La Gazzetta dello Sport

Big a dieta: la Juve tra 3 anni dovrà tagliare 47 milioni

Per Inter e Milan avere lo stesso monte ingaggi del 2020-2021 potrebbe essere complicato. Decisiva la solidità dell’azionista

- di

L’obiettivo Il monte ingaggi del 2023-2024 dovrà essere pari all’80% di oggi

Problema Lautaro, Kessie, Dybala e gli altri prolungher­anno a cifre più alte?

Una norma per fermare la corsa al debito delle squadre di Serie A, ma che in realtà non dovrebbe condiziona­re più di tanto il mercato. Il cosiddetto «riduci debiti», su cui conta molto il presidente della Figc Gravina, spinge le società a contenere il monte contrattua­le sui valori attuali per la prossima stagione (e poi a scendere), impegnando gli azionisti di maggioranz­a a caricarsi le eventuali spese in più rispetto agli ingaggi odierni, attraverso aumenti di capitale o fideiussio­ni. Un meccanismo che non dovrebbe creare chissà quali problemi alla maggior parte delle proprietà del nostro campionato, dato che già nel calciomerc­ato le fideiussio­ni sono strumenti abbondante­mente utilizzati a garanzia del sistema. Senza contare che è già volontà di diversi club, quella di tagliare le spese, e dunque la cosa si sposerebbe con la strategia che va già per la maggiore.

I casi

Certo, per qualche squadra può essere già complicato contenere i costi, al di là della norma federale. Prendiamo l’Inter campione d’Italia: monte ingaggi di 149 milioni di euro circa, che si alzerebbe oltre i 200 se i giocatori attualment­e in prestito tornassero tutti alla base o un top come Lautaro rinnovasse a cifre più alte. Scontato che alcuni contratti in scadenza non saranno prolungati: Kolarov, Young e Padelli su tutti. E non è difficile immaginare che la maggior parte dei calciatori tornati dal prestito non saranno in rosa ad appesantir­e il monte ingaggi. Ma scendere da oltre 200 anche solo ai 149 attuali implicherà un’operazione di raffinata contabilit­à, che nel caso non riuscisse obblighere­bbe Suning a trovare in qualche modo garanzie, considerat­a la situazione debitoria importante, pena avere il mercato bloccato. Uno scenario ipotetico, ovviamente. Anche perché per molti club contenere subito il monte ingaggi cozza irrimediab­ilmente con questioni tecniche. Il Milan, per fare un esempio, è alle prese con i rinnovi di Gigio Donnarumma, Calhanoglu, Romagnoli, Kessie. Difficile pensare che i 90 milioni di inizio stagione non siano superati nel 2021-22, ma è altrettant­o vero che per un fondo come Elliott non dovrebbe essere un problema portare garanzie che evitino il blocco del mercato. Così, se per dire lo Spezia della nuova (e ricca) proprietà americana volesse salire dagli attuali 22 milioni, lo potrebbe fare a patto di impegnare i propri soldi e non indebitare i conti del club. Di certo, anche la Juve, regina degli ingaggi in A con 236 milioni, ha la necessità di contenere i costi, dopo un anno e mezzo di mancati incassi da stadio. E non ci voleva una norma a invogliare Exor a tagliare, sebbene anche qui ci siano rinnovi onerosi in ballo, come quello di Dybala. Per rispettare le quote previste dal «riduci debiti» (100% il primo anno, 90% il secondo e 80% il terzo), i bianconeri dovrebbero scendere a 188,8 nel 2023-24. Ma per allora non ci saranno più i 31 milioni netti da garantire a CR7... 2’15”

31 3

 ??  ??
 ?? LAPRESSE ?? 1
LAPRESSE 1
 ??  ?? 2
2

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy