Milano, debutta Evans col Khimki Messina: «Guai a sottovalutarli»
Ancora nove partite, ovvero la volata finale per i playoff, che Milano affronta imbarcando un’arma in più. Da ieri veste Armani anche Jeremy Evans, 33 anni, ala-pivot di 2.06, buon stoppatore, discreto rimbalzista ma, soprattutto, una rotazione aggiuntiva sotto canestro dove mancano quelle di LeDay e Brooks. Zach dovrebbe tornare la prossima settimana, il neoacquisto resterà comunque nei ranghi fino a fine stagione, spendibile però solamente in Europa. Può coprire entrambi i ruoli, quello di ala-forte e, all’occorrenza, quello del pivot, grazie a una fisicità non banale. È fermo da più di un anno anche a causa di un infortunio che ha superato. Milano lo ha testato per una settimana, provandolo ripetutamente da secondo lungo e dopo attenti accertamenti clinici. Lo butterà nella mischia già stasera al Forum (ore 20.45, diretta Eurosport 2) contro il Khimki, l’ultima tappa europea di Evans. Chiuse con i russi nel gennaio 2020, prima anche un’esperienza in
Turchia col Darussafaka. Scelto col numero 55 al draft 2010 dai Jazz, è rimasto nello Utah fino al 2015, vincendo la gara delle schiacciate nel 2012, saltando con due palloni il compagno di squadra Gordon Hayward, e arrivando secondo l’anno dopo balzando una gigantografia di se stesso. Un concentrato di energia insomma, a caccia del ritmo partita nell’impegno in teoria meno ostico. Poi il calendario, per Milano, si farà minaccioso con Fenerbahce, Zalgiris, Cska e Barcellona in sequenza. Messina però punta i piedi. Al Khimki manca forse la motivazione, ma non certo il talento: «Ha avuto una stagione difficile, ma c’è ancora tanto talento, soprattutto realizzativo, nel Khimki, a cominciare da Shved. Servirà pazienza, sapendo che nulla è scontato, per cui dovremo essere noi a fare la partita e non aspettare che le cose succedano da sole».