Guarda un po’ chi sprinta Blitz di Bernal con Ganna ma guadagna Evenepoel
Battaglia per l’abbuono: il belga (2°) recupera un secondo alla maglia rosa (3°), poi stretta di mano
l luogo è anzitutto un fiume, il Clitunno, da millenni nella storia e nella letteratura. Venerato dai Romani, cantato da Virgilio e poi da Byron e Carducci: sulle sue sponde è passato Annibale. C’è un tempietto sulle rive, risale ai Longobardi ed è patrimonio mondiale dell’Unesco. Tutto nel comune di Campello sul Clitunno. Non c’era dunque posto più nobile per accogliere un’incredibile lotta tra la maglia rosa Egan Bernal e Remco Evenepoel al traguardo volante a 17,8 km dall’arrivo: in palio, 3”, 2” e 1” di abbuono per la classifica.
Io e Remco parliamo in corsa. Ci siamo dati la mano, c’è una bella battaglia, ma siamo amici
IEspressione di potere
Domani, dopo il riposo, c’è la tappa degli sterrati a Montalcino e sabato lo Zoncolan: il Giro volta pagina e non penseresti che un secondo in più o in meno faccia la differenza. Ma la cronaca è vita e quei piccoli secondi sono l’espressione del potere, identificano una zona di predominio. In una corsa a tappe ogni giorno ha una storia diversa. Lo scontro è frontale. Ineos-Grenadiers con Bernal rosa più Ganna, Moscon e Narvaez. Deceuninck-Quick Step con Evenepoel in maglia bianca dei giovani (il titolare è Bernal) più Cavagna e Almeida. Primo e secondo del Giro, 15” di differenza. Quando Ganna accelera da seduto, Bernal fatica sui pedali a stargli in scia, “sfarfalla” a destra e sinistra per quanto tira il piemontese: l’intesa è fantastica. Dice TopGanna: «Se stasera, in un mondo parallelo, mi dovesse chiedere di andare a mangiare un gelato, sarei il primo a offrirglielo». Evenepoel è sorpreso, perde 20 metri, poi si fionda all’inseguimento. Arriva all’altezza di Bernal, si guardano, e Remco riparte. Stavolta è Bernal che fatica, lo sprint sembra perso, ma arriva l’ecuadoriano Narvaez, il soldato meno celebre che salva la bandiera dalla capitolazione. Rimonta Evenepoel e lo batte: secondo il belga, terzo Bernal. Risultato: Evenepoel guadagna 1” sulla maglia rosa. E subito dopo l’immagine più bella. Remco va a cercare Egan, allunga il braccio sinistro e il colombiano risponde col destro. Un minuto di autentico ciclismo. La nuova grande sfida del XXI secolo.
Botta e risposta
Bernal ed Evenepoel non si sono mai sfidati prima di questo Giro. A Torino, nella crono, il belga gli infligge 20” su 8,6 km e ne guadagna altri 2 sul traguardo volante di Vercelli (2a tappa). Il colombiano lo precede sempre in salita: 11” a Sestola, 6” di abbuono per il secondo di Ascoli, 20” sullo sterrato di Campo Felice. Dice Bernal, 24 anni: «Questa maglia ci fa sognare, è stato speciale portarla. Averla ci dà una forza in più per arrivare a Milano, i ragazzi sono motivatissimi, siamo la squadra più forte. Lo sprint? Niente di che, ho preso la ruota di Pippo,
è facile averlo davanti...». Il colombiano alza gli occhi, non vuole identificare Remco come l’unico rivale: «Non la vedo come una battaglia solo con lui, in 1’ ci sono tanti ragazzi forti e con tanta esperienza». Poi riparte: «Io e Remco parliamo in corsa. Ci siamo dati la mano, c’è una bella battaglia, ma restiamo amici. In gruppo si fanno anche tante battute e questo in tv non si vede. C’è sicuro tanto rispetto: lui è una persona molto bella, ci divertiamo, abbiamo un buon rapporto». Evenepoel commenta sui social la foto in cui si congratulano, con un avvertimento: «Oggi solo sorrisi, perché domani è giorno di riposo». E all’ora di cena Bernal risponde: «Heyyy Capo ti ho lasciato vincere lo sprint». Giochi psicologici. Anche un secondo allunga la vita. 2’45”