La Gazzetta dello Sport

Debutto 2005: scatto in salita e il mondo capì chi era Nibali

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artedì, giorno della tradizione. Il martedì di metà febbraio era riservato al Trofeo Laigueglia: non si poteva parlare di bicicletta se non c’era questa corsa, l’Apertura con la “a” maiuscola del calendario nazionale. Era il 15 febbraio, c’era il sole. Da Lamporecch­io, in Toscana, ai piedi del San Baronto, la salita di casa, era arrivato anche un pullman di tifosi per incitare un giovanissi­mo messinese di vent’anni tondi tondi, che nella provincia di Pistoia abitava da quando ne aveva 16. Silenzioso, sottile sottile. Quasi avesse timore di entrare nel salotto buono. Ma da quel giorno, invece, il mondo si è accorto di quale gioiello il ciclismo aveva regalato all’Italia.

MVincenzo Nibali, quanti ricordi oggi a Laigueglia. Quel 15 febbraio 2005 è stato il suo primo giorno di scuola nel profession­ismo con la maglia della Fassa Bortolo diretta da Giancarlo Ferretti. Al collo la medaglia di bronzo nella cronometro Under 23 al Mondiale 2004 di Bardolino, sulle sponde del lago di Garda. I suoi compagni di squadra: il lussemburg­hese Kirchen (che vinse), Dario Frigo, lo spagnolo Flecha, Sacchi, Velo, Facci e Corioni. Non corre più nessuno, solo San Vincenzo d’Italia, che stamattina riassapora il clima del lungomare di Laigueglia dopo 13 anni: l’ultima volta in Riviera era stato il 2008, poi l’apertura italiana erano diventate altre gare.

Ma poteva essere anonimo il debutto da profession­ista di Nibali? Figuriamoc­i... La Gazzetta dello Sport titolò: “Nibali fa il pieno di elogi”. Vincenzo non resta fermo un attimo: al km 81, sul secondo passaggio dalla salita del Balestrino, nell’entroterra di Ceriale, va all’attacco con Frigo e fa il vuoto; all’ultimo

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