«Tagliatelle, gol e spirito vincente Così da bambino era già grande»
«Ho iniziato ad allenare Lautaro quando aveva dieci anni, nelle giovanili del Liniers di Bahia Blanca. E con me ha debuttato in prima squadra quando doveva ancora compierne sedici. Sì, sono un privilegiato». Alberto Desideri è come un padre per l’attaccante dell’Inter. «Vederlo giocare a San Siro e con quella maglia è una gioia immensa. È felice in nerazzurro e si trova molto bene a Milano». «Pichu», così viene chiamato Desideri, è sempre rimasto colpito dalla personalità di Lautaro: «Non gli piaceva mai perdere, era un vincente: aveva già un carattere da calciatore professionista». Al punto che, prima delle partite, mangiava le tagliatelle in bianco «per non appesantirsi troppo».
Come Aguero
Forza fisica, velocità, precisione sotto porta: l’attaccante nerazzurro è sempre stato un giocatore completo, «anche se all’inizio non era una punta d’area di rigore, era più un esterno avanzato». E Lautaro aveva qualcosa di speciale rispetto ai ragazzi della sua età: «Contro l’Olimpo de Bahia Blanca, quando aveva dieci anni, ha segnato quattro gol nel primo tempo. All’intervallo l’allenatore avversario mi ha chiesto se potessi sostituirlo». Nel 2013 è arrivato l’esordio in prima squadra in un match di «Liga del Sur», il torneo locale, contro il Puerto Commercial. «Eravamo sotto 2-0 e ho deciso di farlo entrare. Aveva 15 anni e otto mesi. Ha segnato dopo pochi minuti: controllo di petto e palla nell’angolino. Poi ha contribuito anche alla rete del 2-2». Per l’occasione, Lautaro ha giocato con un taglio di capelli bizzarro: lunghi ai lati, rasati in mezzo. «Era un rituale per l’esordio, una sorta di battesimo». Dopo quattro partite in prima squadra, è arrivato il Racing. Prima si era interessato il Boca Juniors, ma «hanno detto di avere tre attaccanti più forti in quella categoria». Non se ne fece nulla. Bahia Blanca ha partorito anche Manu Ginobili, «ma andiamo piano: è presto per dire dove possa arrivare Lautaro. È un giocatore della nostra nazionale, già questa è una cosa straordinaria». Secondo Desideri, nel Toro c’è qualcosa di Aguero, «ma a livelli così alti ogni giocatore ha caratteristiche personali difficili da mettere a confronto». E con Lukaku «forma una delle coppie più forti d’Europa. Si completano a vicenda, hanno forza fisica e tanti gol nelle gambe. Possono vincere il campionato».