La Gazzetta dello Sport

Dante in Rosa

IL SOMMO POETA LA TERRA DI PANTANI E IL TIFO PER BERNAL

- di Luigi Garlando

Dante ha scalato vette infernali per arrivare in Paradiso. Ora riposa in Romagna, ma oggi sarà al fianco di Egan nella corsa Gazzetta

Stamattina Dante Alighieri, nel tempietto ravennate in cui riposa, ascolterà un fruscio, come un passaggio di anime: le ruote del Giro che onoreranno i 700 anni dalla scomparsa del Sommo Poeta. Poi la carovana si allungherà fino a Verona, dove Dante ha vissuto a lungo, ospite di Cangrande della Scala. Gli impegni diplomatic­i e la condanna all’esilio hanno fatto della vita di Dante un Giro d’Italia. Nel 1311 è arrivato anche Milano, dove si incorona la maglia rosa, per incontrare l’Imperatore. Oggi, prima di giungere a Verona, i girini sfiorerann­o Mantova, terra di Learco Guerra, prima maglia rosa e del poeta Virgilio che, più fedele di un Carrea, ha dato la ruota a Dante e l’ha tirato fuori da una selva oscura, nel mezzo del cammin della sua via. Era al gancio, il fiorentino: gambe vuote, anima sgonfia. Virgilio lo ha salvato guidandolo attraverso un percorso di sofferenza, un Giro tra i Gironi infernali. Il ciclismo è spesso una voragine di fatica e dolore. Lo sanno soprattutt­o gli ultimi, lo sapeva la mitica maglia nera Malabrocca che suona come uno dei diavoli a guardia dei barattieri: Malacoda, Barbaricci­a, Libicocco… Dopo l’inferno, Virgilio ha tirato Dante in salita, perché il paradiso è un cielo da conquistar­e scalando la montagna del purgatorio. Non c’è Giro che non sia stato vinto in salita e non c’è salita che non sia una scalata dell’anima, un’avventura spirituale. Come racconta Petrarca che scalò il Ventoux, domato da Pantani. Dante, che riposa nella Romagna del Pirata, era uno scalatore, un uomo di fatica. Nella battaglia di Campaldino era in prima fila a cavallo. Non vai in guerra, se non hai un fisico forte, allenato.

Guerra

Dante non era Leopardi. Detestava gli ignavi, quelli che pedalano in gruppo senza infamia senza lode. Dante è tutto nel suo Ulisse che si strappa la bandana e ordina ai gregari: «Andiamo oltre le Colonne d’Ercole! Fatti non foste a viver come bruti…». L’uomo medievale rispetta dogmi e confini, Dante è già l’uomo moderno che arriverà sulla luna, affamato di conoscenza. A Dante piace l’Ulissi del Giro, Diego, che ha superato i problemi cardiaci e ha attaccato nella tappa di Campo Felice.

Ulissi di Cecina, citata nel canto di Pier delle Vigne. Dante ama il coraggio di Bernal che suona come un rimatore provenzale. Dante ama chi esce dal gregge. L’aggettivo egregio, l’ha inventato lui, come tante altre parole che usiamo ancora oggi: mesto, fertile, quisquilia… Scrivere la Divina Commedia nell’italiano del volgo e non in latino, la lingua dei dotti, è stata una rivoluzion­e.

Candida maglia

Dante sta con la gente che aspetta la maglia rosa a bordo strada, è pop come il Giro. Ha inventato una lingua che ha aiutato l’Italia a diventare una nazione, con un’identità condivisa. Ogni anno il Giro passa una mano di colla su quella identità. Dante e Virgilio, scalato il purgatorio, arrivano finalmente in paradiso dove stanno le anime beate, fatte di luce, che contemplan­o Dio: la Candida Rosa. Anche per il Sommo Poeta il premio è rosa. In quell’aggettivo, candida, riconoscia­mo un grande innamorato del Giro e del nostro giornale. Che oggi forse assisterà alla tappa Ravenna-Verona accanto a Dante.

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La maglia rosa Egan Bernal pedala “virtualmen­te” insieme a Dante sul percorso della 13a tappa del Giro d’Italia da Ravenna a Verona
RINALDI Coppia poetica La maglia rosa Egan Bernal pedala “virtualmen­te” insieme a Dante sul percorso della 13a tappa del Giro d’Italia da Ravenna a Verona
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