La Gazzetta dello Sport

Chi digiuna, chi decolla nella caccia all’eurogol

Nel 2021 una rete per Edin e 10 per Duvàn (più 11 di Muriel): anche così, in un girone, l’Atalanta ha recuperato alla Roma 15 punti. La Dea oggi vede la Champions, lontana per i gialloross­i. E se vince, il 2° posto

- di INVIATO A ZINGONIA (BG) IL CONFRONTO Andrea Elefante

Dall’inizio di marzo ad oggi, nessuno in Serie A ha segnato meno della Roma (7 gol) e più dell’Atalanta (17). Oppure: dall’inizio dell’anno ad oggi, in campionato Edin Dzeko ha segnato un gol (il 3 gennaio, contro la Samp); Duvàn Zapata e Luis Muriel, insieme, 21 gol. Una sintesi quasi crudele, per il bosniaco, che ovviamente non riassume tutti i perché di un trend che, in sé, avrebbe del clamoroso: in un girone di campionato, poco più di quattro mesi, l’Atalanta ha recuperato alla Roma 15 punti e oggi la affronta a +10. Cercando un altro strappo verso quella Champions che la Roma ormai guarda probabilme­nte da troppo lontano e addirittur­a il secondo posto, se dovesse vincere. Una sintesi che Gian Piero Gasperini rifugge, e lo ha fatto anche ieri: «Per loro rientrare nel discorso Champions non sarà facile, ma non per questo mi aspetto una squadra meno forte. Anche perché stanno preparando una semifinale di Europa League».

Quattro per quattro

Non di soli potenziali offensivi vivono partite del genere, ma per il Gasp sarebbe difficile confutare anche lo splendido momento della sua coppia gol. Nelle ultime partite, dopo il precedente decollo prolungato di Muriel, soprattutt­o di Zapata. Che con il collega colombiano ha diviso quasi equamente quel bottino del 2021 (10 lui, 11 l’altro), ma ha un abbrivio recente più produttivo, con 4 gol in 4 partite (e uno sfiorato anche contro la Juve). È meno spietato di Muriel (7 gol) contro i gialloross­i e di Dezko contro i nerazzurri (6 in 11 gare), ma è nel momento migliore della sua stagione e il “nuovo” 4-2-3-1 è un sistema che lo aiuta.

Il futuro di Edin

Ma anche la strana parabola di Dzeko oggi vivrà un’altra tappa non banale: nella testa di Fonseca il rampante Borja Mayoral resta una (eccellente) riserva del bosniaco, a cui sembrano riservate, da qui a fine stagione, le rappresent­azioni più importanti. Dunque contro Atalanta, Inter e Lazio. E poi l’Europa League: Dzeko, da ex del Manchester City, aspetta la sfida con lo United come una sorta di proseguime­nto della sua storia, visto che contro i in nove

sfide ha segnato sette gol e dato due assist. «È stato un anno difficile», ha ammesso Dzeko solo pochi giorni fa: le ruggini con Fonseca, l’addio alla fascia di capitano sono stati momenti duri da digerire. Almeno quanto quei 35 anni che zavorrano i sogni per l’avvenire. Che ci sia o no il tecnico portoghese in panchina, la Roma vorrebbe chiudere a fine stagione il rapporto col bosniaco: ha un contratto fino al 2022, ma i circa 7,5 milioni netti d’ingaggio sono difficilme­nte sostenibil­i per una Roma che vuole tagliare il monte stipendi e ringiovani­re la rosa. Il club sarebbe disposto anche a rescindere in anticipo il contratto, ma per accettare Dzeko deve avere almeno gli stessi corteggiat­ori – Chelsea (2018), Inter (2019) e Juve (2020) – che negli ultimi anni non gli sono mai mancati. «Forse a 35 anni farò una corsa in meno – ha detto Edin dopo il gol segnato all’Ajax – ma so sempre farmi trovare al posto giusto». Indiscutib­ile. Come il fascino che Muriel esercita agli occhi di Tiago Pinto. Ma questa è un’altra storia. E convincere l’Atalanta può diventare sempre più difficile.

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