. Nulla

è perduto, ieri l’Atalanta ha ottenuto un certificat­o di “parificazi­one”, non ci sono abissi a separarla dagli illustri

avversari. Della squadra di Gasperini è piaciuta l’adattabili­tà all’imprevisto, la capacità di mutare secondo necessità. Noi in Italia siamo abituati ad una Dea aggressiva, furiosa negli uno contro uno. Ieri, andata sotto di un uomo, l’Atalanta si è raccolta, compattata, racchiusa. Non ha mai tirato nello specchio della porta, dato sorprenden­te, se pensiamo a che cosa rappresent­a questa squadra nel nostro immaginari­o. L’Atalanta ha lavorato per impedire al Real di segnare il suo gol. La missione non è riuscita, però rimane la prestazion­e matura, consapevol­e. La partita è stata stravolta dalla “cacciata” precoce di Freuler, per fallo su Mendy lanciato a rete. Tutto ruota attorno al concetto di “Dogso”, non il nome di un cane, ma un acronimo inglese che sta per “denying an obvious goal-scoring opportunit­y”, negare una chiara opportunit­à di segnare una rete. L’intervento di Freuler ricade in quest’ultima fattispeci­e? A stretto e severo giro di regolament­o, forse sì: Mendy, senza la scorrettez­za di Freuler, avrebbe mantenuto il controllo del pallone e si sarebbe trovato faccia a faccia con Gollini, sebbene la sua posizione fosse abbastanza laterale, non proprio centrale. Di sicuro un arbitro saggio avrebbe applicato la diciottesi­ma regola del gioco, non scritta né codificata, la regola del buon senso, e avrebbe punito Freuler con un giallo, senza guastare l’incontro. Sono gli effetti collateral­i del calcio “telecratic­o”, dominato dalle immagini, in cui ogni sgarbo difensivo sopra le righe è ormai percepito come un crimine dai custodi delle norme e dai padroni dello show.

Resta poi valida la solita domanda maliziosa: a parti invertite, il tedesco Stieler, un avvocato di Amburgo, avrebbe mostrato il rosso diretto a un giocatore del Real Madrid? La risposta l’abbiamo ricevuta nella ripresa, quando Stieler, prima dello 0-1 madridista, non ha punito con l’ammonizion­e una imbarazzan­te simulazion­e di Casemiro nell’area atalantina. Sarebbe stato il secondo cartellino e sarebbe stata ristabilit­a la parità numerica. “Too big to fail”, troppo grande per fallire: chissà perché, a proposito del Real Madrid, ci sovviene quest’altra espression­e inglese, in uso nel mondo della finanza globale.

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 ??  ?? Sorrisi Gasperini (63), tecnico dell’Atalanta, scherza con Zidane (48, Real)
Sorrisi Gasperini (63), tecnico dell’Atalanta, scherza con Zidane (48, Real)

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