Il Barça affonda
Corruzione e fango su Messi Bartomeu è arrestato Barçagate: l’ex presidente passa la notte in commissariato I milioni spesi per sporcare l’immagine di Leo e Piqué
on chiamatelo più Barçagate, ma Bartogate». La battuta è di Joan Laporta, pronunciata ai microfoni di chi chiedeva all’ex presidente del Barça, nonché uno dei tre candidati alle elezioni presidenziali in programma domenica, la sua opinione sull’ennesima pagina nera della storia recente del Barcellona.
«NPerquisizioni e fermi
Una giornata iniziata alle 8.30 con un raid della squadra economica della polizia catalana presso gli uffici del Barça al Camp Nou. I Mossos d’Esquadra sono rimasti 9 ore alla ricerca di documenti, fermando sul posto il CEO Oscar Grau e il responsabile dell’ufficio legale del club, Romà Gomez Pontì, entrambi poi portati in commissariato. Contemporaneamente gli agenti si sono presentati a casa dell’ex presidente blaugrana Josep Maria Bartomeu e in quella del suo braccio destro al Barça Jaume Masferrer: perquisizione delle residenze e fermo dei due ex dirigenti blaugrana. I Mossos sono intervenuti anche nella sede della società i3 Ventures, elemento chiave nel Barçagate. Bartomeu e gli altri fermati hanno scelto di non dichiarare:
IL NUMERO
Grau e Gomez Ponti sono stati rilasciati ieri sera, Bartomeu e Masferrer hanno dormito in commissariato.
Lo scoop
Riepiloghiamo. Un anno fa la radio spagnola Cadena Ser alza il velo su quello che viene rapidamente battezzato come Barçagate: una serie di pagamenti a società, inizialmente una argentina e una uruguayana, poi la catalana i3 Ventures, che si occupano di Big Data, per avere dei report sull’attività social del Barcellona. Ci sono però alcuni elementi assai grigi: il costo del servizio è altissimo, e dura da tre stagioni. Sei fatture all’anno, tutte da 199.000 euro. Cifra mica casuale: le spese sotto i 200.000 euro non devono passare al vaglio del consiglio direttivo. In tre anni il Barcellona spende dunque oltre 3 milioni e mezzo di euro per indagini di mercato che valgono un decimo, o forse meno. Non solo. Dalla Ser informano che, più che monitorare il traffico sui social network, le società pagate dal Barça si occupano di gettare fango su alcuni personaggi. Come gli ex Laporta, Guardiola, Xavi e Puyol, avversati apertamente dalla giunta di Sandro Rosell, il presidente che era succeduto a Laporta e che poi travolto dallo scandalo relativo all’acquisto proibito di calciatori
Un anno fa la radio Cadena Ser alza il velo su quello che è detto Barçagate: una serie di pagamenti a società di Big Data da parte del Barcellona. Che in realtà si occupano di gettare fango su alcuni personaggi, come gli ex Laporta, Guardiola, Xavi e Puyol, ma anche Messi e Piqué. Pagamenti che non vengono vistati dal consiglio direttivo del club. Poi la denuncia di un gruppo di soci e le indagini del Tribunale di Barcellona minorenni si era dimesso lasciando il club in mano al suo secondo, Josep Maria Bartomeu. Ma anche Leo Messi e sua moglie Antonela, o Gerard Piqué. Il Barça pagava, a carissimo prezzo, una società perché gettasse fango a mezzo social network su due dei suoi giocatori più rappresentativi. I giocatori s’indignarono e pubblicarono un comunicato durissimo contro la presidenza.
L’autoassoluzione
Bartomeu reagì cascando dalle nuvole. Disse che aveva sospeso (mansioni e stipendio) il fedelissimo Masferrer, ma il dirigente di fatto non era stato toccato. Poi ordinò un’inchiesta esterna, affidata ai consulenti di PWC. I risultati arrivarono dopo mesi e il verdetto fu chiaro: nulla di irregolare. Intanto però si succedevano le dimissioni dall’area economica del club, volontarie o forzate, con alcune uscite in ambito amministrativo altamente sospette. “Barto” proclamava la sua innocenza però evidentemente alla polizia avevano seri motivi per dubitare della cosa perché, in seguito alla denuncia di un gruppo di soci, il Tribunale numero 13 di Barcellona ha avviato l’indagine. Prima perquisizione degli uffici blaugrana nel luglio scorso, la seconda ieri, con i quattro fermi. L’accusa parla di due reati: corruzione e falso amministrativo.
Elezioni domenica
Nel frattempo il 27 ottobre scorso Bartomeu si è dimesso per evitare di diventare il primo presidente nella storia del club ad essere destituito con un impeachment. Se n’era andato con un discorso lungo e tronfio, un monologo che era parso fuori misura allora e che oggi è persino surreale. A Barcellona in molti indicano in Bartomeu il peggior presidente della storia blaugrana, nonostante durante il suo primo mandato sia arrivato il secondo triplete del club, nel 2015. Da lì un disastro dopo l’altro, a livello economico e amministrativo. Il deficit del club che è arrivato a 1.173 milioni di euro, il 2020 senza uno straccio di trofeo dopo anni di vacche grassissime, il Barçagate. Sì, sembra più un “Bartogate” come dice Laporta. Che domenica cercherà di tornare presidente. Contro di lui Victor Font (anche lui vittima della macchina del fango di i3 Ventures) e Toni Freixa. Tre candidati per una poltrona piena di spine. Perché il Barcellona è «més que un club» anche nella crisi, epocale.
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