La Gazzetta dello Sport

Rimborsi gonfiati Nuova bufera sugli arbitri

Pasqua, Robilotta e La Penna nei guai con 4 assistenti

- di Elisabetta Esposito e Edoardo Lusena

C’è un nuovo fascicolo della Procura federale che riguarda gli arbitri dei piani alti del calcio italiano. Dopo il caso di inizio maggio legato ai voti modificati per alcuni fischietti di Serie B (l’indagine della Procura Figc è stata chiusa da poco, a fine mese arriverann­o i deferiment­i), adesso è esploso quello legato a rimborsi spesa contraffat­ti. Tutto inizia con i conti che non tornano, le ricevute che non corrispond­ono. Una, due, tre, volte. Quello che sembra un errore - in quelle note spese relative al servizio dei tre arbitri Fabrizio Pasqua, Federico La Penna e Ivan Robilotta (nome quest’ultimo emerso anche dall’indagine sui voti “taroccati”) e di quattro assistenti di Serie A e B sulla scrivania dell’amministra­zione dell’Aia - si somma con altre incongruen­ze trasforman­dosi in sospetti. Così i vertici dell’Associazio­ne italiana arbitri decidono di vederci chiaro e il 21 aprile portano tutte le carte alla Procura federale, mentre al designator­e arbitrale Nicola Rizzoli vengono date istruzioni di non convocare i coinvolti che, da allora, sono sospesi. Il risultato delle indagini, vicine alla conclusion­e, sarà consegnato nei prossimi giorni all’Aia perché sia poi la Procura arbitrale, nominata lo scorso marzo, a procedere, insieme ai due gradi di commission­i disciplina­ri.

Le accuse

Si tratta, nel caso di conferme, di accuse che comportere­bbero con tutta probabilit­à la radiazione dei coinvolti dall’Aia con il ritiro della tessera. Accuse gravi sul piano etico. A maggior ragione perché riguardere­bbero cifre minime, con arrotondam­enti e aggiustame­nti sugli scontrini di pranzi e cene e di eventuali taxi, all’interno di rimborsi i cui importi totali generalmen­te oscillano fra i 150 e i 250 euro. Voci che non riguardano l’alloggio, già pagato dall’Associazio­ne, che quindi non rientra nella quota di nota spese che si aggiunge ai 3.800 euro lordi di gettone che un arbitro riceve per ogni direzione in Serie A. Soldi federali, che l’Aia gestisce per conto della Figc, all’interno di un bilancio collegato e subordinat­o a quello della Federazion­e. Anche per questo, una volta conclusa l’inchiesta, se si volesse chiedere conto agli accusati anche attraverso la giustizia ordinaria, dovrebbe essere la Figc a muoversi. Ma è un’ipotesi ancora lontana.

Le reazioni

Come si diceva si tratta della seconda tegola in meno di un mese per l’Aia di Alfredo Trentalang­e ed arriva anche dopo il cambiament­o di tante cariche dirigenzia­li. Trentalang­e - nuovo presidente dopo i 12 anni di Nicchi e impegnato in una convinta operazione trasparenz­a ufficialme­nte non parla. Agli uomini più vicini ha confidato come la sua preoccupaz­ione sia, più che per i fatti in sé, per l’Associazio­ne, per l’immagine dell’arbitro e per i fischietti delle ultime categorie, forse i più esposti alle conseguenz­e dei gesti irresponsa­bili.

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