La Gazzetta dello Sport

Federer rinuncia a Miami Nole lo eguaglia da numero 1

Roger sarà a Doha e Dubai mentre Djokovic lo raggiunge nelle settimane in testa alla classifica: 310

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otto il sole di Miami, Roger non ci sarà. Il campione in carica (nel 2019 batté Isner, l’anno scorso non si giocò per la pandemia) non difenderà il titolo nel Masters 1000 della Florida (dal 24 marzo al 4 aprile), unico appuntamen­to stagionale del Sunshine Double americano, visto che Indian Wells al momento è sospeso in attesa di nuova collocazio­ne, se ci sarà. Federer, d’altronde, fin dal momento in

Scui ha annunciato il rientro a Doha (da lunedì) dopo aver rinunciato all’Australia, ha fissato gli obiettivi stagionali sui grandi appuntamen­ti estivi, da Wimbledon all’Olimpiade di Tokyo fino agli Us Open di settembre.

Il percorso

E poco importa dei punti che perderà in conseguenz­a di questa scelta, la classifica è ancora congelata e soprattutt­o un’assenza così prolungata (ultima partita il 30 gennaio 2020) richiede molta cautela e impegni centellina­ti. Era improbabil­e, perciò, che il Divino si sottopones­se a un tour de force di tre tornei di fila (dopo Doha giocherà a Dubai) con un lungo viaggio aereo incorporat­o, senza considerar­e che a Miami, torneo di livello elevatissi­mo, il rischio era di affrontare subito un avversario molto impegnativ­o. La road map, perciò, appare chiara: due tornei di medio livello per mettere nel motore più partite possibili, un paio di sgambate sulla terra europea (Roma spera) e poi l’aumento di intensità per l’erba e il cemento. Quanto alle condizioni attuali, lo storico preparator­e Pierre Paganini le ha illustrate in una lunga intervista a un quotidiano svizzero: « È folle pensare quanto è stato lungo il percorso. In termini di forza è tornato al livello pre-infortunio. Il tennis però non è uno sport di forza, ma di resistenza ai continui stimoli di reattività. Stiamo lavorando molto sulla velocità: sarà un punto importante. Ora si sta allenando normalment­e. Se lo vedessi diresti che non è infortunat­o e

Il record mi rende molto orgoglioso: adesso posso pensare agli Slam

sta bene. Ma non bisogna dimenticar­e che solo quando tutte le tappe del recupero sono complete si riacquista anche la reattività. La differenza rispetto al 2016 è che adesso i muscoli avevano perso tonicità».

L’aggancio

Intanto, da ieri, Federer si ritrova a condivider­e un record prestigios­issimo, quello delle settimane complessiv­e al numero uno, con Novak Djokovic: 310 per entrambi. Una coabitazio­ne che durerà appena sette giorni, perché da lunedì prossimo, curiosamen­te proprio nel giorno in cui Roger rientrerà sul circuito, Nole diventerà leader solitario, un traguardo fenomenale e che sembrava impensabil­e non solo all’inizio della carriera, ma anche dopo lo stop forzato del serbo nel 2017 per i problemi al gomito destro. Il Maestro diventò numero uno per la prima volta il 2 febbraio 2004 e lo rimase per 237 settimane consecutiv­e, primato al momento irraggiung­ibile, il Djoker invece il 4 luglio 2011: «Essere il numero uno del ranking era il mio sogno da bambino in Serbia, averlo raggiunto e averlo conservato così a lungo è un’enorme soddisfazi­one. Ora potrò concentrar­mi sugli Slam». La sete di successi non si estingue mai.

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 ??  ?? Rivali Roger Federer, 39 anni e Novak Djokovic, 33: tra loro 50 sfide dirette
Rivali Roger Federer, 39 anni e Novak Djokovic, 33: tra loro 50 sfide dirette

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