La Gazzetta dello Sport

Il lungo Sprint

Pellegrino a te la Coppa «Adesso voglio medaglie e nozze» Cancellate le ultime due gare, Chicco vince il trofeo di specialità: «Qui saprò lottare coi norvegesi»

- di Stefano Arcobelli

Il caldo sulla pista tedesca di Oberstdorf renderà le prove più dure, ma Federico Pellegrino, per tutti Chicco, non s’è mai posto limiti. Nella stagione spesso disertata dai norvegesi rimasti a casa per i timori del virus, il valdostano è stato il protagonis­ta delle Sprint, soprattutt­o a tecnica libera, tanto da conquistar­e già aritmetica­mente la Coppa del Mondo di specialità (439 punti contro i 369 del russo Retivykh) con due tappe di anticipo, cancellate. Cinque anni dopo è tornato il re della velocità. E oggi si lancia sui Mondiali, nel format a tecnica classica, di cui è argento olimpico.

Pellegrino, almeno un obiettivo è già raggiunto.

«La Coppa del Mondo e i Mondali vanno su binari distinti, io ero già saltato da un po’ sul binario mondiale, sia a livello fisico che soprattutt­o mentale, e la notizia di aver vinto la Coppa

due giorni prima di una gara mondiale rischia quasi di dare un po’ fastidio... ma mi fa un enorme piacere, certo».

È stata una stagione...?

«Di difficoltà e di soddisfazi­oni. Mi è dispiaciut­o che la Norvegia non abbia mandato i suoi atleti, ora sono qui ai Mondiali ma le restrizion­i non sono diverse. Io in stagione avrò fatto una quarantina di tamponi».

Contro Klaebo e compagnia sarà una resa dei conti nella loro tecnica preferita?

«Io resto concentrat­o, a tecnica classica da alcuni anni non riesco a salire sul podio, quindi mi presento al via come autentico outsider, eppure con tanta voglia di giocarmi le mie carte e far vedere che posso dire la mia così come ho già fatto all’Olimpiade di PyeongChan­g 2018».

Dove lei fu argento, in fondo il suo risultato più prestigios­o in carriera.

«E nel 2022 ai Giochi di Pechino la Sprint sarà a mio vantaggio perché a tecnica libera. In fatto di continuità, io ci sono sempre stato».

A proposito, dal 2015 è sempre salito sul podio ai Mondiali: le mancano 2 medaglie per raggiunger­e il record di Silvio Fauner di 7 podi in 4 edizioni. Come vive il confronto? «Quello era un altro fondo, forse non c’era un calendario così folle e un’organizzaz­ione così. In questo invidiamo ora anche il biathlon».

Un altro valdostano, Marco Albarello, a Oberstdorf vinse il titolo iridato nell’87 a tecnica classica: corsi e ricorsi?

«I bilanci si fanno alla fine... Ora mi è difficile essere abbastanza lucido. E poi qui ci sarà domenica anche la Sprint a coppie a tecnica libera dove invece non possiamo nasconderc­i con Francesco De Fabiani: l’obiettivo è la medaglia come dimostrano i due podi di questa stagione e la tradizione di medaglie prese in questo format nei passati Mondiali, non può essere altrimenti».

Lei è il leader di quest’Italia giovane, agile e sottovalut­ata? «Non sento il peso, mi rende solo orgoglioso, speriamo anche nella staffetta».

Insomma un Pellegrino pronto su tutti i fronti. «Sono carico, il tracciato è assai duro, reso ancora più difficile dalle condizioni di neve primaveril­i. Qui fa tanto caldo, la Sprint classica diventerà una gara tosta e non mi dispiace neanche troppo. E poi ci siamo già stati per allenarci e conosciamo ogni insidia».

Aver gareggiato poco è un vantaggio o uno svantaggio per i rivali?

«Gli avversari sono i dominatori norvegesi, credo che Klaebo e Valnes siano i due favoriti per l’oro, ma anche gli altri norvegesi saranno agguerriti per salire sul podio. I russi Bolshunov e Ustiugov venderanno cara la pelle e magari anche qualche svedese. So che per me sarà un’impresa difficile, ma non mi tiro fuori dalla lotta».

L’intesa con De Fabiani per la gara di domenica è al top? «Dopo il bronzo di due anni fa, siamo sempre più affiatati».

Lei che sa vincere col metodo, capace di pianificar­e tutto, ha dovuto rinviare il matrimonio con Greta Laurent a causa della pandemia.

«Ma ad inizio giugno comunque vada, cascasse il mondo ci sposeremo. Ora l’importante è tornare a casa con la medaglia...».

Il suo approccio ai Mondiali è sempre lo stesso?

«Non mi faccio di certo prendere dal panico, dall’ansia di dover vincere. Ho avuto il tempo di crescere, gara dopo gara, finale dopo finale dal 2010, medaglia dopo medaglia e mi pare di aver costruito il miglior palmares. Manca solo l’oro olimpico. Ma ci sto lavorando».

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Tre vittorie in stagione Federico Pellegrino è reduce da 3 vittorie nelle Sprint ma a tecnica libera: Davos, Dresda, Val Munstair per il Tour de ski

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