Pecchia lo ha allenato e garantisce «Fagioli in A? Ad alto livello, cresce»
Il tecnico della Cremonese: «Non fidatevi della sua faccia d’angelo»
Nicolò è un leader Ha la struttura di Jorginho, ma più frequenza
Cesena, giugno 2020. La finale di Coppa Italia di Lega Pro è appena finita e Nicolò Fagioli salta su un signore con la camicia bianca. Il suo allenatore, l’uomo che gli ha dato per 10 volte una maglia da titolare con la Juve Under 23 aiutandolo a passare dallo status di Primavera a potenziale centrocampista da Serie A. Fabio Pecchia, ora alla Cremoneconosce benissimo il Fagioli calciatore.
Che cosa non sappiamo ancora di Nicolò?
«Che più gli alzi l’asticella, più lui aumenta il rendimento. Secondo me, è una delle sue migliori qualità».
Quindi può giocare in Serie A senza problemi?
«Questo dipenderà da lui, da come gestirà i momenti. Però ha leadership: io non gli ho mai dato in mano la squadra, se l’è presa lui in campo».
Poche ore fa però Nicolò ha fatto discutere per un video in cui canta «pescarese nomade». Si è scusato ed è una cosa buona, ma quanto è maturo? «Può avere un modo di fare un po’ da bambino, ma ha intelligenza e maturità. E poi io ho avuto Kean a Verona: con me è stato ineccepibile, poi per due anni ha fatto qualche ragazzata e ora vediamo quanto faccia bese, ne in un club top. Sono età particolari, capita di inciampare. L’importante è non etichettare i ragazzi: cresceranno».
E in spogliatoio, che personalità ha Fagioli?
«La faccia d’angelo inganna. Il suo modo di porsi è quasi da lord, però la grinta giusta nei rapporti con i compagni».
Campo. In questi anni Fagioli ha giocato in tanti ruoli. È e sempre sarà un playmaker? «Noi giocavamo col 4-2-3-1 e lui era perfetto, è cresciuto anche fisicamente. È un centrocampista che sa fare le due fasi e giocare a calcio».
Non importa se è un po’ leggero, vero?
«Io ho lavorato con Jorginho, che non ha una struttura troppo diversa. Guardate dove gioca... E poi hanno buona resistenza, sono diversi ma Jorginho non ha la frequenza di Fagioli».
Ma alla fine, che cosa le disse Nicolò quel giorno a Cesena? «Che era il primo titolo della sua vita: per quello era felice. Gli ho risposto che ne avrebbe vinti altri...».