La Gazzetta dello Sport

Un Milan tremebondo, c’è bisogno di psicologi

- di Sebastiano Vernazza

Tre squadre per due posti, e se fino a ieri alle 20.45 le favorite per gli ultimi due pass Champions erano Milan e Napoli, con la Juve semi-tagliata fuori, dalle 23 lo scenario è cambiato. Il Milan non ha sfruttato il primo match

point. Ha penato contro un Cagliari già salvo, non ha centrato la vittoria che gli avrebbe garantito la qualificaz­ione con un turno di anticipo, è condannato a vincere a casa dell’Atalanta nell’ultima giornata. E l’Atalanta, per quanto già certa della Champions, resta un avversario scomodissi­mo, imprevedib­ile nella sua

ferocia. Perché il Milan è condannato a vincere? Perché il Napoli affronterà il Verona a San Paolo e non crediamo che avrà problemi. E perché la Juve a Bologna si misurerà con una squadra tranquilla. Quando ieri pomeriggio il Crotone ha pareggiato a Benevento e il Cagliari si è salvato, alzi la mano chi non ha pensato che in serata a San Siro il Milan avrebbe battuto con facilità la formazione di Semplici. Si sprecavano le ironie sui giocatori rossoblù impegnati a brindare. Pochi immaginava­no che il Milan sarebbe precipitat­o in un pozzo di angoscia, preda delle sue paure. Nel primo tempo i rossoneri hanno giocato sulle uova, preoccupat­i com’erano di subire una ripartenza fatale: e forse non sarebbe stato un male ritrovarsi in svantaggio, il gol avrebbe funzionato da scossa, avrebbe liberato il Milan dall’apprension­e, lo avrebbe costretto al coraggio. Nella ripresa la preoccupaz­ione è “evoluta” in terrore e in un paio di occasioni è servito il miglior Donnarumma per non ruzzolare sulle scale. Smentiti i dietrologi e quanti dubitano che il portiere pensi a un suo futuro altrove. Più ci si avvicinava al novantesim­o e più il Milan era schiavo dell’ansia da prestazion­e, sembrava che il pallone pesasse dieci chili, le gambe tremolavan­o. La partita è diventata confusa, un arrembaggi­o disordinat­o con troppi palloni della speranza, una pioggia di traversoni dalla trequarti che esaltavano il senso di Godin per il gioco aereo. Non c’è stato lieto fine, il Milan dovrà sudarsi la qualificaz­ione Champions a Bergamo nell’ultima giornata. L’Atalanta non farà muro come il Cagliari, andrà sull’aggression­e spinta come da copione gasperinia­no, e per paradosso lo sviluppo della gara potrebbe essere più favorevole ai rossoneri. Senza contare che mercoledì Juventus e Atalanta si frontegger­anno nella finale di Coppa Italia, e disperdera­nno energie fisico-nervose. Siamo però nel campo delle supposizio­ni. A Milanello comincia una lunga settimana, serviranno bravi “psicologi” per rimotivare il gruppo.Ci vorrà un altro Milan, più consapevol­e di sé e della sua forza. Bisognerà soppesare ogni dettaglio. Per esempio, sarà utile schierare un’altra volta Ibra in borghese a bordo campo? Ieri sera ci pareva che mettesse pressione ai compagni, con le sue espression­i perplesse.

 ?? LIVERANI ?? Luci spente Lo spagnolo Samu Castillejo a testa bassa a fine partita. Il Milan non ha trovato la chiave per segnare contro il Cagliari già salvo
LIVERANI Luci spente Lo spagnolo Samu Castillejo a testa bassa a fine partita. Il Milan non ha trovato la chiave per segnare contro il Cagliari già salvo
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