Hamilton parte l’ultimo giro?
DUBBI SUL SUO FUTURO LEWIS TOGLIE LA SCENA ALLA NUOVA MERCEDES
Per Niki Lauda fu un attimo. Scese dalla sua Brabham, dopo le prove del GP del Canada 1979, e rivolto al patron Bernie Ecclestone disse lapidario: «Basta, non ce la faccio più a girare in tondo, me ne vado». Nico Rosberg, invece, impiegò un po’ di più. Il giorno della vittoria nel GP del Giappone 2016 decise in segreto che a fine stagione si sarebbe ritirato, se fosse diventato campione del mondo con la Mercedes, come poi accadde. Lewis Hamilton avrà tutto il 2021 per pensarci. Non dipenderà dalla conquista dell’ottavo titolo iridato, uno più del mito Michael Schumacher, ma da quella vocina dentro di noi che ci dice se siamo felici o no. Ieri il fuoriclasse inglese non sembrava entusiasta, alla presentazione della nuova Mercedes W12 E Performance, come se sentisse il peso di dover ripartire per l’ennesima stagione da favorito. «Non è stata una pausa facile» ha detto riferendosi al tempo trascorso dall’ultima gara del 13 dicembre ad Abu Dhabi. «Il rinnovo del contratto mi ha impegnato, poi mi sono focalizzato sul recupero fisico in vista di questo campionato e sulla famiglia. Non ho mandato messaggi web relativi alla F.1 o al contratto perché era più importante pensare alle tante persone che stanno perdendo i loro cari a causa della pandemia».
Motivazioni
Il fatto che Hamilton abbia firmato per un solo anno, seppure con un’opzione a suo favore per quello successivo, fa sospettare motivazioni in calo. È bastata una frase, durante la diretta YouTube dell’evento, a scatenare il panico: «Ho vinto più di quanto sognassi in F.1. Non c’era necessità di programmare il futuro a lungo termine». Lewis ha poi chiarito: «Amo ancora correre e sono pienamente coinvolto in quello che faccio. Andare avanti non dipenderà dalla vittoria o meno dell’ottavo titolo.
Non voglio che sia un fattore decisivo. Invece voglio essere sicuro di sorridere quando infilo il casco ed esco dai box». L’impegno sociale, la lotta contro il razzismo e le altre mille passioni (in primis la moda) che coltiva fuori dall’automobilismo, non c’entrano. Potrebbe continuare a fare il paladino delle minoranze e a vincere in pista. L’uno non esclude l’altro. Sir Lewis, appena
La scelta di smettere non dipenderà dall’8o titolo ma dal divertimento LEWIS HAMILTON (7 VOLTE CAMPIONE DEL MONDO)
Impegno sociale L’iridato: «Dirò a Domenicali che va fatto di più per l’uguaglianza»
nominato al cavalierato, è anzi ben consapevole che il suo messaggio per l’uguaglianza diventa planetario proprio perché ci sono i trionfi sportivi a sostenerlo. «Abbiamo fatto molto — osserva — ma dobbiamo ancora fare tanto, con azioni concrete, perché il mondo migliori. Il cambiamento è possibile e necessario. Ne parlerò con Stefano (Domenicali; n.d.r) in Bahrain.
L’anno scorso ci siamo inginocchiati, un gesto simbolico che ha avuto un grande impatto, però non basta. Bisogna creare opportunità per le persone. Sono fiero che la Mercedes abbia creato un programma con le scuole di Londra e investito in una Fondazione a favore delle minoranze». La sua missione non è una distrazione. Semmai è un “turbo” per le prestazioni di Hamil
Wolff: «Ha vinto tanto, normale prenda tempo. Ma noi non corteggiamo altri piloti». Svelata la W12: si rivede una spruzzata d’argento
ton. Il cui futuro è legato solo alla voglia di lottare e rimettersi ancora in gioco, al di là dei soldi che la Mercedes metterà sul piatto (quest’anno 40 milioni di euro) e dei “rischi” legati alla rivoluzione regolamentare in F.1 del 2022. «Non credo che le nuove auto influenzeranno la decisione – dice il team principal Toto Wolff –. Mi aspetto il solito impegno da Lewis, è ancora innamorato delle corse. Tuttavia i tempi cambiano, portando nuove priorità nella vita di tutti. Per cui è normale che, dopo avere vinto tanto, sia flessibile sul futuro. Fra noi c’è grande fiducia. Abbiamo stabilito di discutere del 2022 e degli anni seguenti al più presto, certo prima che finisca questa stagione. Sentiremo che cosa deciderà Lewis. Mentre Bottas sa di avere il destino nelle proprie mani e da questo dipenderà anche la posizione di Russell (oggi alla Williams; n.d.r.). Nel frattempo non corteggiamo nessun altro: Max Verstappen è un giovane fantastico, ma prima vogliamo trattare con i nostri piloti».
Occhio ai rivali
Arrivare in cima al mondo richiede enormi sforzi, ma restarci ancora di più. Questo ha imparato Hamilton. «Mi aspetto un altro anno duro come il 2020. La sicurezza sarà fondamentale per restare in salute e non essere costretti a saltare alcuna gara. Passerò il 99% del tempo a casa, nella mia bolla». L’ipotesi di vaccinare piloti e team, offerta dal regno del
Bahrain, per ora è stata scartata dalla F.1, ma la Ferrari sta valutando. La Mercedes ha conservato la livrea nera anti-razzismo, con un pizzico d’argento, e si prepara a un’altra sfida dopo sette Mondiali costruttori consecutivi. «Il budget cap può essere un vantaggio prestazionale, perché impone di evitare gli sprechi — spiega Wolff —. L’affidabilità della nostra power unit non ci preoccupa: abbiamo fatto grossi passi avanti sul raffreddamento. Sarà cruciale bilanciare gli sforzi fra questa stagione e la prossima. Ci sono squadre che puntano al 2022 e altre che vedono nel 2021 un’occasione di vincere il titolo». Il riferimento è a Ferrari e Red Bull. «Le nuove direttive aerodinamiche — avverte Hamilton — ci hanno tolto carico al posteriore, avremo gomme diverse e meno grip, il degrado potrebbe aumentare. Inoltre non sappiamo se qualche team sia messo meglio di noi». Sicuro che sarà solo un Mondiale di transizione?