La Gazzetta dello Sport

La vendetta di Suarez Dato per finito al Barça decisivo per l’Atletico

Messi l’aveva previsto. Lui se la ride: «Avevano detto che non ero più in grado di competere»

- di Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID

Agosto 2020. Il Barça viene bombardato dal Bayern Monaco. Luis Suarez e Leo Messi, amici per la pelle, tornano affranti da Lisbona e se ne vanno in vacanza insieme, nei Pirenei catalani. Vogliono restare vicini a Barcellona. Messi torna in città per discutere del proprio futuro, che vuole lontano dal club che l’ha accolto vent’anni prima. Suarez non scende nemmeno: lo chiamano in montagna e gli dicono che deve andarsene, che dopo 6 stagioni con 198 gol in 283 partite non serve più. Peggio, la sua ingombrant­e presenza è considerat­a negativa per lo spogliatoi­o. Leo e Luis ci restano malissimo, già ce l’hanno a morte col presidente Bartomeu, gli eventi di quell’agosto portano il loro veleno a vette sconosciut­e.

Dagli avvocati

Leo e Luis si rivolgono agli avvocati: il primo per mandare il famoso burofax di addio al Barça, il secondo prima per farsi cercare una nuova squadra e poi, visto che si tratta della Juventus, per accelerare la pratica di otteniment­o della cittadinan­za italiana. Quando Luis sbarca a Perugia per fare a pezzi la nostra lingua con la connivenza di professori tifosi non può davvero immaginare che otto mesi dopo si sarebbe trovato a un passo dal poter festeggiar­e la conquista della Liga, non della Serie A, e con la maglia dell’Atletico Madrid, non con quella del Barcellona. La vita è piena di sorprese. E quanto successo al Charrua tra agosto e maggio è decisament­e incredibil­e.

Una pazzia

Il trasferime­nto alla Juventus è saltato con annessa coda giudiziari­a, quello all’Atletico si è concretizz­ato sotto forma di prezioso regalo. Leo Messi lo disse subito: «È una locura (pazzia, ndr) regalare uno come Luis alla concorrenz­a, pagandogli anche parte dello stipendio, un’autentica locura».

Ok, i due sono molto amici, però Leo sa di calcio, e avverte a pelle il pericolo incombente: che Suarez vada a gonfiare le possibilit­à di successo di una rivale diretta, tanto in Europa come in Liga. In Champions Barça e Atletico non si sono incontrate, in Liga sì: Suarez ha saltato la prima sfida a causa del Covid e non ha segnato nel recente 0-0 al Camp Nou. Però in campionato ha fatto 20 reti. Sedici nelle prime 17 apparizion­i, quando l’Atletico volava verso i 50 punti in 19 uscite. Poi ha accusato la fatica, gli allenament­i esigenti del Profe Ortega, il peso del fisico e degli anni, lo scricchiol­io delle ginocchia. Non ha segnato per quasi due mesi, dal 21 marzo al 16 maggio e cinque partite.

La zona Suarez

Però Luis è bomber vero… «Entriamo nella zona Suarez», aveva detto alla vigilia della sfida con l’Osasuna il Cholo Simeone, un altro argentino che come Messi sa della vita e del calcio. Domenica Luis ha preso il palo. Luis ha sprecato. Luis ha sbraitato. Luis si è disperato. Luis ha segnato. Al minuto 88. Il gol della vittoria, il gol che lascia il Real Madrid a -2 a 90’ dalla fine. «No, non pensavo di soffrire tanto – ha detto ridendo Suarez dopo la partita –, un po’ si, ma non così. Comunque non importa quanto si soffre, l’importante è che abbiamo vinto». A Barcellona Leo segnava il suo gol numero 30, inutile. Il Barça esce mestamente dalla lotta per la Liga, che ora è cosa solo madrilena. Leo starà pensando a quel prezioso regalo che una dirigenza senza testa ha fatto all’Atletico. E tiferà per il suo amico. Che si sta mangiando il suo freddo piatto di vendetta: «Avevano detto che non ero più in grado di competere a certi livelli, e la cosa stimola un certo senso di rivalsa». Leo e il Cholo lo sapevano, il Valladolid, ultimo rivale dell’Atletico sabato prossimo e a rischio retrocessi­one, è avvisato. Così come il Madrid, che aspetta il Villarreal e il passo falso dei rivali. Luis ha ancora fame.

 ?? GETTY IMAGES ?? Decisivo L’uruguayano Luis Suarez, 34 anni, in rete domenica per il 2-1 con l’Osasuna all’88’. E sono 20 gol in Liga
Il presidente della Federcalci­o tedesca, Fritz Keller, si è dimesso. La decisione era stata annunciata nei giorni scorsi. Keller aveva paragonato a un nazista il vicepresid­ente Rainer Koch. L’episodio è l’ultimo di un conflitto interno alla Dfb, anche il segretario generale Curtius, in lite con Keller, ha lasciato.
GETTY IMAGES Decisivo L’uruguayano Luis Suarez, 34 anni, in rete domenica per il 2-1 con l’Osasuna all’88’. E sono 20 gol in Liga Il presidente della Federcalci­o tedesca, Fritz Keller, si è dimesso. La decisione era stata annunciata nei giorni scorsi. Keller aveva paragonato a un nazista il vicepresid­ente Rainer Koch. L’episodio è l’ultimo di un conflitto interno alla Dfb, anche il segretario generale Curtius, in lite con Keller, ha lasciato.

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