La Gazzetta dello Sport

H Casa dolce ca

SONEGO SOGNO SUPER «UN POSTO ALLE FINALS NELLA MIA TORINO» A Roma ha battuto Thiem e Rublev e giocato alla pari con Djokovic. Il Masters di fine anno nella città natale non è un miraggio «Lo preferirei a un grande risultato a Wimbledon»

- di Riccardo Crivelli

a messo in fila il numero 4 del mondo Thiem e il numero 7 Rublev rimontando uno svantaggio che sembrava definitivo e raggiungen­do una semifinale che agli Internazio­nali, per un giocatore italiano, mancava addirittur­a da 14 anni. Poi ha giocato alla pari contro Djokovic, il più forte del mondo. La settimana romana di Lorenzo Sonego ha allontanat­o gli ultimi dubbi su quale sia il giocatore con il cuore più grande nella generazion­e dorata del rinascimen­to azzurro.

3 Lorenzo, ciò che più sorprende delle sue prestazion­i è la feroce volontà di non arrendersi mai alla sconfitta. «Credo sia una qualità innata che parte da una consideraz­ione semplice: io mi diverto da pazzi a giocare a tennis, e quindi do la stessa importanza a tutti i punti. In questo modo mi distacco dal risultato e penso soltanto a vincere il prossimo scambio, e poi quello dopo e poi quello dopo ancora. Da ragazzino, lo sapete, mi chiamavano Polpo perché restavo attaccato a ogni punto, quella tigna mi è rimasta. E certamente il clima da battaglia mi esalta».

3Ma non può essere solo questione di cuore: per giocare alla pari con i top player, bisogna anche avere fiducia nei propri mezzi tecnici.

«In realtà sono uscito dalla preparazio­ne invernale con la consapevol­ezza di essere diventato più competitiv­o, sentivo meglio la palla, ero cresciuto con il rovescio. Poi sono arrivati anche i risultati, che rimangono la benzina migliore».

3Però la sua forza psicologic­a è straordina­ria. Lavora con un mental coach?

«Un giocatore ambizioso deve curare ogni dettaglio per provare a raggiunger­e i suoi obiettivi. Quindi ho un mental coach, Lorenzo Beltrame: nessuna tecnica strana o particolar­e, solo grandi chiacchier­ate. È soprattutt­o uno scambio continuo di sensazioni».

3Dopo aver affrontato in tre giorni Thiem, Rublev e Djokovic, che lezione ne ha tratto? «Che per arrivare alla loro altezza mi manca ovviamente un pizzico di esperienza nella gestione complessiv­a della partita. Ma quello che bisogna imparare da loro è la continuità: da una settimana all’altra riescono a resettare e a giocare allo stesso, altissimo livello».

3 Recentemen­te ha detto di capire la visibilità mediatica che circonda Sinner e Musetti. Davvero non c’è rivalità? «Sono giovani, sono fortissimi, ottengono grandi risultati, è giusto che si parli soprattutt­o di loro. Ognuno ha il suo carattere, la cosa bella è che ci stimoliamo gli uni con gli altri».

3Lei

però non ha un manager, un addetto stampa, un responsabi­le social e per parlarle non servono mediazioni. Inoltre ha lo stesso allenatore, Gipo Arbino, da quando aveva 11 anni. Non si sente una mosca bianca?

«Non lo so, e sinceramen­te non mi interessa. Io do valore all’amicizia, alle persone che mi

hanno accompagna­to nella crescita, mi fido di loro. E sui social mi piace stare, mi svagano al di fuori dal tennis, ma non sono di quelli che mettono in piazza tutta la loro vita».

3Anche Alice, la sua fidanzata, non ama apparire. «Studia, quella è la sua priorità. Ma sono stato fortunato: ha viaggiato molto, ha vissuto negli Stati Uniti e in Sudafrica, capisce quanto è difficile avere una vita nomade come quella dei tennisti».

3Un giorno disse che avrebbe preferito essere numero 100 a vita con Arbino piuttosto che numero 10 per una settimana con un altro coach. A parte che la top ten non è poi così lontana a prescinder­e, è una grande dichiarazi­one di fiducia. «Gipo è come un secondo padre, è la persona che mi conorisolv­a sce meglio in assoluto, che mi ha fatto maturare da bambino a uomo. Anche se dovessi perdere 40 partite consecutiv­e, vorrei sempre lui al mio fianco».

3Ma ci sarà pure qualcosa che vi fa litigare.

«Pure lui è tifoso del Toro, manco il calcio ci divide. Però è ossessivo sul servizio, mi martella perché vorrebbe che migliorass­i in fretta. Siamo l’unico caso al mondo in cui il coach vuole arrivare al risultato prima del suo giocatore (sorride, ndr)». 3A proposito di Toro: i social sono roventi. Moltissimi tifosi dicono che se metà della squadra avesse il carattere di Sonego, si sarebbe salvata già a gennaio.

«Li ho letti anch’io, questa stima mi rende orgoglioso. È stata un’annata difficile, speriamo si

senza danni, ma di sicuro ci è anche girato tutto male». 3Qual è il suo rapporto con i

soldi?

«Li spendo solo per migliorarm­i come giocatore». 3E con la sconfitta?

«Non la patisco. Se perdi, impari più di quando vinci».

3Se dovesse scegliere tra battere di nuovo il numero uno del mondo, giocare un grande torneo a Wimbledon e la qualificaz­ione alle Finals, per cosa opterebbe?

«Per le Finals nella mia città. Sono nato a due passi dal palazzetto, giocare a Torino non sarebbe un sogno. Sarebbe il paradiso».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy