Super attacco con i fantastici 4 Ma la difesa non è blindata
Greenwood, Fernandes, Cavani e Rashford sono temibili. Gioco non brillante ma attenti a Pogba
Quando una squadra si permette di schierare dalla linea di trequarti in su il quartetto Greenwood, Fernandes, Rashford e Cavani, con la variante Martial al posto del centravanti uruguayano, è facile guardare indietro per trovare il punto debole. Il Manchester United perde colpi procedendo a ritroso. A centrocampo, Fred-Pogba hanno in McTominay, Van de Beek e Matic ottime alternative. La sorpresa, semmai, è scoprire che l’olandese, pagato 39 milioni di euro più 5 di bonus, sia panchinaro fisso. Fred sta però vivendo il suo miglior periodo inglese, mentre lo scozzese McTomiany è in costante crescita e con un solo vero limite: un eccesso di agonismo che si traduce in un discreto numero di cartellini. È dietro, in difesa, che i Red Devils hanno la loro fragilità scoperta, con l’aggravante del calo di rendimento del portiere De Gea, forse turbato dalla concorrenza di Henderson, 23 anni, titolare nelle coppe — 10 presenze su 13 — e, sull’onda lunga di un rendimento ineccepibile, sostenuto dai media nazionali.
Punto debole
È il cuore della retroguardia il lato debole del Manchester United. La coppia Lindelof-Maguire non raggiunge mai picchi di eccellenza. Lo svedese ha qualcosa in più sul piano della tecnica, mentre l’ex difensore del Leicester, capitano, pagato 87 milioni di euro nell’estate 2019 e già 30 presenze in Nazionale, è fortissimo sul piano fisico, pericoloso in attacco, ma vulnerabile nelle chiusure. Le alternative sono poche: l’ivoriano Bailly è spesso infortunato, Tuanzebe ha commesso qualche errore ed è stato vergognosamente attaccato dai razzisti sui social, mentre Jones la scorsa stagione è sceso in campo solo in 8 gare e ora è a quota zero.
Gioco
Il norvegese Ole Gunnar Solskjaer è un allenatore portato per la gestione e sicuramente sorretto dai suoi trascorsi da calciatore — sua la firma dell’incredibile trionfo dello United nel recupero della finale Champions 1999 contro il Bayern —, ma non è un cultore del gioco come Guardiola, un motivatore come Mourinho, o abile sul piano tattico come Ancelotti. I 10
punti di ritardo in Premier rispetto al Manchester City hanno questa chiave di lettura. Guardiola è riuscito a spiccare il volo nonostante gli infortuni di Aguero e Jesus. Lo United, con tutto quel ben di Dio in attacco, è secondo, in coppia con il Leicester. Mai sottovalutare però il gruppo di Solskjaer. Fernandes,
Rashford e Cavani sono le star. E poi c’è il vecchio spirito, eredità dei tempi di Alex Ferguson: si lotta fino al 95’, su tutti i palloni. Lo United non molla mai. Guai darlo per morto.