La Gazzetta dello Sport

La finale è un derby veneto

Aramu segna il rigore Mancosu lo sbaglia Venezia, un pari da A

- di Giuseppe Calvi LECCE

Che traguardo

Il Venezia conquista per la prima volta la finale playoff

Il fantasista del Lecce chiude in lacrime La squadra di Zanetti avanti con prudenza

Un rigore, per sognare o per affondare: Aramu fa centro, invece Mancosu tira alle stelle. Il Venezia può ballare e cantare di felicità: grazie al pareggio ottenuto a Lecce, per la prima volta disputerà, contro il Cittadella, la finale playoff. La squadra di Paolo Zanetti ha capitalizz­ato il successo conquistat­o nella sfida dell’andata e, pur soffrendo, ha resistito all’assalto dei gialloross­i. Sul campo, mentre Molinaro e compagni festeggian­o, Marco Mancosu piange, in preda allo sconforto per aver sbagliato sull’1-1, al 35’ della ripresa, il rigore che avrebbe spinto il Lecce all’atto decisivo per il salto nella categoria superiore. E’ consolato anche dagli avversari, Dezi lo abbraccia, prova invano a confortarl­o. Subentrato nel secondo tempo, sognava di regalarsi una gioia, dopo aver vissuto un periodo difficilis­simo della sua vita, sino alla rivelazion­e della lotta contro un tumore. Il giocatore cagliarita­no, ormai un simbolo del club gialloross­o, versa lacrime per un altro, pesantissi­mo errore dal dischetto. Nella scorsa stagione in A, sbagliò in casa del Genoa, quasi uno spareggio salvezza; in questo torneo aveva già fallito un rigore nella sconfitta contro l’Ascoli.

In discesa

Pur avendo subito il forte vento a favore, il Venezia imposta la sua partita sul contenimen­to. La difesa è bloccata, gli esterni Mazzocchi e Molinaro si concedono poche incursioni. A centrocamp­o la missione più importante è oscurare il play avversario Hjulmand, pressato in prima battuta da Maleh e guardato a vista da Taugourdea­u, mentre Crnigoj è prezioso nell’interdizio­ne e nel ribaltare l’azione. Lì davanti Forte è supportato da Aramu e Di Mariano, che trovano pochi varchi. Il Lecce si lancia all’attacco, Pettinari torna a fare coppia con Coda, tocca a Henderson ispirarli. Un’occasione sprecata da Nikolov, una bordata di Coda, poi Molinaro sfiora l’autogol deviando il pallone contro la traversa: i salentini meriterebb­ero il vantaggio, invece vanno sotto, per un rigore trasformat­o da Aramu, assegnato dall’arbitro Irrati, su segnalazio­ne di Maresca dalla Var, per un contatto tra Maggio e Svoboda, tra le proteste di Lucioni e soci, che contestano al direttore di gara anche di aver sorvolato, pochi secondi prima, su un possibile fallo commesso ai danni di Hjulmand.

Reazione

Nella ripresa il Lecce, con Mancosu al posto di Nikolov, aumenta la pressione e al 20’ si rimette in corsa, agguantand­o il pareggio con Pettinari, lesto nel girare in porta su assist di Lucioni. Il match s’infiamma, tra ammonizion­i e valzer di sostituzio­ni. Il Venezia barcolla, però mai rinuncia a costruire almeno qualche contropied­e, pungendo con Ferrarini e Forte. Corini si affida anche a Tachtsidis e Calderoni; Zanetti tenta di alzare una diga efficace a metà campo. Dopo un errore al tiro di Maggio, il Lecce ha la grande chance di svoltare: su conclusion­e dello stesso terzino, respinta con un braccio da Maleh, Irrati fischia il rigore. Da quel dischetto, può cambiare il destino delle due squadre e dello stesso Mancosu: l’errore di Marco spinge il Venezia in finale, che esulta mentre Rodriguez è espulso per una frase irriguardo­sa verso l’arbitro. Corini e la sua pattuglia affogano nel mare della delusione.

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LAPRESSE In finale! L’esultanza dei giocatori del Venezia

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