L’ora DEL Contismo CHOLO O GUARDIOLA? ANTONIO SUL PODIO HA TROVATO L’INTER AD ALTA INTENSITÀ
I numeri lo avvicinano a Simeone e Pep È terzo per media punti nell’Europa top: così si esalta segnando e tirando più del City
Non è una rivincita, no. Perché la ferita Champions resta aperta, perché quell’eliminazione Antonio Conte l’ha definita «immeritata», non corrispondente al tipo di gioco espresso dall’Inter. E il solo tornarci su con il pensiero rischia di riattivare l’incendio. Ma se c’è una squadra che oggi sta viaggiando con ritmi europei — per gioco, intensità e classifiche conseguenti — questa è proprio l’Inter. Siamo sul podio, l’andatura è da medaglia in quella infinita maratona che è il campionato: terza media punti dei primi cinque tornei continentali. Davanti ci sono solo l’Atletico Madrid di Diego Simeone e il Manchester City di Pep Guardiola. Gli opposti che mai si sono attratti, due religioni con un solo punto di contatto - la ricerca del successo - ma un modo di arrivarci completamente differente. E poi c’è l’eroe dei due mondi. Conte potremmo dipingerlo così: non s’offenda nessuno per la definizione presa in prestito da Garibaldi. Ma in fondo Antonio unisce proprio due mondi, due religioni, il Cholismo e il Guardiolismo. Al centro, tremendamente di moda adesso, c’è il Contismo, ideale fatto di punti fissi, qualche angolo smussato e una mediazione frutto di ricerca costante.
Differenze
Il Contismo ha portato l’Inter in testa al campionato e ha messo il campionato nella testa dell’Inter. Il tecnico nerazzurro via social ieri ha mostrato un secondo video sul tema, pubblicizzando un’azione prolungata dei suoi contro il Genoa, con dieci giocatori coinvolti e oltre un minuto di possesso palla. Più Cholismo o Guardiolismo? Il Contismo è una miscela dei due tipi di gioco. Ma oggi, con i calciatori attuali, più sbilanciato verso il credo dell’allenatore del Manchester City. Con una differenza: Conte cura di più la fase difensiva rispetto a Pep, o forse è più giusto dire che la sua è una fase di non possesso più attenta, mentre
Pep lavora difensivamente già con lo stesso pallone tra i piedi. In definitiva: il possesso di Conte è sempre con il pensiero rivolto, prima o dopo, alla finalizzazione, alla verticalizzazione, mentre quello di Guardiola può avere anche uno scopo preventivo: il pallone ce l’ho io e tu non potrai mai attaccarmi.
Le facce
Poi ci sono i numeri, che spingono l’Inter e il Contismo. Antonio ha un proiezione di oltre 88 punti (Simeone 91), ha una produzione offensiva superiore sia al City sia all’Atletico, non solo in termini di reti, ma anche come numero di conclusioni tentate a partita: 11,8 totali, contro i 10,6 degli inglesi e i 9,4 degli spagnoli. Come si spiega la via di mezzo, il «compromesso» tra tiki taka e calcio verticale? Il Contismo è qui: 29 palloni di media giocati nell’area avversaria a partita, contro i 34 del City, più gol segnati e tiri effettuati ma un possesso palla più simile - anzi, praticamente identico - all’Atletico del Cholo, piuttosto che al Manchester. La vogliamo leggere con le facce? L’Inter non solo è la Lu-La. O meglio: non è più solo la Lu-La, perché sì, qualche partita s’è vista in cui i nerazzurri hanno fatto fatica, cercando fin troppo la scorciatoia del pallone a Lukaku. Ma oggi l’Inter è Barella che interpreta alla perfezione le due fasi. E, ancor di più, è l’accoppiata in mezzo al campo BrozovicEriksen, la via della qualità preferita alla quantità, un’uscita in più di gioco dalla difesa, un livello in più di difficoltà aggiunto alle letture degli avversari.
Stipendi ok
L’Inter è piena, Conte l’ha riempita di soluzioni strada facendo: un puzzle che si è andato formando e che lascia relativamente sereni per il futuro. La tranquillità con cui la squadra ha affrontato la gara con il Genoa è stata esemplare, oggi anche le voci legate alla proprietà spaventano meno. Peraltro, il club onorerà regolarmente la mensilità di gennaio, provvedendo al pagamento degli stipendi entro il 15 marzo. Un assist per Conte, di cui un giorno Guardiola disse: «Antonio è uno dei migliori al mondo. Ho grande ammirazione per come prepara le partite e come le sue squadre stanno in campo. Sa sempre tirare fuori il meglio dai suoi calciatori, la sua squadra ha subito solo un gol nelle ultime sette partite». Parlava del Chelsea, Pep. Ma il numero, guarda caso, torna buono anche per l’Inter: il Contismo vale ovunque.