La Gazzetta dello Sport

NIENTE SARÀ COME PRIMA

- Di Stefano Barigelli

Hanno perso la faccia e anche la partita. La fragorosa sconfitta dei 12 capitanati da Perez e Agnelli è destinata a cambiare il calcio più in profondità di quanto non avrebbe fatto la Superlega ....

Hanno perso la faccia e anche la partita. La fragorosa sconfitta dei 12 capitanati da Perez e Agnelli è destinata a cambiare il calcio più in profondità di quanto non avrebbe fatto la Superlega. I top club per ricchezza e indebitame­nto sono stati sconfitti per due motivi fondamenta­li: l’azione decisa dei governi, soprattutt­o di Boris Johnson, e la reazione dei tifosi. Due errori di valutazion­e madornali, grossolani, per un gruppo di presidenti che si considera l’élite del pallone, ma il cui grado di dilettanti­smo si è rivelato pari solo alla loro presunzion­e. Dicevamo la politica: gran parte delle proprietà delle sei società inglesi sono straniere, il premier Johnson ha spiegato i doveri a cui sono chiamate, mettendole di fronte ai rischi che la loro scelta avrebbe comportato. Hanno subito capito. I costosi studi legali cosa potevano contro il premier e il parlamento? Ceferin e Boban hanno fatto il resto. Ma se la reazione dell’Unione europea, di Boris Johnson e Macron poteva non essere messa nel conto, appare sorprenden­te, e anche emblematic­o, che non sia stato minimament­e valutato dai 12 club l’impatto della loro scelta sui tifosi. Trattati come customers (clienti) hanno dato una lezione a manager e finanzieri su cosa sia ancora oggi il calcio. Questo gioco bellissimo è diventato un gigantesco affare perché ha mantenuto inalterato nel tempo l’ingredient­e di base: la semplicità. I tifosi usano parole che i loro dirigenti hanno dimenticat­o e tradito, ma che rappresent­ano ancora la spina dorsale del loro business. Il calcio non è solo un grande spettacolo, ce ne sono di altrettant­o belli, forse perfino più divertenti. Il calcio è diverso. Il calcio è molto altro. In nessuno sport di squadra il più debole può avere fino all’ultimo la possibilit­à di battere il più forte. In nessun altro sport il radicament­o popolare è così profondo. Sotto a ciascuna bandiera c’è una comunità appassiona­ta. C’è una storia, di cui ogni tifoso è orgoglioso. In Nba le squadre cambiano città ed è normale. In Spagna il popolo del Barcellona ha rifiutato la Superlega perché gli era incomprens­ibile e intollerab­ile vedere il mito blaugrana ridotto a fare il supporto a una battaglia del Real.

I 12 hanno pensato di poter trasformar­e la Champions in un torneo finto, di comodo, redditizio. Ma nel calcio i bitcoin (una moneta virtuale) non valgono niente. Il problema della redistribu­zione dei ricavi andava affrontato in altra maniera. Trasparent­e, non complottar­da. Magari perdevano lo stesso, ma senza essere umiliati. Questa non è una Waterloo, perché non ha nulla della grandiosit­à napoleonic­a. È una ritirata scomposta che con il passare delle ore ha assunto toni grotteschi, perfino farseschi, che non fanno onore alla storia di questi club. I loro dirigenti hanno dimenticat­o la regola aurea che dovrebbe tenere a mente ogni presidente e ogni manager che col pallone ha a che fare. Agnelli ha la responsabi­lità maggiore perché il progetto l’ha messo in piedi mentre in Lega sabotava i fondi togliendo risorse agli altri club. Un ripensamen­to vedrete - arriverà su questo tema. Marotta farà bene a dimettersi da consiglier­e federale. E cosa dire di Gazidis che celebrava la Superlega come nuovo Eldorado mentre nella sua Inghilterr­a tutto franava? Juve, Inter e Milan sono state e sono ancora una parte preziosa del calcio italiano. Hanno vinto moltissimo, ci hanno regalato Coppe europee e successi mondiali. Hanno conquistat­o qualcosa che è rimasto scolpito nella memoria dei loro tifosi, ma possiamo dire di ciascun italiano, perché quel giorno ognuno si è sentito un gigante. Quando non si è più in sintonia con tutto questo, quando si taglia il filo magico che tiene insieme la propria comunità, è meglio farsi da parte.

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 ??  ?? Blanco Florentino Perez, 74 anni, presidente del Real Madrid dal 2009 e, prima, dal 2000 al 2006
Blanco Florentino Perez, 74 anni, presidente del Real Madrid dal 2009 e, prima, dal 2000 al 2006
 ??  ?? Bianconero Andrea Agnelli, 45 anni, ricopre la carica di presidente della Juventus dal 2010
Bianconero Andrea Agnelli, 45 anni, ricopre la carica di presidente della Juventus dal 2010

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