«Non sapevo di aver vinto... Ho la maglia più bella che c’è»
Egan incredulo: «Pensavo ci fosse qualcuno davanti. Io come Pantani? Ho la sua foto in camera, immenso»
Gli ultimi 4’ sono stati una sofferenza. Mi sono detto di farli a tutta, sino alla fine
Fin dal 2016, il mio primo anno con la Androni, volevo partecipare al Giro, è grandioso Egan Bernal
Alla partenza gli avevano chiesto se preferisse non prenderla la maglia rosa, che magari era troppo presto. «Macché. Se posso vestirla, certo che voglio farlo». Egan Bernal ha dato forma alle parole qualche ora più tardi tra lacrime copiose che non contrastavano, anzi fornivano il senso di una gioia genuina: «Questa maglia è la cosa più bella del mondo. Se anche dovessi perderla dopo un solo giorno, sarebbe già straordinario averla indossata», e detto da chi si è già portato a casa quella gialla finale del Tour fa effetto. Il tutto per la gioia anche della fidanzata Maria Fernanda Motas, laureata in veterinaria all’Università di Bogotà, che non si perde nessuna partenza e nessun arrivo di tappa.
3Bernal, a qualcuno lo scatto per la vittoria ha ricordato Pantani. Siete nati lo stesso giorno, il 13 gennaio.
«Non penso di potermi paragonare a lui, anche se ho una sua foto in camera. È stato un grande. Un fuoriclasse».
3 Perché non ha alzato le braccia al traguardo?
«Non avevo capito di aver vinto. Pensavo ci fosse qualcuno davanti. Ero super-concentrato, mi trovavo nel mio mondo».
3Ci spieghi meglio.
«Gli ultimi 4 minuti sono stati una sofferenza. Mi sono detto di farli a tutta, fino alla fine. Non guardavo niente. È un sollievo. Dopo la vittoria del Tour ho passato due anni difficili, mentalmente e fisicamente».
3Quando vinse a Parigi disse «sono un po’ italiano». «Come sapete ho vissuto due anni in Piemonte. I miei amici italiani sono come una famiglia per me. Il vostro Paese mi ha fatto crescere. Come ciclista e come uomo».
3Sembra incredulo, è così? «Non posso crederci, ho fatto tanti sacrifici per arrivare qui. Dal 2016, dal primo anno con l’Androni, volevo far parte di questa gara grandiosa».
3Ha visto le bandiere colombiane a bordo strada?
«Sì. Che emozione. È una spinta grandissima anche perché il mio Paese sta vivendo un momento difficile (forti tensioni sociali e guerriglia urbana, ndr). Se ci riesco, voglio riuscire a trasmettere alla mia gente un po’ di felicità».
3L’azione con la quale si è preso tappa e maglia era studiata?
«No, non avevamo questo piano. Ci interessava non perdere tempo in classifica, magari guadagnarne un po’. La squadra ci ha creduto più di me (dopo la linea bianca ha colpito l’abbraccio con Gianni Moscon, ndr) e mi ha spinto a provarci, io non ne ero così convinto».
3La schiena come va? «Qualche dubbio ce l’ho ancora. Però se continua così, e a fine tappa mi fanno male più le gambe della schiena, va bene. Continuo a fare esercizi e massaggi tutti i giorni, anche prima della partenza della tappa».
3Egan, e adesso? «Dovremo impegnarci, tirare molto in testa al gruppo. Questa rosa voglio tenerla».