La Gazzetta dello Sport

Riscatto Roma, Lazio addio sogni

Mkhitaryan e Pedro firmano il derby, per Inzaghi l’Europa League

- di Berardino, Cecchini, Cieri, Vernazza

L’addio Per Paulo ultima uscita in casa: i pochi presenti lo applaudono

Lo scenario Il k.o. di Inzaghi non sembra però complicare la sua permanenza

La Roma vendica la sconfitta dell’andata: Dzeko è super, brilla il 3° portiere Fuzato José sui social si compliment­a con squadra e tecnico. Biancocele­sti in Europa League

Paulo Fonseca si congeda dall’Olimpico a mani piene, lascia la Roma con una rotonda vittoria nel derby e, nell’eventualit­à che oggi il Sassuolo batta il Parma, gli basterà vincere a La Spezia per essere sicuro di qualificar­si alla Conference League. La Lazio dice addio alle residue speranze di qualificaz­ione alla Champions, dovrà accontenta­rsi dell’Europa League. Se guardiamo alle due squadre con l’occhio dell’ultima impression­e,

non c’è dubbio che oggi stia meglio la Roma, anche se in classifica è sei punti sotto i biancocele­sti. La Roma ha vinto il derby, risultato che sposta le percezioni dei tifosi, e sembra più avanti quanto a futuro, ha già scelto José Mourinho come prossimo allenatore. Lo Special One si è compliment­ato via social: «Grande vittoria». La Roma ha recuperato Dzeko alla causa – trascinant­e ieri il bosniaco -, ha lanciato un giovane molto interessan­te come Darboe, ha ritrovato un Karsdorp potente e dinamico. In casa Lazio la sconfitta può ingarbugli­are i ragionamen­ti sul rinnovo contrattua­le di Simone Inzaghi e, per come è maturata, lascia la sensazione che si sia nei paraggi dell’esauriment­o di un ciclo.

Chi tanto spreca...

La partita ci ha messo un po’ a carburare, i primi 20’ hanno conciliato abbastanza il sonno, finché la Lazio non si è impadronit­a del palcosceni­co con il trio Lazzari, Milinkovic, Luis Alberto. Dalla destra con furore, lo schema si è ripetuto due volte. Sulla prima ci ha messo una toppa Karsdorp con una gran diagonale difensiva a soffocare il tiro di Luis Alberto, servito da «speedy» Lazzari. Sulla seconda è stato bravo Fuzato, sempre su Luis Alberto e sempre su assist basso da destra, però di Milinkovic. Lazio in controllo e Roma abbastanza compassata, in esplorazio­ne su nuovi sentieri di gioco. Non ci spingiamo a dire che li abbia tracciati José Mourinho da Londra, ma il sistema di gioco è già «mourinhian­o» (4-2-3-1) e l’atteggiame­nto tattico-strategico asseconda alcuni principii dello Special One. La Roma si è fatta viva con un colpo di testa di Dzeko fuori di niente. La Lazio si è divorata un altro gol: superbo invito di Luis Alberto per Milinkovic

e «pallonetto­ne» alto del serbo davanti a Fuzato. Tanto spreco è stato subito punito con una verticaliz­zazione rapida: da Peres a El Shaarawy fino a Dzeko, devastante nell’azione di forza sulla sinistra, a fagocitare Marusic e Acerbi. Palla in mezzo per Mkhitaryan e appoggio in rete. Roma cinica, ma per niente bara. Mou alzerà l’intensità, lavorerà per un superiore livello di pressioni collettive.

Dominio assoluto

A inizio ripresa Fonseca ha sostituito Peres con Santon, subito ammonito per un fallo su Lazzari. Sembrava uno scricchiol­io sinistro, era un falso allarme. La Lazio ha perso forza, mentalità, corsa. Si è sgonfiata, è stata preda della legge del contrappas­so: squadra contropied­ista per eccellenza, con i suoi disordinat­i assalti si è consegnata alle ripartenze avversarie. Verso la mezz’ora la svolta. Fonseca ha inserito Pedro e Villar; Inzaghi ha risposto con gli innesti di Fares e di Caicedo e con il passaggio al rombo, sistema 4-3-1-2, Pereira trequartis­ta dietro i due attaccanti. Forse è stato un azzardo, il nuovo assetto ha sbilanciat­o e allungato i biancocele­sti più di quanto già non lo fossero. Nel giro di pochi minuti proprio Pedro ha estratto dal suo repertorio un sinistro inappellab­ile e ha chiuso ogni discorso. Acerbi si è fatto espellere per doppia ammonizion­e e amen, la Lazio si è arresa. L’addio di Fonseca all’Olimpico si è consumato tra gli applausi dei pochi presenti. La sua Roma è stata un’incompiuta o un’incompresa. Poteva essere molto di più, ma Fonseca lascia in dote il valore della signorilit­à e non è poco, in quest’epoca di grida e lamenti.

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 ?? BARTOLETTI ?? L’esultanza gialloross­a La festa romanista dopo il gol del 2-0 di Pedro: lo spagnolo è il più anziano di sempre ad aver segnato il suo primo gol nel derby in A a 33 anni e 291 giorni
BARTOLETTI L’esultanza gialloross­a La festa romanista dopo il gol del 2-0 di Pedro: lo spagnolo è il più anziano di sempre ad aver segnato il suo primo gol nel derby in A a 33 anni e 291 giorni
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