Furie rosse
MILLER NON SI FERMA PIÙ E ZARCO REGALA A DUCATI UN’ALTRA DOPPIETTA
«Vai subito nel camion che a camminare così a piedi scalzi ti ammali». A un certo punto Davide Tardozzi indossa i panni del genitore e ordina a Jack Miller di andare a vestirsi, mentre dal cielo sopra Le Mans si aprono per l’ennesima volta le cataratte (il ventesimo, il trentesimo scroscio? alla fine si è perso il conto nel weekend!). Jack, una lattina di birra in una mano, calzini bicolore («Ho regalato gli stivali, ma non so a chi») e la voce rauca e provata dal mini party appena finito nel box, lo guarda con una faccia stralunata come a dirgli «ma stai parlando con me, che sono australiano?».
Adesso bevi Fabio
Uno di quegli stivali gli era servito, sul podio, per brindare alla vittoria, come non aveva voluto fare a Jerez due settimane fa, «perché avete sentito Fabio cosa ha detto? Che lo shoey lo ha inventato Daniel Ricciardo. E allora niente». Trovarsi però questa volta Quartararo al suo fianco nella celebrazione del dopo gara gli ha fatto cambiare idea. «Siamo tornati amici, e visto che gli piace fare festa gli ho mostrato chi è l’originale» scherza Jack. Che dopo avere assaggiato le bollicine non si è ovviamente fatto scrupoli nell’offrire il proprio stivale anche ai due francesi suoi vassalli, prima al nuovo leader del Mondiale («Ha un gusto differente» ride Fabio), quindi al quasi compagno Johann Zarco, splendido secondo di rimonta — è il suo terzo secondo posto in 5 gare — con la Pramac.
Pecco penalizzato
L’uno-due Ducati, il secondo di fila dopo quello di due settimane fa, avrebbe potuto anche essere una splendida tripletta, visto che sotto la bandiera a scacchi Francesco Bagnaia chiude a meno di due secondi da Quartararo, dopo avergliene erosi quasi una decina negli ultimi 4 giri. Un’altra domenica di rincorsa dopo quella di Portimao, per Bagnaia, che pagava una bruttissima qualifica alla quale ha poi associato una partenza complicata, che al primo giro lo ha visto transitare 20°. «Sono stato il più felice quando ha iniziato a piovere e abbiamo dovuto cambiare moto, perché c’era qualcosa che non funzionava» racconta Pecco. Che però, tanto per complicarsi la giornata, ha pensato bene di oltrepassare la linea che demarca la pit-lane a una velocità di due chilometri orari supe
Tris mancato Pecco arriva a 2” dalla Yamaha di Fabio: il long lap gli costa il podio
Seconda di fila Un altro unodue delle Desmo E la prossima è la gara di casa
riore ai 60 consentiti. Infrazione che, identica a quella compiuta anche da Miller, è costata ai due ducatisti un doppio long lap penalty. Che se Jack ha risolto in maniera indolore, recuperando sull’asfalto bagnato a Quartararo il tempo perso in appena un paio di passaggi, a Bagnaia che arrivava da più lontano è costato il podio. «E per questo mi girano un po’ — ammette il torinese —. Ma ho perso solo 3 punti da Quartararo e dopo una rimonta così posso essere soddisfatto».
Disastro Suzuki
Tre vittorie Yamaha nelle prime tre gare, alle quali hanno risposto le due Ducati nelle ultime, stanno delineando quello che potrebbe essere il film della stagione. Perché Joan Mir e la Suzuki continuano a non concretizzare (il campione del mondo è caduto appena ha iniziato a piovere, Alex Rins si è steso due volte) e Marc Marquez...
non è ancora Marc Marquez. Nel caos del cambio moto, l’8 volte iridato ha ribadito la propria supremazia tattica, uscendo dai box davanti a tutti, ma poi, mentre Quartararo cercava di non perderlo, si è steso malamente all’ultima curva per poi fare bis nel finale. «Sono arrabbiato, il secondo volo è colpa mia, guidavo troppo veloce e non ne ero cosciente» ammette Marc.
Caccia al Diablo
E così, la classifica che esce da Le Mans racconta di un Quartararo che ritrova la testa del Mondiale dopo l’inciampo di Jerez per il problema all’avambraccio destro che lo ha spedito in sala operatoria, ma alle sue spalle il tris di Ducati non lo indurrà a sonni tranquilli. Perché Bagnaia è a un punto, Zarco è lontano 12 e Miller 16. E nessuno dei tre ha intenzione di lasciare strada agli altri. «Dopo il Qatar guidavo il Mondiale e questo mi ha fatto credere ancora più in me. Ho esperienza e conosco meglio la Ducati, la moto è pronta, il team anche e se riuscirò a gestire tutto avrò grandi possibilità di lottare per il titolo» non si nasconde Zarco. «Questa è la miglior Ducati di sempre, hanno lavorato anni e adesso si vedono i risultati. Sono felice e orgoglioso di questi ragazzi» sorride Miller. «È bello che ci siano più Ducati davanti, ci aiuta a stimolarci e ad avere più feeling sulla moto. Ma alla fine sono tutti avversari. Però per il titolo iniziamo a parlarne da Misano, prima c’è del lavoro da fare». Appuntamento al Mugello tra due settimane, terra dove la Pramac ritroverà Jorge Martin e a dar man forte ci sarà il collaudatore Michele Pirro. Se son rosse... fioriranno.