Mancini firma fino al 2026 Con l’ltalia farà due Mondiali
MATRIMONIO ALLUNGATO IL C.T. FARÀ DUE MONDIALI CON IL GRAZIE DELLA FIGC
Lo scudetto con la Samp sembrava impossibile e anche qui riprendersi sembrava un’utopia...
L’ingaggio sarà di 4 milioni all’anno. Gravina: «Poteva guadagnare di più, ha fatto una scelta e gli sono grato»
Una lunga storia d’amore. Calcisticamente parlando, con divorzi e separazioni all’ordine del giorno, otto anni sono tanti. Ma Roberto Mancini e la Federcalcio hanno rinnovato i voti baciandosi sull’altare dell’Europeo: dopo il primo contratto dal 2018 al 2020 (con rinnovo automatico a dicembre 2022 centrando l’Euro), ecco la nuova firma. Una promessa fino a luglio 2026, all’orizzonte il Mondiale in Canada, Messico e Usa. Poi, chissà: da quelle parti c’è Las Vegas, i matrimoni laggiù si celebrano con molta facilità. In ogni caso era importante chiudere qualsiasi discorso prima dell’Euro, come aveva promesso il presidente Gabriele Gravina che questo contratto l’ha fortemente voluto. E così è stato: firma nel giorno delle convocazioni “ampie” per l’amichevole con San Marino, prima del taglio a 26 per l’Uefa.
Orgoglio Gravina
Gravina spiega: «Ci stavamo lavorando da tempo. Volevamo dare continuità al lavoro fatto in questi tre anni. A me interessa il percorso che porta alla vittoria: la centreremo il giorno in cui avremo fatto un grandissimo lavoro». Il percorso del rinnovo è stato meno accidentato di quanto potesse sembrare. A fine 2020, quando l’Italia ha vinto le qualificazioni e conquistato la “final four” di Nations League, era sembrato che non ci fossero chance di allungo. E che Mancini potesse essere sedotto da progetti e milioni dei club. Invece no. Gravina aggiunge: «Dal punto di vista economico, è un contratto nettamente inferiore rispetto a quello in un club. Roberto ha fatto una scelta. Per questo, a nome di tutti i tifosi e della Federazione, gli dico grazie». Non che sia poco: dai due milioni più bonus si passa, pare, a quattro milioni e premi vari. Non male, ma un top club europeo pagherebbe ben di più.
Scelta Mancini
Però è vero che Mancini ha preferito l’azzurro, e qualche milione in meno, pensando alla vita da c.t. meno isterica di quella di allenatore a tempo pieno. Non sente il bisogno assoluto dell’odore dell’erba e degli allenamenti quotidiani. E vuole vincere. Obiettivi? Due Europei (questo e il 2024 in Germania).
Due Mondiali (Qatar 2022 e America 2026). Per non dire della Nations. Il c.t.: «Non ci sarebbe stato motivo per lasciarci. Stiamo portando avanti un lavoro che ha dato i suoi frutti. Ho messo su una squadra che mi piace. Avremo l’Europeo, la fase finale di Nations League e il Mondiale, l’obiettivo è vincere pur sapendo che non sarà semplice e che servirà anche un po’ di fortuna. Con il presidente ci siamo trovati bene, abbiamo lavorato bene in questi due anni. Le cose sono sempre migliorate e possono migliorare ancora».
Numeri dal passato
Mancini è oggi a 30 panchine azzurre. Con le due amichevoli pre-Euro (San Marino e Repubblica Ceca) e le tre partite del gruppo (Turchia, Svizzera e Galles) arriverà a 35, il 9° della storia dopo Pozzo (95), Bearzot (88), Lippi e Prandelli (56), Valcareggi e Vicini (54), Sacchi (53) e Trapattoni (44). Mancini: «Raggiungere Pozzo e Bearzot sarebbe un sogno, significherebbe aver giocato tante partite e aver portato a casa dei trofei. Vorrei aggiungere qualche cosa nelle sale di Coverciano».
Record del Mancio
I record non servono a niente se non si solleva una coppa, ma almeno Mancini è partito bene. Ha la più alta percentuale di vittorie (70%). la miglior media punti (2,33), è il secondo c.t. per media gol fatti (2,27) e subiti (0,46). Ha mandato in gol 28 giocatori. Ha una striscia d’imbattibilità di 25 partite, come Lippi, a -5 da Pozzo (la 30° coinciderebbe con l’ultima del gruppo). Non subisce gol da 605’. L’Europeo, storicamente, ha dato all’Italia meno soddisfazioni: un successo nel 1968, con Valcareggi, uno degli ultimi tecnici federali, come poi Bearzot e Vicini. Quindi due finali che bruciano: una per il golden gol (nel 2000 con la Francia), l’altra per il risultato umiliante (nel 2012 lo 0-4 con la Spagna). Adesso, in un torneo a 24 squadre che comincia a Roma, tra le teoriche favorite c’è anche l’Italia che nel 2018, perso il Mondiale, sembrava indietro di un decennio. «Trent’anni fa lo scudetto con la Samp fu una cosa quasi impossibile. Anche qua, dopo il Mondiale di Russia, sembrava quasi impossibile riprendersi». Eppure...