Pure Koeman out Panchine roventi per gli irriducibili della Superlega
Il Barça vuole Xavi “alla Pirlo” ma lui ha appena firmato in Qatar
Oltre che dalla tuttora viva e criticata affiliazione alla Superlega, Juventus, Real Madrid e Barcellona sono accomunate dalla difficoltà a trovare continuità in panchina. I tre club si avviano a cambiare ancora, e la cosa sta accadendo con una frequenza che non porta con sé nulla di positivo.
Ogni anno
Stagioni juventine di Cristiano Ronaldo: tre. Allenatori in carica con Cristiano Ronaldo: tre. Da quando, con l’operazione più mediatica e imponente della sua storia la Juve ha provato a colmare il gap economico e sportivo con le big d’Europa la stabilità in panchina è stata salutata. Quest’anno il tentativo di “salto” si è spostato dal mercato alla politica con la creazione della Superlega, e l’immediata caduta del progetto e i suoi contraccolpi non hanno certo aiutato Pirlo, esordiente già alle prese con un 2020-21 pieno di variabili e imprevisti. Le ultime due gare possono cambiare le dimensioni della delusione sulla stagione, difficilmente il futuro del tecnico: avanti il quarto in 4 anni. Instabilità non solo sui “nomi”, ma anche sulle idee, sul progetto. La separazione da Allegri aveva portato alla svolta “giochista” con Sarri. Poi l’inversione con “triplo carpiato” puntando sul carisma e sul passato da giocatore di Pirlo, con l’idea di crearsi in casa un tecnico dal dna bianconero. Il rischio non ha pagato e ora si vira ancora. Il futuro della panchina juventina è legato a filo doppio a quella del Madrid, e ne parliamo a parte. Guardando indietro però gli ultimi tre anni alla Casa Blanca sono stati agitati come quelli bianconeri. A scatenare il ballo furono le inattese dimissioni di Zidane nel 2018, con la terza Champions in tre anni ancora fumante. Via CR7, via Zizou e panchina del Madrid alla deriva: Lopetegui strappato alla nazionale a tre giorni dal debutto Mondiale e licenziato già in ottobre, poi Solari fino a marzo e quindi il ritorno di Zizou, implorato da Florentino. Una Liga, lo scorso anno, ma sofferenze in Champions e un rapporto mai libero di polemiche, voci, malumori presidenziali. Zidane se ne andrà di nuovo, e arriverà il quarto allenatore in 3 anni.
Barça inquieto
Al Barça siamo su ritmi ancora più frenetici: licenziato Valverde nel gennaio del 2020, Quique Setien è durato fino ad agosto dello stesso anno, Ronald Koeman fino al corrente mese. L’olandese ha un altro anno di contratto ma il triste finale di stagione del Barça, 5 punti su 15 nelle ultime 5, l’ha condannato. Ieri ad attendere Xavi Hernandez all’aeroporto c’erano una decina di telecamere. L’ex centrocampista blaugrana è atteso come il messia, il salvatore. Xavi è tornato a casa per le vacanze, e ha appena firmato un rinnovo con l’Al Sadd in Qatar. L’accordo ha una clausola liberatoria in caso di chiamata del Barça però non ha molto senso rinnovare per poi andarsene 15 giorni dopo. Xavi ha forti dubbi, ha paura di bruciarsi con una squadra che ha limiti evidenti. Laporta cercherà di convincerlo. Non c’è pace sulle panchine delle tre superstiti della Superlega.