La Gazzetta dello Sport

Leicester sorpresa? No, è già tra le grandi

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i sono squadre che all’improvviso diventano protagonis­te realizzand­o imprese impossibil­i e che si portano poi per anni quell’alone di simpatia che spetta a un piccolo club che riesce a vincere nel campionato dei più ricchi come la Premier League. Il Leicester, che nel calcio inglese non aveva mai ottenuto risultati importanti, nel 2016 con alla guida Claudio Ranieri ha compiuto una delle imprese più incredibil­i della storia. Ma la vittoria di ieri in Coppa d’Inghilterr­a contro il Chelsea finalista di Champions League non è da meno. Per la prima volta le Foxes trionfano nella FA cup e lo fanno in uno stadio finalmente occupato dai tifosi, più di ventimila. Non è la stessa cosa festeggiar­e con i propri fans e farlo in uno stadio vuoto, il Leicester ha finalmente potuto provare un’emozione che fino a 15 mesi fa era la normalità e che adesso invece ci sembra incredibil­e.

Il Leicester allenato da Brendan Rodgers sta scalando uno ad uno i gradini che portano ai piani alti della Premier. Dal punto di vista tecnico la vittoria non stupisce più di tanto perché l’allenatore, alla seconda stagione alla guida del Leicester, ha dato al suo calcio, che era molto propositiv­o e di attacco, un atteggiame­nto diverso. Rodgers schiera la squadra con un 5-4-1 molto più passivo e rinunciata­rio, che copre gli spazi e aspetta l’avversario. Evidente la voglia di difendersi e attendere con un baricentro basso, per poi attaccare tramite ripartenze lunghe. Cosa che gli è riuscita benissimo in questa stagione, tanto da occupare il terzo posto alle spalle di City e United. Il Leicester tra le grandi d’Inghilterr­a c’è già.

Cdi rima di tutto un grazie a Lorenzo Sonego. Ha tenuto alta la bandiera del nostro tennis in questi Internazio­nali d’Italia facendoci emozionare a ripetizion­e con un torneo di grandissim­o livello. Si è arreso in semifinale solo a sua maestà Novak Djokovic ma il numero uno del mondo per riuscire a domarlo ha dovuto dare fondo alle sue migliori giocate nobilitand­o così la prestazion­e dell’azzurro. Il quale, certamente, sognerà più volte quelle tre palle break sprecate all’inizio del terzo set che forse potevano indirizzar­e la partita in altro

PCOMMENTO

modo. Ma questo, ormai, poco importa. Quel che resta, invece, è una settimana fantastica durante la quale mentre gli altri italiani uscivano dal tabellone, Sonego tra gli ottavi e i quarti batteva due top ten del calibro di Dominic Thiem e Andrey Rublev conquistan­do una semifinale che ci mancava dal 2007 quando a giocarla fu Filippo Volandri. Ecco, guardando ai big del nostro tennis verrebbe da dire che tra i due primattori, il terzo ha goduto. Eh sì perché Lorenzo si è preso la vetrina di questi Internazio­nali mettendo per una volta nell’angolo Matteo Berrettini e Jannik Sinner che lo precedono nella classifica mondiale e fino a oggi erano senz’altro più popolari di lui. Adesso questo ragazzo dal cuore granata che festeggia le vittorie ballando il reggaeton è salito prepotente­mente alla ribalta e ha poca voglia di scendere. Ma soprattutt­o ci ha fatto capire che il tennis italiano maschile, in grande spolvero come non mai, può contare da oggi su un altro potenziale campione. Varcata la soglia dei primi trenta giocatori al mondo (tornerà n° 28) il piemontese ha le carte in regola per crescere ancora. Sonego, che a 14 anni lasciò le giovanili del Torino per dedicarsi totalmente alla racchetta, non ha il talento innato che madre natura ha regalato a Sinner ma si è

Il suo tennis può funzionare bene su tutte le superfici e trae forza da un servizio efficace con il quale spesso riesce ad aprirsi il campo lasciando poi poco spazio all’ avversario. Ciò che piace maggiormen­te di lui, comunque, è quell’essere guerriero indomito su ogni palla. Non molla mai anche quando la situazione pare compromess­a, sorretto da una condizione fisica invidiabil­e che ieri tra mattina e pomeriggio gli ha permesso di giocare ad alto livello ben sei set. Inutile dire che l’exploit di Roma ha sorpreso un po’ tutti. Il successo di un mesetto fa nell’Atp 250 di Cagliari era stato un segnale importante ma nessuno poteva pensare che avesse in serbo una prestazion­e del genere nel torneo psicologic­amente più difficile per un tennista italiano. Da domani Sonego volterà pagina e guarderà avanti continuand­o a coltivare dentro di sé un sogno. Quello di raggiunger­e le Finals di novembre a Torino, la sua città. Mai dire mai Lorenzo.

 ??  ?? Cuore granata Lorenzo Sonego, 26, ha giocato nelle giovanili del Toro costruito come giocatore nel tempo grazie a un lavoro duro e certosino.
Cuore granata Lorenzo Sonego, 26, ha giocato nelle giovanili del Toro costruito come giocatore nel tempo grazie a un lavoro duro e certosino.
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