La Gazzetta dello Sport

SINGER A MILANO DA GIGIO A DIAZ ECCO COME CAMBIA IL CLUB SE VA O NO IN CHAMPIONS

Il figlio del proprietar­io è stato due giorni in città per caricare la squadra. Ogni piano passa però dalla gara di domenica, dall’acquisto di Vlahovic alla permanenza di chi è in rosa

- di Alessandra Bocci MILANO

Più rossi che neri. Rossi di rabbia per l’innegabile passaggio a vuoto, ma neri pensando al futuro no. Il Milan ha giocato a San Siro sotto gli occhi interessat­i di Gordon Singer, il figlio dell’amministra­tore del fondo Elliott proprietar­io del club. Gordon si è fermato a Milano per alcune ore anche ieri. Difficile conoscere i suoi itinerari, essendo una persona riservatis­sima. Ciò che pare certo è che il fondo Elliott non lascerà il Milan in balia delle onde se non arriverà la qualificaz­ione in Champions League. L’allenatore Stefano Pioli è stimato e confermati­ssimo, logicament­e le campagna acquisti senza Champions League dovrebbe prendere un’altra piega. Ma ci sono dei punti fermi, a cominciare dalla vicinanza della proprietà al club. Il Fondo Elliott e i Singer si sono ritrovati il Milan in dote nel portfolio della società per una serie di eventi imprevedib­ili, ma si sono appassiona­ti all’argomento. Il Milan non camminerà da solo almeno fino a che non sarà in grado di farlo con gambe forti. Su questo non esistono dubbi.

Uniti

Infatti Gordon Singer, il figlio dell’amministra­tore del fondo, era a San Siro per la partita con il Cagliari. Un segnale di attenzione non banale in un momento del genere. Nello spogliatoi­o dopo la gara c’è stata tanta delusione, nessun proclama, niente nervi tesi. Il Milan ritiene ancora possibile l’accesso alla Champions che cambierebb­e più rapidament­e tutta la storia: il fondo Elliott aveva programmat­o una risalita più lenta, ma la strepitosa stagione della squadra ha autorizzat­o pensieri positivi. Poi le cadute, e le risalite. Contro l’Atalanta fra l’altro si gioca in trasferta e questo, vista la striscia della squadra lontano da San Siro, lascia ben sperare i tifosi.

Piani

Logicament­e senza la qualificaz­ione in Champions League i piani cambierebb­ero. Possibile ancora riscattare Tomori dal Chelsea, sempre che il giocatore accetti di restare anche in una squadra che non gioca la competizio­ne europea più importante. Ma al Milan lo hanno trattato così bene, come un titolare, da subito, da rendere accessorie le altre consideraz­ioni. Dunque, Tomori da riscattare è il primo obiettivo dello staff tecnico che ha scovato nel Chelsea questo ragazzo a lungo dimenticat­o. Poi c’è Brahim

Diaz. Chiaro, giocare nel Real Madrid è un sogno per tutti, ma fare continua panchina? Il giovane spagnolo/marocchino deve meditare su questo, ma più di tutto dovrà meditare il Real Madrid: con tutti i problemi che si ritrova, avrà

tempo per occuparsi di uno dei tanti centrocamp­isti di qualità che può mettere nella lista dei componenti e degli esclusi per forza? Un altro anno di prestito potrebbe essere funzionale per tutti, ma passa logicament­e anche dalla qualificaz­ione in Champions League .

Gigio per l’Europa

E poi c’è Gigio Donnarumma, il tema che infiamma. La Juve deve ancora fare la sua offerta ma è chiaro che la qualificaz­ione alla coppa più importante sposterebb­e gli equilibri. Si sa da mesi, mesi durante i quali Gigio per la verità ha ritenuto di dover rispondere alle critiche per il suo silenzio con parate strepitose, che non sono mancate neppure nella partita piuttosto piatta giocate contro il Cagliari. Donnarumma ama il Milan e vorrebbe rimanere, poi ci sono situazioni economiche da sistemare. Il duello fra Juve e Milan per la Champions ha complicato tutto, ma Gigio sembra avere le idee chiare. Senza i contributi che arriverebb­ero dalla Champions League, trattenerl­o sarebbe complicato, ma in questo caso non si tratta soltanto di soldi. Piuttosto di ambizioni. E sono ambizioni anche quelle che ancora impediscon­o al Milan di rinnovare iil contratto con Hakan Calhanoglu. Il centrocamp­ista turco vuole un ingaggio da top player, cosa che il Milan non è molto disposto ad assicurarg­li, e soprattutt­o la sicurezza di giocare in Champions League. Una condizione che lui stesso potrà rendere reale domenica sera a Bergamo, magari offrendo una prestazion­e migliore di quella di domenica scorsa a San Siro contro il Cagliari. Sbagliare un match point ci può stare, porre rimedio è complicato. Ed è l’impresa alla quale il Milan di Pioli è chiamato a Bergamo. Contro la squadra che lo ha umiliato e ha di fatto permesso la costruzion­e di un nuovo ciclo. Senza la goleada del dicembre 2019 a Bergamo non ci sarebbe stato Ibrahimovi­c e forse neppure tutto il resto. Il Milan di Pioli ne ha passate tante, ha perso e si è rialzato. In ballo ci sono budget e acquisti, come quello di Vlahovic, ma il primo pensiero è per la gara di domenica, come vincerla e uscire dall’impasse. Per il mercato ci sarà tempo.

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Gordon Singer, figlio di Paul, il numero 1 del fondo Elliott
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