La Gazzetta dello Sport

L’eroe di Montalcino «Io, angelo nel fango dove gli altri cadevano»

In maglia iridata Cadel conquistò la tappa del 2010: «È come portare una Formula 1 su una strada da rally»

- di Alessandra Giardini

hi c’era, chi l’ha vista, non ha mai potuto togliersi dalla testa e dagli occhi quella tappa del 2010 a Montalcino. La strada sparita, i corridori tramutati in statue di fango, il rosa e tutte le altre tonalità della corsa confusi con la malta. Quando Cadel Evans passò il traguardo per primo, si distinguev­ano appena tutti i colori dell’arcobaleno della maglia che aveva conquistat­o pochi mesi prima a Mendrisio. Oggi l’australian­o vive a poche centinaia di metri dal traguardo del suo Mondiale, con la compagna e i loro due figli: Aiden ha due anni, Blake sette mesi. «L’altro mio figlio Robel, 10 anni, abita in Italia, appena di là dal confine, voglio stargli vicino». La compagna di Cadel, Stefania Zandonella, un passato recente da sciatrice

Cazzurra, è di Cortina d’Ampezzo: lunedì saranno al Giro, portano i bambini dai nonni. «Della tappa di Montalcino mi ricordo tutto, ho ancora la foto a casa, perché fu una vittoria unica. Era la prima tappa sullo sterrato, era il primo anno alla BMC, con la maglia iridata. Mi ero studiato tutto il materiale, ero andato a fare la ricognizio­ne, e poi era venuto il diluvio, si erano create le condizioni perfette per me: ero nel mio ambiente. In tanti erano andati in crisi di fame per il freddo, cadevano, sbandavano. Io invece ero tranquillo: il cambio non funzionava per il fango ma la bici scivolava. Pensavo che avrei potuto vincere il Giro, ma dopo qualche giorno mi venne la febbre e mi staccarono».

3Le piace che al Giro ci sia lo sterrato?

«Ho due pensieri opposti. Da un lato è un peccato che uno che si prepara cinque o sei mesi per vincere un giro rischi di perderlo per una foratura al momento sbagliato sullo sterrato, come per una caduta sul pavè. Ma per il ciclismo è un bene: se mi metto davanti alla tv, da vedere è uno spettacolo, come quel giorno. E’ come se il ciclismo tornasse alla sua storia».

3 Come ci si salva in una tappa così?

«Bisogna preparare il materiale per la sicurezza, non per la velocità. E’ come portare una monoposto da Formula 1 a correre su una strada da rally. Consiglio a tutti i profession­isti di allenarsi fuori stagione per abituarsi».

3Sembra che il mondo del ciclismo abbia finalmente capito che la multidisci­plinarietà funziona. «Anni fa soprattutt­o la Mtb non era tanto rispettata dal mondo della strada. Eppure Mtb, Bmx e cross sono importanti­ssimi per introdurre la gente al mondo della strada: in questo modo arrivano più giovani talenti. Io cominciai a correre su strada per allenarmi quando facevo Mtb, poi il rapporto si è invertito. Ma è una scuola che serve: io a Montalcino vinsi grazie all’abilità che avevo acquisito facendo mountain bike. Oggi è normale vedere i talenti che vengono dalla Mtb e dal ciclocross vincere su strada: sanno fare più cose degli altri sulla bici».

3Pensa che lo sterrato possa decidere il Giro?

«Non so se si vincerà lì, ma si può perdere. E’ una tappa che potrebbe eliminare qualcuno non ben preparato».

3Il suo favorito?

«Prima del Giro avrei detto Almeida.

Ma dopo averlo visto in Abruzzo dico che Bernal è di un altro livello. Mi sembra quasi che tutti gli altri corrano per il secondo posto. Anche se mi fa una grande impression­e Vlasov. Evenepoel va forte, ma gli manca l’esperienza sulle tre settimane, e questo conta. E poi non corre da nove mesi. Lo vedo nei primi cinque».

3Le mancano le corse?

«No, non direi. Vado in bici tutti i giorni, perché mi diverto. La mia carriera l’ho sempre vista come un’opportunit­à da non sprecare, ho sempre dato il massimo. Quando nel 2015 è arrivata l’ultima corsa, mentre passavo il traguardo con i crampi mi sono detto che avevo proprio dato tutto e ho chiuso lì, senza rimpianti».

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BETTINI Unica tappa vinta al Giro Cadel Evans, 44 anni, ha trionfato nella CarraraMon­talcino, 7a tappa di 220 km del Giro d’Italia del 2010: è la sua unica vittoria nella corsa rosa

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