I PRONOSTICI E LE TRAPPOLE
Se c’è una cosa che questo campionato ci ha insegnato, è che non conviene mettersi a fare pronostici, pena la clamorosa smentita...
Se c’è una cosa che questo campionato ci ha insegnato, è che non conviene mettersi a fare pronostici, pena la clamorosa smentita. La tentazione di “divinare” è sempre forte, in particolare nel calcio dove, complice il tifo, ognuno prevede sempre ciò che spera… Ma troppo volte quest’anno i risultati non si sono voluti piegare ai presagi. Esempi recenti: chi l’avrebbe mai detto che a La Spezia il Milan avrebbe rimediato la peggiore sconfitta di una stagione che sin qui resta comunque splendida? La stessa Inter schiacciasassi degli ultimi tempi, all’inizio dell’anno è stata battuta a Genova dalla Sampdoria e due giornate dopo (nelle quali aveva pareggiato con la Roma e battuto la Juventus) costretta al pari (senza reti) dall’Udinese. E vogliamo dire della Roma? Nel giorno in cui poteva portarsi a soli tre punti dai rossoneri travolti dall’Inter, con la prospettiva domani di agganciarli, non andava oltre lo 0-0 con il Benevento, per giunta ridotto in dieci…
Ci fermiamo qui, anche se gli esempi potrebbero continuare, coinvolgendo tutte e sette le “sorelle” che corrono per lo scudetto e i posti Champions. La premessa era fondamentale prima di mettersi a valutare la giornata che ci aspetta, la quale, sulla carta, vede il Milan come vittima designata: gli impegni delle altre consorelle appaiono infatti di difficoltà medio-bassa se paragonati a quello che attende i ragazzi della via Pioli, usciti con la lingua fuori dal confronto con la Stella Rossa in Europa League, competizione che invece ha dato una buona spinta ai giallorossi di Fonseca, anche se li ha privati di Dzeko. Ma, bosniaco e Coppa a parte, è la condizione generale della Roma che appare nettamente migliore di quella del Milan, che non a caso nelle ultime 5 partite ha perso 4 punti nei confronti dei prossimi avversari. Tuttavia, come detto, i precedenti di un torneo condizionato dal Covid, dalle partite a ripetizione, da preparazioni ritardate o affrettate, senza dimenticare ciò che fa parte stabilmente del gioco del calcio, cioè infortuni e scadimenti di forma, tutto ciò dicevamo invita a non dare nulla per scontato. Prendiamo InterGenoa: sulla carta non c’è partita: 27 punti di differenza, 57 gol fatti (miglior attacco della Serie A) contro 26, 24 reti subite contro 33… La macchina di Conte non ha mai girato così bene, eppure siamo convinti che in cuor suo il tecnico pugliese guardi con estrema attenzione al confronto con Ballardini, che ha rimesso ali e artigli al Grifone, prendendolo che era penultimo in classifica con 7 punti, e portandolo nel mare della tranquillità dopo averne raccolti 19 in 10 partite, nelle quali ha fermato sul pareggio Lazio e Atalanta e battuto il Napoli… E la stessa Juventus, che potrebbe approfittare di un ulteriore passo falso del Milan per insidiarlo a una sola lunghezza, non può assolutamente prendere sotto gamba la sfida di stasera col Verona, con cui pareggiò all’andata: se Guardiola disse che incontrare l’Atalanta era come andare dal dentista, confrontarsi con la squadra di Juric è come affrontare un accidentato sentiero di montagna, dove ogni metro conquistato te lo devi sudare. Perciò la morale rimane quella iniziale: per gli addetti ai lavori, è meglio resistere alla tentazione dei pronostici; per chi in campo ci deve andare, occhio alle trappole, soprattutto a quelle meglio mimetizzate: perché se ci cadi dentro, oltre a farti male, poi hai anche il problema di come uscirne.