La Gazzetta dello Sport

Zhang resta solo Marotta si sfila Gazidis nel mirino Maldini ai tifosi «Io non sapevo»

L’a.d.: «Iniziativa dei proprietar­i». Ma rimetterà il mandato da consiglier­e Figc

- LE MILANESI IN RITIRATA di Gozzini, Stoppini

ennaio, tutto è partito lì. Nei giorni in cui il gruppo Suning mollava lo Jiangsu, campione di Cina,considerat­o non strategico come l’Inter. Perché una Superlega con lo Jiangsu non la fai, per intendersi. E così, in quelle prime settimane del 2021, Steven Zhang cominciava i colloqui per il progetto europeo guidato da Florentino Perez e, in Italia, da Andrea Agnelli. Conference call dalla Cina, con il management italiano che certamente era al corrente delle chiacchier­e di cui sopra, ma non dello stato d’avanzament­o del progetto. Naturale, in fondo, che la società sia stata attratta dall’idea di far schizzare in alto gli introiti: 630 i milioni di euro di indebitame­nto del club. La Superlega non avrebbe certo cambiato i piani a stretto giro di posta: sarebbe continuata comunque la ricerca di un partner in grado di sostituire LionRock. Però, la torta ingolosiva. E così Zhang non ha messo giù il telefono, anzi.

GDue fasi

È stato lui a guidare i contatti con gli altri. È stato lui a illustrare agli altri 11 colleghi di un viaggio mai iniziato quel che la Cina e in generale il mercato asiatico avrebbe potuto rappresent­are. Per carità, Zhang non ha mai tirato il gruppo. Ma sul carro è salito volentieri, stimolato dall’idea di un cambiament­o. Ma dal carro è sceso pure per primo, due sere fa. C’era Steven collegato, nella riunione di martedì sera in cui i 12 decidevano come uscire dal tunnel nella maniera più degna possibile. Il presidente dell’Inter era stato relazionat­o dall’Italia sull’aria che tirava, sui rischi in ottica futura di un’operazione simile. E su quello che un’accelerazi­one della vicenda - forse non ben calcolata, almeno non per quanto riguarda le ricadute - avrebbe potuto provocare. E così, dopo le sei inglesi, Zhang ha alzato la mano e ha detto stop. Il retroscena è in comunicato nerazzurro a due fasi, certamente anomalo. Il primo con una nota Ansa diffusa all’1.18 della notte tra martedì e mercoledì, in cui veniva fatta filtrare l’intenzione di mollare. Poi l’uscita ufficiale, solo ieri mattina. Il motivo? Il club nerazzurro ha voluto rispettare un «patto di attesa» con Juve e Milan. Ma d’altro canto ha preferito precisare subito la propria posizione, svincoland­osi il prima possibile e seguendo l’esempio inglese.

Dimissioni

Mentre Zhang cuciva la relazioni con Agnelli dimettendo­si dall’Eca - passaggio obbligato, per evitare guai legali -, in Italia gli amministra­tori delegati

Beppe Marotta e Alessandro Antonello partecipav­ano alle riunioni di Lega. Anche quelle, ovviamente, in cui di discuteva il delicato tema dei diritti tv. Neppure loro avevano colto l’accelerazi­one del progetto Superlega: «Questa iniziativa è stata portata avanti direttamen­te dai 12 proprietar­i dei club, il management dell’Inter non è entrato direttamen­te - ha detto Marotta sul tema -. Ma è giusto che i compiti vengano anche divisi: io e Antonello ci siamo concentrat­i nella gestione quotidiana del club». Lo stesso Marotta ha poi aggiunto: «Se questo progetto è fallito, chiarament­e qualche errore è stato commesso durante il percorso, le lacune sono evidenti». Forse nelle modalità di comunicazi­one, nella tempistica, nell’uso che di questo progetto è stato fatto. Cosa accade ora? Che le polemiche intorno al ruolo di consiglier­e federale di Marotta porteranno il dirigente nerazzurro a presentare le dimissioni nella riunione all’inizio della prossima settimana: «Rimetterò il mandato, se non mi vorranno più farò un passo indietro». Proprio nei giorni del rientro in Italia di Zhang: senza Superlega, con lo scudetto. Può bastare, anche se porta meno soldi?

La resa Il «doppio» comunicato per «rispettare» Juve e Milan

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