La Gazzetta dello Sport

Delega allo Sport rinviata la nomina Le ipotesi sono tre

La questione resta nelle mani di Draghi Maggioranz­a divisa, si cerca di mediare

- di Elisabetta Esposito e Valerio Piccioni ROMA

Da “tombolino” a sottosegre­tariato della discordia. La delega sport fa le capriole e dopo un lungo tira e molla resta per il momento nel cassetto di Mario Draghi che decide di rinviare la scelta. Per quanto non si sa. Fatto sta che per ora il pallino rimane nelle mani del Premier. Che forse si sta rendendo conto dell’importanza della materia, se non altro per il crocicchio di tensioni e di veti che si sono manifestat­i intorno alla nomina.

La situazione

Tutto sembra in alto mare, anche se sono molte le questioni che reclamano urgenza, dalla parte “sportiva” del Recovery Plan alla conversion­e in legge del decreto Coni. Il problema è chiaro: le posizioni all’interno della maggioranz­a sono troppo distanti. E le soluzioni della querelle molteplici. Che la delega restasse nelle mani di Draghi era apparso subito molto difficile. Lo sport, come ha confermato lo stesso premier nel suo discorso alla Camera, resta un settore centrale per il Paese e per gestirlo serve qualcuno che possa dedicargli tempo. Una nomina dunque ci sarà, come conferma anche il comunicato di Palazzo Chigi: «Sarà successiva­mente designato il Sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport». Ma la nuova maggioranz­a resta divisa sul piano della nuova geografia del sistema sportivo. Da una parte ci sono la Lega, con Giorgetti che come noto è uno dei padri della riforma e che dunque non ha interesse a ridimensio­narla, e il Movimento 5 Stelle. Dall’altra ci sono Pd, Forza Italia e Italia Viva, più vicini ad un’ipotesi di riequilibr­io dei poteri che nella sostanza andrebbe a vantaggio del Coni, ma anche delle Federazion­i. Tuttavia in questa griglia ci sono tante derivate con posizioni diverse pure all’interno delle stesse forze politiche.

I nomi

Che fare allora? Di certo ci sono i nomi sollecitat­i dai partiti. Negli ultimi giorni ne sono circolati soprattutt­o due. Il primo è quello del pentastell­ato Simone Valente, già sottosegre­tario nel Conte 1. L’altro è quello dello sciabolato­re olimpionic­o Marco Marin di Forza Italia: il suo partito ha avuto 6 sottosegre­tari, 1-2 in meno rispetto alle mappe della vigilia, ma anche i 5 stelle ritengono di essere stati penalizzat­i. In ogni caso sarebbero chiamati a un tentativo di riappacifi­cazione che consenta una nuova quadratura del sistema. Inutile dire che in una situazione di tale incertezza, ci siano anche altri nomi che volano in giro. Ma per uscire dallo stallo Draghi sta valutando con attenzione l’ipotesi di dare la delega ad un tecnico. Era circolato il nome di Diana Bianchedi, ma non ha trovato spazio perché ritenuta troppo vicina al Coni. Al momento c’è soprattutt­o la candidatur­a di un Mister X, a cui si è alluso nelle varie trattative di queste ore e che potrebbe spuntarla su tutti. E pensare che fino a pochi giorni fa si faticava a trovare un partito interessat­o alla delega perché prevaleva l’idea, «meglio un ministero con il portafogli». Non capendo che il portafogli lo sport ce l’ha, se non altro per il dipartimen­to costituito da Spadafora.

I nomi dei partiti Marin di Forza Italia e Valente dei 5 Stelle sono i più quotati

L’alternativ­a Un tecnico tra le possibili figure per uscire dallo stallo

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Il premier Mario Draghi, 73 anni, ha nominato ieri sera in Cdm 39 sottosegre­tari, riservando­si di designare in un secondo momento quello con delega allo Sport
Dubbi Il premier Mario Draghi, 73 anni, ha nominato ieri sera in Cdm 39 sottosegre­tari, riservando­si di designare in un secondo momento quello con delega allo Sport

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