La Gazzetta dello Sport

Lite a fine match Dainelli-azzurri

- Di

ra la qualificaz­ione Champions è veramente a un passo. Il Napoli dribbla l’ostacolo Fiorentina con un 2-0 che fotografa in maniera corretta l’andamento della gara. Lorenzo Insigne è il simbolo di questa domenica felice del mondo partenopeo. Un gol, un assist, due pali. E, soprattutt­o, una partita da vero leader. Trascinand­o la squadra nei passaggi più delicati. Ma è impossibil­e non sottolinea­re la felicità di Rino Gattuso. Il tecnico ha «giocato» i minuti finali insieme ai suoi allievi. Ha urlato con tutta la voce che aveva in corpo per rimprovera­re uno dei suoi giocatori per un inutile colpo di tacco; ha risposto in malo modo a Iachini che aveva criticato uno dei suo panchinari («Pensa alla tua panchina») e infine ha abbracciat­o tutti. Chissà quanta amarezza c’è in Gattuso nel voler-dover lasciare questa fantastica macchina da calcio che lui ha costruito pezzo dopo pezzo. In un certo momento della stagione, solo contro tutti. Questo Napoli, con pochi ritocchi, è

O●Match teso non solo in campo. La festa dei giocatori azzurri negli spogliatoi ha infastidit­o il dirigente viola Dainelli. Sono volate parole grosse, poi la pace.

pronto a tornare a lottare per lo scudetto. Rino, invece, sembra orientato a ripartire da zero proprio con la Fiorentina. E’ vero che è un uomo che non ha mai amato le cose semplici. E, tra poche settimane, potrebbe dimostrarl­o una volta di più.

Supremazia

Il Napoli ha fatto la partita trovando però difficoltà a fare breccia nella ragnatela difensiva viola. Nel primo tempo tanta supremazia territoria­le frutta solo una traversa centrata su punizione da Insigne. Il problema è che la manovra partenopea

è elegante, nel segno della qualità ma a volte manca della necessaria rapidità. Serve un episodio per aprire una breccia nel bunker-Fiorentina. E l’episodio arriva dopo un altro legno colpito dal solito Insigne, stavolta con un tocco che sembra un colpo di biliardo. Terraccian­o immobile, palla sul palo. Ma torniamo al momento decisivo. All’8’ del secondo tempo Milenkovic trattiene in area Rrahmani. L’arbitro Abisso, giudicando dal campo, fa continuare l’azione e, anzi, pochi secondi dopo ammonisce Hysaj per un fallo sulla corsia esterna. Poi, però, viene richiamato al Var. La trattenuta della maglia è evidente. L’intensità, anche utilizzand­o il mezzo tecnologic­o, è meno chiara. Comunque è rigore (e sparisce l’ammonizion­e di Hysaj). Terraccian­o è bravo a intuire e a respingere l’esecuzione di Insigne che però è pronto a ribattere il pallone in rete. Per Il figlio di Napoli è il diciannove­simo centro in Serie A.

Ultimo scoglio

Rotto il muro la Fiorentina si scioglie. Il 2-0 arriva dopo una pennellata di Osimhen, che classe l’attaccante del Napoli;

uno stop in corsa di Insigne che è roba da far vedere nelle scuole calcio. Lorenzo appoggia a Zielinski che conclude da fuori area. C’è la potenza, non la precisione. Ma la deviazione di Venuti beffa Terraccian­o. Stavolta è proprio autorete. Con questi tre punti la squadra di Gattuso scavalca nuovamente in classifica la Juve. Resta un ultimo scoglio da superare, il Verona al Maradona. Ma il Napoli di Rino ha gioco e autostima. Oltre che una rosa di altissimo livello. Basta pensare che nel finale il tecnico partenopeo si è concesso il lusso di inserire Lozano, Mertens e Petagna. Un tridente d’attacco che farebbe la fortuna di tantissime squadre di Serie A. La Fiorentina, invece, si avvia a chiudere un campionato deludente. Ribery stavolta non è stato all’altezza del suo passato e Vlahovic ha lottato da solo contro tutta la difesa avversaria. Il serbo è un piccolo fenomeno ma non può fare miracoli. Gattuso ha visto con i suoi occhi quanto dovrà lavorare se accetterà l’offerta dei dirigenti viola. 3’03’’

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy