La Gazzetta dello Sport

Super attacco con i fantastici 4 Ma la difesa non è blindata

- di Stefano Boldrini

Greenwood, Fernandes, Cavani e Rashford sono temibili. Gioco non brillante ma attenti a Pogba

Quando una squadra si permette di schierare dalla linea di trequarti in su il quartetto Greenwood, Fernandes, Rashford e Cavani, con la variante Martial al posto del centravant­i uruguayano, è facile guardare indietro per trovare il punto debole. Il Manchester United perde colpi procedendo a ritroso. A centrocamp­o, Fred-Pogba hanno in McTominay, Van de Beek e Matic ottime alternativ­e. La sorpresa, semmai, è scoprire che l’olandese, pagato 39 milioni di euro più 5 di bonus, sia panchinaro fisso. Fred sta però vivendo il suo miglior periodo inglese, mentre lo scozzese McTomiany è in costante crescita e con un solo vero limite: un eccesso di agonismo che si traduce in un discreto numero di cartellini. È dietro, in difesa, che i Red Devils hanno la loro fragilità scoperta, con l’aggravante del calo di rendimento del portiere De Gea, forse turbato dalla concorrenz­a di Henderson, 23 anni, titolare nelle coppe — 10 presenze su 13 — e, sull’onda lunga di un rendimento ineccepibi­le, sostenuto dai media nazionali.

Punto debole

È il cuore della retroguard­ia il lato debole del Manchester United. La coppia Lindelof-Maguire non raggiunge mai picchi di eccellenza. Lo svedese ha qualcosa in più sul piano della tecnica, mentre l’ex difensore del Leicester, capitano, pagato 87 milioni di euro nell’estate 2019 e già 30 presenze in Nazionale, è fortissimo sul piano fisico, pericoloso in attacco, ma vulnerabil­e nelle chiusure. Le alternativ­e sono poche: l’ivoriano Bailly è spesso infortunat­o, Tuanzebe ha commesso qualche errore ed è stato vergognosa­mente attaccato dai razzisti sui social, mentre Jones la scorsa stagione è sceso in campo solo in 8 gare e ora è a quota zero.

Gioco

Il norvegese Ole Gunnar Solskjaer è un allenatore portato per la gestione e sicurament­e sorretto dai suoi trascorsi da calciatore — sua la firma dell’incredibil­e trionfo dello United nel recupero della finale Champions 1999 contro il Bayern —, ma non è un cultore del gioco come Guardiola, un motivatore come Mourinho, o abile sul piano tattico come Ancelotti. I 10

punti di ritardo in Premier rispetto al Manchester City hanno questa chiave di lettura. Guardiola è riuscito a spiccare il volo nonostante gli infortuni di Aguero e Jesus. Lo United, con tutto quel ben di Dio in attacco, è secondo, in coppia con il Leicester. Mai sottovalut­are però il gruppo di Solskjaer. Fernandes,

Rashford e Cavani sono le star. E poi c’è il vecchio spirito, eredità dei tempi di Alex Ferguson: si lotta fino al 95’, su tutti i palloni. Lo United non molla mai. Guai darlo per morto.

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