La Gazzetta dello Sport

Pioli scaccia i fanntasmi

«Pagata la tensione, serata non all’altezza ma possiamo farcela»

- di Alessandra Bocci MILANO

Il tecnico: «Un fallimento fuori dalle prime 4? No, ora ci sono le basi per un altro Milan. E a Bergamo si può vincere. Il Cagliari? Era già salvo e ha giocato meglio»

Èuno scherzo, il destino ne fa. L’Atalanta è l’avversario peggiore, l’unico che il Milan della gestione Pioli non ha saputo battere. È la ferita del 5-0 patito a Bergamo prima che tutto cominciass­e. Prima dell’arrivo di Ibrahimovi­c, generato proprio da quella emergenza, prima del Covid, prima del volo che sembrava destinato a cambiare tutto e invece non ha cambiato nulla. Il Milan sembra sempre destinato a lottare fino alla fine e poi vedere la Champions League che come un sogno svanisce. Dopo dieci gol in due partite, dopo due vittorie scintillan­ti, ecco il Milan ancora in bilico. Primo match point fallito, forse proprio il fatto di dovere affrontare una squadra sciolta e già salva ha complicato le cose. «Era la partita della vita anche prima. Loro erano salvi e hanno giocato con la testa libera. Non arrivare nelle prime quattro sarebbe certamente una delusione, ma abbiamo costruito le basi per un futuro. Abbiamo pagato la tensione, ma possiamo ancora farcela. Fallire l’obiettivo Champions League complica le cose e non saremmo contenti, ma il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi resta buono». Stefano Pioli difende se stesso, ma soprattutt­o il club e il capitale umano che è stato messo a sua disposizio­ne. Però c’è poco da aggiungere. Fallire l’occasione giusta contro una squadra già salva non è piacevole. Anche perché la prossima avversaria è tutta un’altra cosa.

Amici mai

I romantici obietteran­no: il cerchio si chiuderà dove in fondo tutto ha avuto inizio il 22 dicembre 2019 con una sconfitta schiaccian­te che ha mosso le acque. Tutto vero, ma è anche vero che il Milan ha dilapidato punti su punti a San Siro e anche contro il Cagliari non è stato in grado di invertire la rotta. Travolgent­e in trasferta, in casa il Milan ha sopportato cocenti delusioni, come quelle contro le prime squadre del campionato, ma non solo. Adesso è obbligata a combattere fino all’ultimo respiro, mentre l’Atalanta si è già aggiudicat­a un posto ormai abituale in Champions League, il Napoli ride e la Juve non dispera più. Una situazione impensabil­e per una squadra che ha dominato dopo il lockdown, ha sbriciolat­o record ed è stata campione d’inverno. Tutto

inutile. Le titubanze in casa hanno condannato questo Milan timido e senza guida. Che non ha bisogno di Ibrahimovi­c a livello di gol, ma certo deve fare i conti con qualche mancanza di personalit­à. L’Atalanta di certo non si scanserà, anche se è già qualificat­a per la Champions League, e il Milan dovrà trovare il modo di addomestic­are le sue paure.

Ultimo treno

Qualificar­si o non qualificar­si in Champions League fa tutta la differenza del mondo e il treno che passa da Bergamo è il più difficile da prendere. L’unica nota positiva per il Milan è la capacità di riprenders­i nelle situazioni più complicate e questa lo è. Ultima fermata Bergamo, il Milan brillante delle due trasferte torinesi è obbligato a fare la valigia e ritrovare lo spirito da trasferta, quello che in questa stagione non lo ha quasi mai tradito, mentre a San Siro sono arrivate delusioni cocenti. «Ma non dobbiamo pensare a quello che abbiamo sbagliato. Pressione e tensione, contro il Cagliari c’è stato un po’ di tutto. Inutile pensarci ancora. Contro l’Atalanta sarà una finale e lo sappiamo. Manca un vice Ibra? Sì, ma bisogna anche avere un po’ di equilibrio nelle valutazion­i. Prima ho sentito dire che eravamo Ibradipend­enti, poi che giocavamo meglio senza Zlatan». Pioli logicament­e si mette sulla difensiva, ma la verità è che la squadra spigliata e sciolta delle ultime partite si è ingessata davanti a un Cagliari senza nessun obiettivo da raggiunger­e. Questo è preoccupan­te. Il resto conta poco.

Conti da chiudere

E adesso restano i conti da chiudere con il destino, con quella sconfitta cocente che accelerò l’arrivo del totem Ibrahimovi­c che contro il Cagliari era in tribuna, preoccupat­o. Anche Ibra ormai diventa un motivo di discussion­e ulteriore, forse un tema passato, chi lo sa. Il presente è una qualificaz­ione ancora da conquistar­e in Champions League, un risultato che manca dalla stagione 2012-2013.Tutto quello che è arrivato dopo è stato caso, tentativi di riprenders­i, esperiment­i, falliti. Con Pioli il Milan ha trovato una stabilità mai provata negli ultimi anni, ma la Champions League resta ancora una terra straniera. Squadra giovane, da far crescere, d’accordo. Ma la delusione, restando fuori dopo una stagione vissuta ai piani alti, sarebbe profondiss­ima. Per i tifosi. e non soltanto per loro.

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