La Gazzetta dello Sport

Un campionato col virus Il protocollo ha retto Oggi i positivi sono solo 2

Il napoletano Maksimovic e Pereiro (Cagliari) ancora fuori: nelle ultime settimane Covid meno duro

- G.B. Olivero

Il primo fu Daniele Rugani, poi un lungo elenco che non ha risparmiat­o alcuna società e adesso solo Maksimovic (Napoli) e Pereiro (Cagliari). Il Covid ha condiziona­to la Serie A, ha fatto rinviare cinque partite (Juve-Napoli, Genoa-Torino, Torino-Sassuolo, Lazio-Torino, Inter-Sassuolo), ha costretto gli allenatori a modificare formazioni e piani tattici, ma nelle ultime settimane ha creato meno problemi, in linea con l’andamento nazionale. Lo sprint finale, almeno quello, non sarà caratteriz­zato dalla conta degli indisponib­ili. La speranza comune è che la prossima stagione sia quella del definitivo ritorno alla normalità, con gli stadi pieni e senza l’incubo del virus.

Asl e virus

Tra le storture che speriamo di non vedere più, per qualunque motivo, c’è la disputa dell’incontro di ritorno tra due squadre che non hanno ancora giocato l’andata: è successo tra Juve e Napoli, la partita che ha fatto esplodere il caso Asl e ha pure fatto temere che il campionato potesse non finire. Invece si è andati fino in fondo, tra mille difficoltà. La vicenda più clamorosa resta quella del Genoa: il 28 settembre 2020 fu annunciata la positività di 14 giocatori allenati all’epoca da Maran. Tra il 26 settembre e il 3 ottobre furono complessiv­amente 17 gli elementi della rosa colpiti dal virus. Nel girone d’andata di questo campionato i tamponi hanno bloccato 126 giocatori. Solo poche società hanno dribblato il virus, anche se qualche club non ha ufficializ­zato tutte le positività: Udinese e Crotone sono state quasi immuni. L’Inter aveva avuto tanti contagiati in autunno, ma l’unica partita rinviata è arrivata in primavera con quattro positivi. Le trasferte per le nazionali si sono rivelate trappole insidiose. Ad aprile si è manifestat­o un focolaio nell’Italia di Mancini, che ha avuto effetti sul campionato. Viaggiare era rischioso dappertutt­o: Ronaldo prese il virus con il Portogallo. Il Torino è stato colpito all’improvviso e ha dovuto rinviare due partite. Il Milan ha combattuto con il virus soprattutt­o nel periodo in cui era in testa alla classifica e anche in quei momenti non semplici Pioli (anche lui contagiato) ha avuto la conferma della grande forza caratteria­le del suo gruppo. Il Covid si è dimostrato avversario infido: non si è limitato a escludere i giocatori per alcune partite, ma ha lasciato in alcuni di loro effetti pesanti da smaltire. E per qualche calciatore non è stato semplice recuperare la migliore condizione.

Attenzione

Adesso il peggio sembra decisament­e alle spalle, ma non bisogna abbassare la guardia. Lo dimostra la decisione dell’Uefa a proposito della finale di Champions League: per il secondo anno consecutiv­o Istanbul viene privata dell’appuntamen­to più bello, perché il Regno Unito ha inserito la Turchia nella sua lista rossa delle destinazio­ni di viaggio. E quindi non ci sarebbero stati tifosi allo stadio Ataturk. L’anno scorso la Coppa fu assegnata a Lisbona, stavolta tocca a Oporto. Il 29 maggio la sfida tutta inglese tra Manchester City e Chelsea si giocherà allo stadio Do Dragao: ai tifosi di ciascuna delle due squadre saranno riservati 6.000 biglietti. Pochi per una partita così bella e importante; molti se ci guardiamo alle spalle e ripensiamo all’anno appena vissuto.

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