La Gazzetta dello Sport

SPERANZA al CUADRADO

- di Luigi Garlando

La doppietta del colombiano decide una partita segnata da tanti errori arbitrali con 3 rigori e 2 espulsioni Bianconeri ancora in ballo per la qualificaz­ione: CR7 esce senza polemiche. Il tecnico: «Col cuore, vinciamo»

a Juve ha spento le luci dello Stadium con la speranza di poterle riaccender­e nella prossima stagione per notti di Champions. Dipenderà dai risultati della concorrenz­a, ma quello che poteva fare, la Signora lo ha fatto: ha sconfitto i neocampion­i dell’Inter, la fiammella resta accesa. Speranza, ma anche rimpianti. Se la Juve fosse stata sempre animata dallo spirito di ieri, avrebbe difeso lo scudetto in altro modo. Due volte in vantaggio, i bianconeri hanno trovato il terzo decisivo in inferiorit­à numerica. Cose da vecchia Juve, che quest’anno non si sono quasi mai viste. I bianconeri non si sono schierati in parata per omaggiare gli eredi, ma non è stato banale vedere Agnelli e Zhang, i due presidenti, chiacchier­are amichevolm­ente in tribuna. L’Inter non è calata a Torino armata di orgoglio feroce, alla ricerca della vittoria esemplare. Anzi, dopo la settimana degli sketch pugilistic­i e delle cene multate, i nerazzurri si sono presentati più morbidi del previsto. Hanno alzato il ritmo solo per rimontare. Lo stesso Conte, impassibil­e, non ha mai fatto ricorso al sua teatralità motivazion­ale. Inter paga della gloria, senza bisogno di esibizioni muscolari o di sfregi. Non si è arrabbiata neanche tanto per gli errori di Calvarese, protagonis­ta assoluto, in negativo: 3 rigori più che dubbi, compreso l’ultimo decisivo che non avrà fatto felici Milan e Napoli. Ma anche la Juve, in dieci per 40’ a causa dell’esagerata espulsione di Bentancur, ha di che lamentarsi.

I due giganti

Come a Reggio Emilia, dopo una stagione tatticamen­te confusa, Pirlo è andato sul semplice: 4-4-2 con Cuadrado e Chiesa larghi e alti sulle fasce. Il ballottagg­io tra Morata e Dybala l’ha vinto Kulusevski. Conte ha scelto Darmian a sinistra e, per il resto, solo titolari. Sembra la vera Inter, ma senza la ferocia che l’ha fatta grande e resa imbattibil­e dal 6 gennaio scorso (Samp). Si accampa tranquilla­mente dietro e bada che la lenta circolazio­ne bianconera non faccia danni. Ci vogliono due fantasiosi rigori di Calvarese per smuovere il risultato. Due rigori da terzo millenio che, a forza di rivederli al Var, sembrano tali. Su zuffa d’angolo, Darmian cintura Chiellini che cade in avanti più che essere trascinato. Tutto da valutare anche il tocco di De Ligt su Lautaro che sta allontanan­dosi dalla porta. La vita non è un film. Ma per Calvarese, imbeccato due volte dal Var, sono rigori. CR7 al 24’ (segna sulla respinta di Handanovic) e Lukaku al 35’ fanno 1-1 dal dischetto. Rispettiva­mente gol numero 29 e numero 23 per i due giganti.

Calvarese show

La Juve riprende la sua circolazio­ne lenta attorno al perimetro e l’Inter resta nel guscio. Al 48’, Cuadrado si avventa su una palla che rotola fuori dall’area. Dopo tanti cross, sceglie una soluzione isterica: calcia più forte che può. La sfera sbatte su Eriksen e inganna Handanovic che avrebbe potuto reagire meglio: 2-1 all’ora del tè. Nella ripresa irrompe Calvarese che al 10’ mostra un secondo giallo esagerato a Bentancur: Juve in dieci per 40’. La situazione si ribalta. Ora è l’Inter che si spalma in attacco. Pirlo rinuncia perfino a CR7 (non entusiasta) per difendersi. Conte inserisce Sensi e Vecino e attrezza il 4-3-1-2 dell’asse

dio. Vecino impone subito il miracolo a Szczesny, poi arriva il 2-2: autogol di Chiellini, annullato per presunto fallo di Lukaku sul difensore. Irrati chiama nuovamente Calvarese che ha passato il pomeriggio davanti allo schermo del Var, neanche fosse Netflix. Prende atto che Lukaku non ha commesso infrazioni e omologa il 2-2 al 38’. Ma non è finita. Cuadrado, irriducibi­le, a pochi minuti dalla prossima Europa League, si avventa sulla fascia destra e sterza per rientrare verso Perisic con un umanissimo ventaglio di possibilit­à in testa: cross, dribbling, contrasto falloso… Perisic non considera lo stesso ventaglio, altrimenti temporegge­rebbe più saggiament­e, per non prendersi rischi esagerati in una contingenz­a così delicata, dopo tanti fischi sbagliati. Comunque l’intervento del croato è legale. Calvarese invece ci vede il terzo rigore della giornata che lo stesso bravissimo Cuadrado, miglior bianconero della stagione, trasforma nel gol partita al 43’. La speranza Champions è ancora viva, la vittoria sui neo-campioni d’Italia, strappata in dieci, rianima l’autostima in vista della finale di Coppa Italia di mercoledì con l’Atalanta. L’Inter non si è disperata. Anzi, poter tornare da Torino, incurante della sconfitta e degli errori arbitrali, con 13 punti di vantaggio sulla Juve dei 9 scudetti è una conferma ulteriore dell’impresa appena festeggiat­a.

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