Il Sassuolo lo ribalta Ora rischia di subire il sorpasso dell’Atalanta
Si sblocca su rigore, era a secco dal 7 marzo Ai friulani manca De Paul: squadra in ritiro
MILAN NO
Var decisiva
Annullato un gol al brasiliano, poi, sempre via video, arriva il penalty
Il peso di Rodrigo De Paul sull’Udinese si è visto ieri sera. Col suo leader in tribuna col mate, squalificato, la luce bianconera non si accende, o si accende a intermittenza, nella seconda parte della ripresa quando la squadra di Luca Gotti (da oggi in ritiro) va sotto ancora una volta su calcio di rigore e comincia a giocare, a prendere il pallino e a seminare il panico nell’area del Cagliari che trova tre punti vitali per continuare la difficile rincorsa per la permanenza in A. E’ il terzo rigore di fila (il nono in stagione) che l’Udinese subisce: col Torino Arslan monta su Belotti, e finisce 0-1, a Crotone il braccio di Molina non è quello di un manichino, ma De Paul è incontenibile, e il terzino argentino si ripete col Cagliari, anche sfortunato, su un colpo di testa di Carboni. Il sogno del decimo posto si infrange perché chi è davanti corre di più, perché l’Udinese, sicuramente non baciata dagli dei, non sfrutta le partite che potevano essere favorevoli (Torino e Cagliari in casa), ma senza De Paul e col settore avanzato che non è proprio un’artiglieria pesante la fatica si nota. E il Tucu Pereyra, che fin qui è stato impeccabile, incappa nella giornata
peggiore della stagione e non riesce a sostituire degnamente l’amico del cuore.
Che Cagliari
Ma il Cagliari visto a Udine non è quello folle che ha ribaltato la partita sabato scorso col Parma vincendola 4-3, ma una squadra concreta, solida, ritrovando dietro il simbolo Ceppitelli che prende per mano il reparto e permette a Vicario di uscire da trionfatore nello stadio dei suoi sogni davanti a papà Michele nella sua Udine. Il merito di Semplici è quello di aver dato serenità ed entusiasmo ai ragazzi che ora ci credono. Ieri ha rinunciato a Duncan, ha dato fiducia a Deiola (ben ripagata) e Asamoah, ha messo Nainggolan a fare il Ninja, dietro le punte, più libero di spaziare anche perché Walace non ha opposto gran resistenza. Pronti via e palo di Pavoletti. L’Udinese intuisce che non sarà facile. Marin ci prova, Radja ne semina due e calcia fuori. Mentre Joao Pedro, imbeccato dalla stella rossoblù, si beve Bonifazi e segna un gran gol, ma Guida, fresco di convocazione
all’Olimpiade come Var, viene richiamato da Maresca e annulla perché Marin prima ha steso Forestieri. Dopo 10’ della ripresa ai rossoblù assetati di punti e giunti allo stadio con un pullman trovato all’ultimo perché quello d’ordinanza si è fermato in centro, va meglio: c’è il braccio di Molina, ancora una volta, a inguaiare l’Udinese: Joao va sul dischetto e fa 14 gol, sbloccandosi. Non segnava da 5 gare, dal 7 marzo a Genova con la Samp. E’ il suo quarto rigore in campionato, il quinto gol all’Udinese, la sua vittima preferita.
Cambio di passo
Ma da quel momento è l’Udinese
che cerca il pari. Anche perché il patron Pozzo si farà sentire. Si gioca a una porta sola, Okaka duella e rovescia pure, Nestorovski entra bene e scheggia la traversa, ma su un regalo di Asamoah calcia fuori un rigore in movimento. Il gioiellino Braaf si presenta alla grande, ma trova il miglior udinese, Vicario, che non fa rimpiangere Cragno. Domenica con la Roma non ci sarà Nainggolan, che poteva evitare il giallo per proteste, ma ci sarà ancora questo portiere friulano che è pronto per il grande salto.