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Strategie opposte: la Roma accelera Fiorentina in stallo

- di Luca Calamai Massimo Cecchini

Ieri vertice Friedkin-Raggi: piano 2026 Commisso: no al Franchi e stimoli ai suoi

Ipotesi. Gli stadi hanno generalmen­te forma circolare, forse sarà per questo che è facile ritrovarsi inaspettat­amente al punto di partenza. Ecco, Fiorentina e Roma, in fondo, si ritrovano stasera a condivider­e almeno un paio di cose: la malinconia per le due ultime sconfitte (contro Udinese e Milan) e poi proprio la questione stadi, che hanno visto le due proprietà Usa trovarsi ad affrontare problemi analoghi, anche se declinati in modo differente. Ma se Rocco Commisso, dopo un breve flirt, è andato in rotta di collisione con la politica fiorentina, Dan Friedkin ha accantonat­o il progetto ereditato da Pallotta su Tor di Valle, per puntare a costruire il solo stadio (senza centri commercial­i) in un’area che fin dal principio sia gradita anche al Comune.

Sintonia con la Raggi

E allora cominciamo da qui, cioè dall’incontro di un’ora, molto cordiale, che ieri è andato in scena in Campidogli­o tra il presidente della Roma e la sindaca Raggi. Il numero uno del club, accompagna­to dai dirigenti Fienga e Scalera, ha ribadito alla Prima Cittadina e al Capo Gabinetto, Stefano Castiglion­e, i motivi del no al vecchio progetto, ormai diseconomi­co, ma ha anche detto chiaro: «La Roma vuole un nuovo stadio di proprietà», moderno, ecososteni­bile e integrato col territorio, cioè già servito da infrastrut­ture. La Raggi ha mostrato una disponibil­ità piaciuta a Friedkin. Entrambi hanno convenuto sul fatto che bisognerà prima chiudere l’iter per

Tor di Valle, cosa che prenderà circa un mese. Su questo fronte, poi il club non è affatto preoccupat­o della possibile azione legale di Eurnova, ex proponente del vecchio progetto, così come credono che il ceco Vitek non si unirà all’azione. Infine, l’amministra­zione ha ribadito che esiste già un dossier su 18 aree che può essere una base di lavoro. Il timing di massima, comunque, dovrebbe essere confermato: due anni per le autorizzaz­ioni e due per la costruzion­e. Apertura prevista: 2026.

La carica di Rocco

Aria diversa, invece, si respira a Firenze. Oltre al rendimento della squadra, lo stadio è un’altra ferita per Commisso. Se il Viola Park (da 85 milioni) sarà pronto tra un anno e mezzo, per l’impianto si va in salita. Il Comune porterà avanti il restyling del Franchi (5-6 anni almeno), ma non ha la certezza di avere una squadra di Serie A che possa utilizzarl­o. Dall’altra parte c’è Commisso che ha chiuso all’ipotesi Franchi, però non ha un’area dove poter realizzare in tempi più rapidi un nuovo impianto. Difficile in questo momento ipotizzare quale potrebbe essere un punto di compromess­o. Tra un anno Comune e Fiorentina dovranno ridiscuter­e dell’affitto del Franchi. Chissà se nel frattempo l’ipotesi nuovo stadio a Campi avrà preso corpo. Intanto ieri, dall’America, il presidente ha parlato alla squadra, ricordando che ha investito tanto, ha sempre difeso tutti, ma non sa fino a quando potrà farlo, se le cose continuera­nno così. Il presidente ha anche sottolinea­to come, con la Roma, ci sarà già una grande occasione di riscatto, da affrontare con rabbia agonistica sin dall’inizio, anche per i tifosi, che sono sempre vicini. Sarà importante giocare col cuore e cercare il risultato, anche perché da quando è qui non ha mai raccolto punti con le romane. E se a questa amarezza di aggiunge anche lo stadio...

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