La Gazzetta dello Sport

ALAPHILIPP­E LE ROI È SINFONIA MONDIALE «HO LA TESTA DURA» CAOS POGACAR-COVID

Freccia Vallone L’iridato francese riprende Roglic ai 60 metri e abbraccia Valverde (3°), sul podio a quasi 41 anni

- di Ciro Scognamigl­io

Alzi lo sguardo al cielo del Belgio sopra la Freccia Vallone e ci vedi di tutto. Un doppio arcobaleno che comincia da quella chiesetta a destra in cima al Muro di Huy, Notre-Dame de la Sarte, perché nello spazio di poche ore hanno messo la firma sulla classica belga i due campioni del mondo, Julian Alaphilipp­e e Anna Van der Breggen. E le nubi per la controvers­a esclusione prima del via della Uae-Emirates di Pogacar e del campione uscente Hirschi, di Ulissi e Formolo, per due casi di Covid-19 ritenuti poi “falsi positivi”. Una quantità indefinita di appunti, la necessità di mettere ordine e scegliere: proviamoci, dopo aver notato a bordo strada più gente del previsto nonostante l’emergenza Covid.

Lo spettacolo

Da calcoli ufficiosi, mai l’ultima e decisiva ascesa a quel Muro splendido e terribile (1,3 km al 9.2% medio e rampe in alcuni punti tipo-garage) era stata divorata a tale velocità: 2’40”. Sembrava si potesse cominciare a raccontare la prima volta di Primoz Roglic, perché lo sloveno era partito secco a 350 metri dalla linea bianca, e invece no. Il campione del mondo Julian Alaphilipp­e lo ha ripreso e beffato, avendo ben cura di alzare le braccia dopo il traguardo e non prima, come per esempio all’ultima Liegi quando lo beffò proprio Roglic prima che fosse declassato per una scorrettez­za. «Per il gesto che ho fatto – dirà il 28enne francese della Deceuninck-Quick Step –, non stavo pensando a niente, volevo solo ribadire di avere la testa dura. Avevo talmente tanta voglia di vincere, anche perché quest’anno finora era accaduto solo una volta (a Chiusdino alla TirrenoAdr­iatico, ndr). Ho esitato a mettere lo scotch sulle mani per non esultare in anticipo». Freccia Vallone uguale (suo) giardino di casa: in 5 partecipaz­ioni, peggior risultato il secondo posto (due volte) e questa è stata la terza vittoria. «In maglia iridata, dunque la più speciale». Tutto il podio è stato regale e “rischia” di essere uno dei migliori di tutto l’anno: terza piazza per un Alejandro Valverde che festeggerà domenica alla Liegi i 41 anni e davvero può pensare di eguagliare alla Doyenne le 5 vittorie di Merckx. Per restare alla Freccia Vallone, è il suo 8° podio – aveva già 5 successi e 2 secondi posti – arrivato quindici anni dopo il primo. «Non so se è stata l’ultima volta, potrei continuare anche nel 2022», ha detto a caldo lo spagnolo. Mentre l’Italia non ride, visto che il primo dei nostri è stato Sbaragli, 25°. Dal 1990, solo nel 2011 quando Nocentini chiuse 30°, era andato peggio. I numeri hanno senso e anima pure nella gara femminile: la brava Elisa Longo Borghini è riuscita a issarsi fino al terzo posto ma quanto al primo, beh, per la settima volta consecutiv­a (!) trionfa l’olandese Anna Van der Breggen. Sarà l’ultimo, a

Qui Uae Emirates Gianetti e Ulissi positivi, poi sette test negativi, ma il team non parte

Donne Settimo trionfo per l’iridata Van der Breggen. Longo Borghini 3a

meno che torni sul proposito di ritirarsi a fine stagione.

La polemica

E come sarebbe andata a finire se fossero stati della partita Pogacar e Hirschi, Ulissi e Formolo? Non ci sarà mai la controprov­a, di sicuro la Uae-Emirates non è partita perché i tamponi di lunedì proprio di Diego Ulissi e del general manager Mauro Gianetti hanno dato positività al Covid-19. Una positività però “circondata”, diciamo così, da ben 7 altri test, tra antigenici e molecolari (3 prima e 4 dopo), tutti negativi. Per la legge belga, però, la falsa positività deve essere certificat­a da un laboratori­o, cosa che per la tempistica non era possibile. Tadej Pogacar, il re del Tour, non usa molto twitter ma ieri ha “cinguettat­o” per esprimere la sua delusione: «Siamo tutti negativi e non partiamo per la Freccia». E tra l’altro, come spieghiamo a parte, il team è l’unico già vaccinato con il siero di matrice cinese Sinopharm (ma non Ulissi, che non era andato al ritiro di Abu Dhabi perché era alle prese con i problemi cardiaci che lo avevano frenato): tra l’altro, come spiega Gianetti, «chi non aveva sviluppato molti anticorpi in occasione della trasferta di febbraio per l’Uae Tour aveva fatto una terza dose». Con la Freccia Vallone in archivio, che cosa succede adesso per la Liegi-Bastogne-Liegi? Ulissi non l’aveva in programma, così come Polanc: a loro subentrano De la Cruz e McNulty, che si aggiungono a Formolo, Pogacar, Hirschi, Laengen e Rui Costa. Domani per tutti ulteriori tamponi. «Se saranno negativi – conclude Gianetti, che è rientrato a casa in Svizzera -, la squadra domenica sarà alla partenza».

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