La Gazzetta dello Sport

«Immobile? È un campione gli voglio bene Il caso è chiuso»

Il presidente granata: «Insultato per tutta la partita, c’era tensione» La Lazio: «All’Olimpico cose molto gravi, qualcuno ne risponderà»

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er me il caso è chiuso. Voglio bene a Immobile, al punto che Ciro l’ho sempre considerat­o un mio pupillo». A dirlo è il presidente del Torino, Urbano Cairo, che nella giornata di ieri ci ha tenuto ad intervenir­e pubblicame­nte più volte e in diversi contesti, da Radio 24 a Radio Sportiva rilasciand­o dichiarazi­oni anche alle agenzie Ansa e Adnkronos, per archiviare quelle incomprens­ioni, nate nell’adrenalina del dopo gara, che avevano portato Immobile a pubblicare sui social, subito dopo Lazio-Torino, un post di accuse nei confronti di Cairo, al quale il numero uno granata aveva prontament­e replicato. La notte ha riportato serenità, facendo ritornare le cose nella loro giusta dimensione, smontando il caso sul nascere. «Ho avuto Immobile come giocatore, gli ero e gli sono molto affezionat­o, l’ho sempre portato in palmo di mano - racconta Cairo -. Per me finisce qui, farò il tifo per Immobile in Nazionale, spero che all’Europeo faccia tanti gol per far esultare tutti gli italiani, magari in coppia con Belotti. Auguro il meglio a lui e alla sua famiglia».

«PProteste e cadute

Quello di martedì sera è stato certamente un dopo partita carico di tensioni. Urbano Cairo, però, ha chiarito di non aver mai detto alcune delle frasi che Immobile gli ha attribuito. Anche gli ispettori federali presenti allo stadio Olimpico non hanno messo a verbale nulla. «È stata una partita con livelli di tensione molto alti continua Urbano Cairo -. Per me il fatto che si giochi con il sangue agli occhi va benissimo, fa parte dell’agonismo: l’impegno ci vuole al cento per cento. Si fa così! Tant’è che immediatam­ente, dopo la partita, ho fatto i compliment­i alla Lazio per come ha giocato e per il modo con il quale ha onorato il campionato». Ciò che aveva colpito negativame­nte il presidente del Torino erano state la veemenza delle proteste dei calciatori della Lazio e le cadute alla ricerca di un rigore furbo. «Quello che non mi è piaciuto è stata qualche caduta e qualche protesta di troppo — dice Cairo —. Non è leale buttarsi per cercare un rigore quando non c’è: non si fa». L’occasione è quella giusta per ribadire quanto Cairo sia ancora oggi legato a Immobile, che proprio grazie al Toro è esploso nella stagione 2013-14 con ventidue gol in quel campionato, prima di rientrare in granata nel gennaio 2016 dopo le negative avventure al Borussia Dortmund e al Siviglia.

Un amante tradito

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