Giro Esame di sterrato Ciccone sfida i grandi
Curva a sinistra, poi a destra. La strada scende con pendenze da garage, è quella che si deve fare per tornare ai bus. Vincenzo Nibali sta dando qualche dettaglio in più su una giornata sfortunata: all’improvviso un “collega” che arriva da dietro si avvicina, gli mette la mano sulla spalla e chiede delle sue condizioni: “Come va, Vincenzo?”. È Remco Evenepoel: i due parlottano un po’, affiancati, prima di allontanarsi in bici a una velocità che chi affannosamente insegue a piedi può solo sognare. «È molto giovane — commenterà lo Squalo più tardi —, ma apprende velocemente. Abbiamo un buon rapporto». Vincenzo non lo aveva detto, ma Remco gli aveva mandato dei messaggi sia immediatamente dopo l’incidente del 14 aprile, quando si era rotto il radio destro, sia in seguito all’intervento chirurgico. Dei messaggi molto graditi da Nibali.
Ora però tocca fare dei passi indietro e analizzare quella che è stata una giornata difficile per il 36enne siciliano, preso di mira dalla sorte. «Una giornata sfortunata, diciamo così — aveva spiegato a caldo —. Anzitutto ho forato, e dunque è stato obbligatorio cambiare la bicicletta. Poi attraversando un paese, di cui non ricordo il nome, mi è partita la bici e sono scivolato. Ho qualche escoriazione sul corpo, è stata una di quelle giornate in cui... succede quello che deve succedere. Un fatto positivo è che la squadra sta andando bene. Ciccone sta benissimo, abbiamo fatto un ottimo lavoro nel finale per tenerlo davanti, nelle prime posizioni». Lasciata l’area del traguardo, Enzo continua il ragionamento aggiungendo qualche dettaglio in più: «Il Giro per me è iniziato in salita, è stato un po’ una sofferenza finora. La foratura è capitata mentre c’erano dei ventagli. In una curva a destra, le gomme erano fredde… Ero a ruota di Moschetti, dietro c’era Mosca, e la bici mi è partita di netto, andandosene per i fatti suoi. Ha pattinato come se fosse sull’olio. Il polso non è stato interessato, involontariamente sono andato giù con la spalla e non ho messo la mano giù. Che dire, quando deve andare così, va così, non c’è molto che possa fare». Resistere aspettando tempi migliori, continua a essere questo il mantra dello Squalo (16° a 1’43” dal primato), mentre in casa Trek-Segafredo il riferimento continua a essere Giulio Ciccone, 7° a 41”: a prescindere dalle dichiarazioni, è ovvio come l’abruzzese abbia dimostrato di stare bene e dunque cercherà di resistere in classifica. «Una tappa nervosissima — dice —. Vincenzo è stato sfortunato ma si è difeso bene. Adesso ci aspetta una giornata veramente dura. Io non posso lamentarmi, la condizione c’è».